Capitolo 11.

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Ritornai a casa lasciando Mary dalla famiglia. Non volevo disturbare oltre. Dopottutto avevo scoperto il passato di Mary senza che lei lo volesse.

Mi squilló il cellulare.

"Caro fratellino! Sono passata a casa tua, ma non c'eri. Dove sei? Da quella lurida cagnetta che ti sei trovato? A proposito dove l'hai conosciuta?" 

"Aurora...  Ti ho giá detto di non cercarmi."

"Non trattarmi cosí fratellino. Lo sai che io voglio solo il meglio per te, e di certo non è lei."

"Aurora, non la conosci nemmeno, come puoi parlare cosí? "

"Solo io sono degna di stare al tuo fianco. Per caso ti sei dimenticato e stai cercando di farti una nuova vita?"

Il mio cuore perse un battito.

"No, non l'ho dimenticato."

"Meglio per te. Ora dimmi, decidi di lasciare quella ragazzetta oppure scoprirá tutto. Non credo che riuscirá a sopportare quello che tenti di nascondere a tutte." La sua risata maligna eccheggió nella mia testa. 

Staccai la telefonata. Non volevo continuare quella conversazione. Tutto ciò non era reale. La mia vita era sempre stata incasinata da quando mia sorella ne era entrata a far parte. Nascondevamo un segreto troppo grosso da poter essere svelato. Come potevo continuare a fare finta di niente? Una devastante rivelazione mi colpí in pieno: non sarei mai riuscito ad avere una relazione normale, e tutto per colpa di mia sorellastra. Dovevo fare qualcosa, ma cosa? In qualche modo lei riusciva a condizionare la mia vita a tal punto che, lasciavo tutte le ragazze per paura che scoprissero il vero me. Ma con Mary era diverso, lei era speciale. Era perfetta sotto ogni aspetto, volevo renderla felice. Forse la dovevo lasciare e classificarla come una delle tante donne con cui sono andato a letto. Ma in questo modo l'avrei delusa proprio ora che aveva piú bisogno di me. Non potevo farle questo.

Passai il viaggio in treno pensando ad una probabile soluzione, ma il ricordo di Mary che piangeva mi ossessionava. Se avessi rivisto quel bastardo dell'ex ragazzo l'avrei sicuramente ucciso. Il solo pensiero  che qualcun altro la toccasse, mi faceva salire tutto il sangue al cervello. 

Arrivai a casa e mi fiondai letteralmente in doccia. Avevo bisogno di placare i nervi e sciogliere i muscoli indolenziti dal viaggio. Volevo sentire Mary, sapere come stava, volevo proteggerla. Ma non potevo. Ero ad un bivio: cercare in qualche modo di dimenticarmi di lei, facendo il gioco di Aurora, oppure andare avanti in questa relazione che avevo con Mary con il rischio che lei scoprisse il mio segreto. La questione sembrava senza soluzione e la mia testa cominciava a dolere e a pulsare. Decisi di chiamare Cristian per uscire. 

"Ehi! Voglio uscire." Gli dissi.

"C'è una festa in un locale nuovo, pieno di gente ed offrono pure da bere. Ci facciamo un salto?"

"Ok. Passa fra poco." 

Mi misi una camicia e aspettai Cristian. Suonó il citofono.

"Prendiamo la tua macchina?" Mi chiese.

"Perchè?"

"Sono a secco, cazzo!"

Stare in macchina con Cristian era come entrare in una discoteca: musica a tutto volume e gridare per parlare. Non appena arrivammo al locale, bevemmo i due cocktail offerti dalla casa.

"Guarda quella ragazza ti sta guardando!" Una bionda dagli occhi blu mi stava fissando.

"E quindi?"

"Da quando la riccia ti è entrata in testa, non guardi nessun'altra."

"Ciao ragazzi." La bionda si lanciò languidamente all'attacco. Alzai il bicchiere in segno di saluto. Lei si sedette vicino a me e mise una mano sopra la coscia e mi baciò il collo.

"Ehi ehi, tesoro. Facci piano. Sei ubriaca" Le dissi.

"Ti vuole scopare Simo. Non che tu le faccia la predica." Mi prese per il culo Cristian. Mi tolsi la bionda da dosso.

"Guarda siamo come fratelli, se ti scopi lui è come se ti fossi scopato me." Dissi alla ragazza. Lei però non demorse.

"Io voglio te, non lui." Fece il broncio.

"Sono giá impegnato." Mi alzai e andai in bagno. La musica lí arrivava ovattata, per fortuna non si vedevano coppie che si davano da fare. Mi lavavo le mani, quando sentí un formicolio al collo e lungo la schiena. Pensai che fosse la bionda.

"Senti, io non voglio..." Mi bloccai all'improvviso, capendo chi avevo davanti.

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