Capitolo 12.

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"Aurora..Cosa diavolo.." dissi.

"Sssh, sono qui per farti vedere cosa stai cercando di dimenticare."

Ero come imbambolato. Non riuscivo piú a capire niente, era come se fossi fuori dal mio corpo. Indossava un trench scuro e delle scarpe col tacco rosse. Mi prese per mano. Uscimmo dal locale senza farci vedere. Mi condusse in un seminterrato di un losco bordello. La prima cosa che notai era il colore rosso. Appese al soffitto c'erano catene e stringhe in cuoio e dapertutto si sentiva odore di candele. Mi stava dando alla testa.

Non di nuovo, pensai. Cercai di indietreggiare e lasciare mia sorella.

"Beh, un uomo come te non avrá mica paura? " mi scherní.

"Aurora, io non posso..."

"Tranquillo, qui non devi pensare a niente. Dimenticherai perfino il tuo nome, qui esiste solo il piacere."

Io non volevo, non potevo. Ma quando lei mi strattonò la mano, io capí che era troppo tardi per tirarmi indietro. Lasciai il mio corpo, diventai apatico, incapace di muovermi da solo e i miei pensieri si fecero piú confusi, sempre piú radi.

Mi svegliai il giorno dopo che era mattino inoltrato. Era stato un sogno oppure avevo davvero seguito Aurora? I miei ricordi della notte precedente erano privi di logica e l'unica cosa che ricordavo era che stavo bevendo qualcosa con Cristian. Poi il vuoto. Presi il telefono.
Arriverò stasera per le otto.

Era un messaggio di Mary. Cazzo, non potevo andare a prenderla alla stazione, avevo una cena di gala. Avrei mandato l'autista.
Il mio autista sará lí.

Mi arrivò subito una risposta.
Non verrai tu? Ti volevo parlare.

Mi dispiaceva deluderarla.
Piccola non posso venire io. Parleremo domani tranquilla.

Passai il resto del giorno a guardare mail, programmare incontri e ad informare i rappresentanti. Erano le sei quando smisi di lavorare. Ero stanco, ma il gala aspettava la mia presenza.

Mi lavai velocemente e mi misi lo smoking.

Andai alla location. Tutto ero illuminato. "Signor Rells, senza nessuna oggi? "

"No, oggi no, sono solo."

"Ma non sei solo tesoro. Ci sono io che ti salvo la serata." Aurora si mise al mio fianco. Alzai gli occhi al cielo.

Aurora si dimostrò una perfetta accompagnatrice rispetto a come si comportava di solito.

La serata passò molto tranquilla e senza nessun evento in particolare. Quando arrivai a casa trovai Mary che ritirava la sua roba.

"Piccola, cosa stai facendo?"

"Cosa sto facendo? Non lo vedi da solo?"

"Sí, ma non capisco il perchè! " gridai esasperato togliendomi il papillon dal collo.

"Perchè vai a letto con altre donne. So che non abbiamo una relazione, ma cazzo! Non voglio prendermi chissá quali malattie per colpa tua!"

"Piccola, non so di cosa tu stia parlando. Io non sono andato con nessun'altra."

Mi lanciò delle foto che caddero a terra. C'ero io e altre donne. Io e Aurora.

"Piccola non pensavo.."

"Maledizione non chiamarmi piccola. Cazzo, sei uno stronzo come tutti gli altri. Io... io.." vidi il volto di Mary ricoperto di lacrime.

"Non mi ricordo niente di ieri. Ho un buco nella memoria, non so che diavolo ho fatto."

"Ecco quello che hai fatto!" Era incazzata, i suoi capelli ricci danzavano intorno alla sua testa.

Cosa dovevo fare? Dirle la veritá oppure lasciare che se ne andasse?

"Io per te sono stata solo una cazzo di notte di sesso. Nient'altro."

"No..." cercai di toccare la sua guancia, ma lei si tirò indietro.

"Io vado via." Uscí dalla porta di casa ed entrò in una macchina.

"Mary!" Gridai incampace di dire qualcos'altro. La pioggia iniziò a cadere. Il tetro rombo di un tuono coprí ogni rumore, anche il suono sordo del mio cuore che si stava spezzando. Rientrai in casa praticamente zuppo. Mi tolsi l'abito e lo buttai per terra. Il mondo pareva non avere senso, aveva perso il suo colore. Mi trascinai sul divano non sapendo piú cosa fare. Ormai Mary se n'era andata e non potevo piú parlarle. Luna si avvicinò piano e si accoccolò accanto a me per darmi conforto. Guardai le foto con schifo. Dove sono andato a finire? Perchè sono caduto cosí in basso? Perchè non posso vivere la mia vita senza problemi? Perchè non potevo avere una relazione normale? Perchè dovevo mentire? Volevo solo una cosa: Mary. Ma come potevo farla tornare da me? L'unica soluzione possibile era dirle tutta la veritá, sul mio passato, su chi ero e su chi sono adesso. Lei aveva il diritto di sapere.

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