"No. No!"
Mi svegliai di soprassalto. Mi guardai attorno. Ero a casa mia. Nella mia camera da letto.
"Ehi piccola. Tutto bene?" Simone si avvicinò al letto.
Lo fissai come se fosse la prima volta. Respiravo velocemente e a fatica.
Dio. Non era il momento. Non era il momento.
Simone scostó velocemente le coperte che mi ricoprivano.
"Piccola , dobbiamo muoverci. Dobbiamo andare all'ospedale." Cercai di alzarmi dal letto, ma non ci riuscì.
"Aiutami!" Gridai esasperata.
La corsa all'ospedale fu veloce ma abbastanza lenta per farmi ripensare agli anni che erano passati. Ogni tanto gli incubi di quei terribili tre giorni mi perseguitavano ancora, ma grazie alla mia famiglia e alla presenza di Simone ero riuscita a superare il trauma iniziale. All'inizio non volevo neanche a parlare con lui. Lo odiavo. Non volevo più vederlo. Ma lui non mi lasciava mai sola. Neanche la notte. L'unico ricordo vivido che ho di quei giorni è la sua mano stretta nella mia e delle sue promesse. Le ha mantenute tutte.
Mi ha conquistato giorno dopo giorno. Lentamente. Ha ricostruito il mio cuore un pezzo dopo l'altro. Mi è rimasto vicino, non si è allontanato da me neanche per un secondo. Mi ha reso una donna migliore, capace di affrontare qualsiasi cosa. Certo,le litigate non sono mancate, le lacrime , le esasperazione, ma non ci siamo mai lasciati. Sapevamo entrambi che il nostro amore era la colla che ci teneva uniti e che non ci avrebbe mai separato.
"Amore amore!" Gridai sconvolta quando non sentì più la sua mano.
"Piccola sono qua. Non ti lascerò mai."
"Mai?"
"Mai."
STAI LEGGENDO
Red Secret
RandomCustodivo un segreto che mi sarei portato nella tomba. Ma non avevo fatto i conti con lei: la mia nuova luce , la mia speranza.