Mary
Le parole che mi aveva detto mi rimbombavano in testa al ritmo del mio cuore. In spiaggia non ci eravamo piú incontrati, probabilmente mi stava lasciando un po' di spazio. Volevo chiedergli scusa per come l'avevo trattato. Non se lo meritava. O forse sí? Il suo comportamento da dominatore mi dava suoi nervi. E anche il fatto che riuscisse a capirmi cosí bene. Io volevo lasciarmi andare, ma davvero avevo paura. Non volevo soffrire di nuovo. La mia vita amorosa non era andata tanto bene: l'unico ragazzo che avevo avuto mi aveva lasciato dopo un anno perchè per lui il nostro rapporto era diventato abitudine. Avevo sofferto tantissimo. Ma ero riuscita ad alzarmi dal tunnel di depressione dov'ero capitata e avevo deciso di prendere in mano la mia vita. Cosí ero partita per l'universitá, in una cittá che non conoscevo e da sola. Per lo meno il mio carattere allegro e solare mi avevano aiutato a fare nuove conoscenze. Ma perchè non riuscivo a togliermi Simone dalla testa? Ero attratta da lui come una falena alla luce, ma avevo troppa paura di bruciarmi.
"Mary? Terra chiama Mary!"
"Scusa Bea, stavo pensando.."
"Sí sí, ma hai sentito quello che ti ho detto? " mi chiese la mia compagna di stanza.
"Sinceramente no." Le risposi. Lei rise.
"Ok, siamo invitate ad una festa in maschera per Halloween . Ci andiamo? Ci possono accompagnare i ragazzi. "
"Mmmm.. non so. Non vado pazza per le feste."
"Dai, non fare l'asociale. Tu vieni con me! Cosí la smetti di pensare a Simone." Le feci la linguaccia.
La festa arrivò in fretta. Scelsi di vestirmi da sacerdotessa druida: vestito comodo e perfetto per la serata. Bea si mise di fronte a me facendomi notare il suo vestito da vampira sexy.
"Dobbiamo mettere anche queste.. oh non è eccitante? " mi chiese dandomi due maschere. La mia era dorata e molto semplice. Marco e Fabio uscirono dalle loro stanze: uno vestito da Dracula e l'altro da Frankenstein. Arrivammo alla festa e ci mettemmo le maschere. Entrammo nella villa: non avevo mai visto nulla di piú meraviglioso. La sala d'ingresso era composta da due scale laterali che si univano in un'unica centrale. La casa era giá piena di gente. Marco mi mise una mano sulla schiena. "Prima della fine di questa serata, tu verrai a letto con me, che tu lo voglia o no."
"Marco ti ho giá detto di non rompermi il cazzo. Rischi di pentirtene." Mi allontanai il piú in fretta possibile,andando ad urtare uno zombie.
"Mi scusi, io..."
"No, signorina, non si preoccupi.. per scusarsi può sempre accettare un drink." Mi sorrise sornione.
"No, mi spiace, non bevo." Mi allontanai anche da lui. Fuggí in quella magnifica casa, cercando un posto tranquillo dove rifugiarmi per scappare dalla festa. L'avevo detto o no a Bea che essere circondata da troppa gente mi faceva venire attacchi di panico?
Aprí una porta ed ebbi la sensazione di essere a casa. Una magnifica libreria occupava lo spazio intero di due camere, i tre muri erano occupati da scaffali pieni di libri di ogni genere. Nella quarta parete si affacciava una finestra grandissima che dava sul giardino. Un divano e un paio di poltrone erano le uniche cose in cui sedersi. Mi avvicinai ai libri e li accarezzai con il dorso della mano. Sentí la porta aprirsi e mi girai di scatto.
"Ti avevo detto che prima della fine della serata saresti venuta a letto con me."
"Marco, non ti avvicinare."
"Tesoro siamo in una stanza piena di libri. Tutti sono alla festa. E nessuno ti potrá sentire." Marco era davanti a me, mi prese per un braccio e mi portò sul divano. "Marco, cazzo lasciami!! "
"Non credo proprio." Mi bloccava con il suo peso. Non riuscivo piú a muovermi. Le sue mani cominciavano a percorrermi tutto il corpo. Cercai invano di divincolarmi. Dovevo cercare di liberarmi. Attirai la sua attenzione.
"Marco..." la sua faccia era poco distante dalla mia, i suoi occhi colmi di lussuria. Feci il gesto di tirare indietro la testa come per dargli omaggio del mio collo, ma stavo prendendo solo lo slancio per... la mia fronte cozzò con la sua. Lui si tirò indietrò.
"Lurida puttanella." Cercò di avvicinarsi a me, ma una mano afferrò Marco e lo scaraventò lontano.
"Esci fuori da casa mia, immediatamente! " Marcò scappò via senza indugiare. L'uomo si tolse la maschera nera.
"Maria, tutto bene? Stai bene? Ti ha fatto male? " disse venendomi vicino e tenendomi stretta a sè.
"Simone ma questa casa..."
"Sei incredibile. Quel tizio ha appena cercato di violentarti e tu mi stai chiedendo se questa è casa mia? "
"Sí. Era giá fuori combattimento quando sei arrivato tu. Quindi grazie tante per non aver fatto niente."
Lasciò perdere il mio commento per chiedermi: "Cosa facevi qua? La festa non è di tuo gradimento? "
"Non mi piacciono le feste, nè tutto il casino e quell'ubriacarsi senza motivo. Preferisco la pace, la tranquillitá e questo.." dissi facendo una piroetta.
Lui mi mise una mano dietro la schiena e mi condusse ad uno scaffale.
"Scegline uno. Te lo regalo." Mi giraí verso di lui meravigliata.
"No.. non posso.. io cioè.." balbettai senza riuscire a formulare una frase per intero.
Lui sorrise e mi sciolsi letteralmente. La sua mano mi percorse il profilo della guancia per arrivare sino al mento. Il mio cuore perse battiti e poi riprese a pompare il sangue sempre piú velocemente. Lui mi abbracciò nuovamente e io lo ricambiai. "Marco abita nella mia stessa casa..."
Lui si spostò e mi guardò intensamente.
"Non ti lascio piú vivere lí! Puoi stare qua finchè non ti trovi un'altra casa.." io indugiai sull'offerta. Era allettante. Ma come potevo rinunciare a lui se lo vedevo ogni giorno? Come potevo resistere a quel fuoco se mi bastava averlo ad un metro di distanza per sentire le gambe molli? Lo guardai.
"Va bene." Quelle due parole cambiarono il corso della mia vita. Era come accettare una proposta per il Paradiso passando per l'Inferno. Sarò in grado di riuscire a resistere alle fiamme
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Red Secret
RandomCustodivo un segreto che mi sarei portato nella tomba. Ma non avevo fatto i conti con lei: la mia nuova luce , la mia speranza.