7-Il progetto

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Un leggero venticello scompose la chioma bionda di Ginevra. Quella non era una mattina come tante. La scuola era iniziata da quasi due settimane, e insieme ad alcuni suoi compagni si trovava fuori dai cancelli dell'IPM per iniziare il progetto a cui avevano aderito. La settimana precedente, la professoressa di italiano era entrata in classe e aveva spiegato quello che già Ginevra sapeva.

<<Buongiorno ragazzi.>> La professoressa Bianchi appoggiò la cartella sulla cattedra e salutò gli alunni assonnati. <<Questa mattina prima di iniziare la lezione, voglio parlarvi di un nuovo progetto che quest'anno la nostra scuola ha deciso di accettare.>> Ginevra capì subito a cosa si riferisse. Lo zio gliene aveva parlato abbondantemente la mattina di qualche giorno prima. <<Alcuni di voi verranno selezionati per passare alcune ore settimanali, che varranno nel curriculum di fine anno e quindi come crediti, nel carcere minorile di Nisida, proprio qui a Napoli.>> I ragazzi restarono-a parte Ginevra-straniti da quella notizia. La maggior parte non era nemmeno contenta. Essendo tutti ragazzi abbastanza benestanti e provenienti da una zona nettamente migliore rispetto alla realtà del carcere, non volevano averci molto a che fare. Tuttavia se in un primo momento ci fu un mormorio iniziale, poco dopo venne interrotto dalla docente che continuò a parlare.
<<Vi spiegherò meglio in settimana, ma comunque oggi vi accenno già qualcosa.>> La professoressa si appoggiò alla cattedra e continuò a parlare. <<Innanzitutto come ho detto poc'anzi, questo corso extra verrà considerato quando si conteranno i crediti scolastici. Si tratta di lavorare insieme ai ragazzi del carcere per iniziare a reintegrarli in una realtà più normale di quella che vivono. La preside si è messa d'accordo con la direttrice e sono arrivati a stabilire che è meglio che questo tipo di corso lo faccia una quinta come voi.>> Ginevra ascoltò attentamente di cosa trattasse tutto questo.
<<Il corso consisterà in diverse attività. Prima fra tutte voi, essendo un artistico, aiuterete i ragazzi a ristrutturare diverse zone del carcere e a creare un affresco, che poi sceglierete insieme a loro unendo le idee. Potrebbe trattarsi di un quadro, di una scultura, di un dipinto sul muro... Inoltre per quelli che vorranno farlo, e se qualcuno dei detenuti accetta, ci sarà un concorso di fotografia a cui la nostra scuola aderisce ogni anno, dove a dicembre ci sarà la presentazione del lavoro svolto con un power point e una premiazione per il vincitore. Quindi per farla a breve, questo non è obbligatorio farlo, ma se volete partecipare potete dirmelo subito che vi segno al concorso.>> Ginevra pensò di cogliere subito l'occasione, ma dopo gli ultimi avvenimenti con Emanuele, aveva perso l'entusiasmo a partecipare a quel progetto con l'IPM. Ginevra alzò la mano per fare una domanda alla docente.
<<E in cosa consiste questo concorso che possiamo fare all'interno del carcere che non ha a che vedere con il progetto iniziale?>>

<<Beh quello che il concorso vuole è una storia originale rappresentata attraverso le foto. Dovrete scattare foto al posto, ai detenuti, e cogliere qualcosa di profondo in essi. Racchiudere tutto in un power point ben strutturato e spiegare alla commissione il perché abbiate scelto quelle determinate foto e che cosa rappresentano. Infine dovete disegnare su una tela un qualcosa che possa rappresentare a pieno quello che è la realtà del carcere. Siete gli unici che parteciperanno a questo progetto all'IPM e quindi ho pensato che potrebbe essere utile utilizzare questa esperienza anche per quel concorso. Ovviamente siete liberi anche di non accettare, questa diversamente dal progetto iniziale che vi ho detto è una cosa extra scolastica, però se partecipaste al concorso e uno di voi vincesse potreste prendervi un bel attestato che può far curriculum una volta finita la scuola.>> Per Ginevra poteva essere un'occasione per mettersi in gioco e far vedere quanto fosse appassionata di Fotografia. Il pensiero però di passare del tempo in quel Ipm dove avrebbe potuto rivedere Emanuele la infastidiva particolarmente. Ci pensò per tutta l'ora.

Quando la campana era suonata e la professoressa aveva preso le sue cose per andarsene, Ginevra le corse dietro è la bloccò a metá corridoio. <<Professoressa vorrei parlarle.>> Iniziò quindi. <<Dimmi Ginevra.>>
<<In merito al concorso di fotografia di cui parlava, le volevo dire che sono interessata a partecipare.>> La professoressa era molto felice che almeno uno di loro volesse partecipare. <<Sono molto contenta di questo. Sarà una bellissima esperienza pure per te e credo che se ti impegni puoi anche vincere il concorso, ho notato quanto ami fotografare, vedo che ti porti sempre la macchina con te.>> La docente l'aveva notata nel cortile della scuola sempre con la fotocamera al collo e una di quelle mattine si era avvicinata e Ginevra le aveva fatto vedere solo qualcuna delle tante foto che aveva scattato da quando era a Napoli. La professoressa allora aveva spinto ancora di più nel proporre ai ragazzi il concorso a Napoli sulla fotografia dove avrebbe partecipato anche altre scuole artistiche.
<<Si, ha visto quanto mi piace.>> Ginevra le sorride leggermente imbarazzata.
<<Ora ho un'altra classe, ma la prossima volta che sono con voi ne parliamo ancora meglio. Intanto ti iscrivo al corso.>>
<<Grazie professoressa, buona giornata.>>

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