5-Tutti uguali

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9 settembre 2022

Era arrivata anche la fine dell'estate. Questo significava l'inizio dell'anno scolastico.

Il primo giorno di scuola dell'ultimo anno era arrivato e Ginevra si stava preparando per affrontarlo.

La sveglia era suonata presto quella mattina in casa Romano. La giovane si era alzata contro voglia e aveva faticato a prepararsi. Aveva deciso di indossare un semplice jeans, una maglietta a maniche corte e le sneakers. I capelli li aveva lasciati mossi e sbarazzini, mentre per il trucco si era messa solo un po' di mascara.

<<Buongiorno principessa.>> La salutò lo zio una volta entrato in cucina preparato. Quella mattina Beppe avrebbe avuto il turno di mattina, perciò Ginevra si era proposta di raggiungerlo all'ipm una volta uscita da scuola, dato che distava solo 20 minuti a piedi. I due avrebbero poi pranzato fuori. Beppe aveva accettato. Era felice che Ginevra volesse passare del tempo con lui anche fuori casa.

<<Buongiorno zio. Come mai così allegro?>> Gli chiese finendo di bere il latte dalla tazza. <<Stiamo cercando di mandare delle richieste alle scuole superiori di Napoli per creare un progetto legato anche all'Ipm, così da far interagire i ragazzi dell'Ipm anche con nuovi coetanei e fare nuovi progetti. Sai, la nuova direttrice ha accolto la mia idea subito. Ha deciso di mandare la richiesta anche nel tuo istituto. La professoressa che insegna ai ragazzi nel carcere fa la docente anche nella tua scuola, magari il progetto lo fanno proprio con la 5 del tuo liceo e puoi partecipare.>> Le spiegò mettendo il caffè nella tazzina.

<<Idea interessante. Potrebbe essere una bella esperienza infondo.>> Ginevra non andava all'istituto da quando era passata settimane prima con lo zio e aveva visto quei detenuti fissarla e commentare con squallidi complimenti che complimenti non erano. In realtà, l'idea di tornarci dopo scuola era venuta perché voleva vedere Emanuele. Da quella sera di più di 10 giorni prima non si erano più visti. Ovviamente Beppe non ne sapeva assolutamente niente, era un loro segreto.

Ginevra era solo curiosa di parlarci di nuovo. Aveva deciso di non giudicare e di conoscere prima ancora di poter puntare il dito, lo aveva promesso anche allo zio. Perché non iniziare proprio con il ragazzo tenebroso? Non era una grande idea, continuava a ripetersi, ma quella sera era stato anche gentile offrendole il panino e riaccompagnandola a casa. In più, si sentiva in debito con lui, perciò voleva vederlo anche per capire come potesse saldare questo debito.

<<Sono contento che tu sia interessata e che abbia deciso di non giudicare senza conoscere. Se la tua nuova scuola deciderà di accettare questo nuovo progetto, dirò alla direttrice di scegliere l'Artistico.>> Ginevra ricambiò il sorriso che lo zio gli riservò.

Entrambi finirono la propria colazione. Ginevra prese il suo zaino eastpack nero e vi infilò due quaderni e l'astuccio con alcune penne che giorni prima era andata a comparare insieme allo zio. Una volta usciti di casa Beppe la accompagnò fino all'istituto.

Scesa dalla macchina osservò la struttura abbastanza moderna. Le pareti esterne erano bianche e grigie. Nell'entrata principale c'era un piccolo cortile dove moltissimi studenti aspettavano che la campanella suonasse. Ginevra si appoggiò a un muretto e prese ad ascoltarsi la musica con le cuffie. La campanella suonò appena 10 minuti dopo. La giovane si infilò tra la massa e chiese a una ragazza dove potesse trovare la vicepresidenza. Quando arrivò, salutò e chiede informazioni sulla sua classe.

<<Lei deve essere Ginevra Romano. Suo zio è venuto settimane fa ad iscriverla. Io sono la vicepreside Daniela Buccheri. La sua classe sarà la 5C.>> A porgerle la mano e a presentarsi fu una donna di all'incirca 50 anni. I capelli biondi erano corti dono al collo e ricci. <<Salve professoressa. Si sono io.>> Ginevra le strinse la mano. <<Se mi segui ti accompagno direttamente io nella tua nuova classe così che tu ti possa presentare ai tuoi nuovi compagni e alla professoressa di lettere.>> La biondina annuì e le sorrise, per poi seguirla in religioso silenzio.

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