•Vita Sbagliata-L'età dell'adolescenza•

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Sinossi:

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Sinossi:

"<<Sfigata! Si, è esattamente così che mi sento: una povera sfigata che non riesce a collocarsi da nessuna parte. Anche l'ultima prova di affido è andata a farsi fottere e ora, cosa mi resta da fare?"

Sono seduta nell'ufficio dell'assistente sociale da più di mezz'ora ad aspettare di sapere quale sarà il mio destino.

"Non è sempre colpa mia, però, e che cazzo, non possono sempre addossarmi tutte le responsabilità sui fallimenti delle mie prove di affido! Ho sempre trovato famiglie molto lontane da quella che è la mia visione personale di un nucleo familiare: un padre e una madre un po' fuori di testa, ma che si amano alla follia. Io sono abituata a questo tipo di famiglia, così è stata la mia fino a quando poi tutto è precipitato nell'orrore più assoluto."

Immersa nei miei pensieri, quasi senza accorgermene, mi alzo e rimango in piedi davanti alla finestra a fissare la pioggia che, lenta, sta cadendo ormai da ore.
Guardo tra i tetti i questo quartiere di periferia di Livorno, nella vana speranza di riuscire a intravedere il mare. La sua presenza è una delle poche costanti della mia vita. Come se il suo moto incessante riuscisse a trasmettermi la forza per andare avanti. Ho freddo e come al solito le mani sono gelide. Tiro giù le maniche della felpa oversize che indosso, nell'inutile tentativo di provare a riscaldarle.

<<Ora cosa succederà? Cosa mi aspetta?>>

La voglia di fumare mi sta logorando. Odio le attese, specialmente se poi queste nascondono sicuramente situazioni sgradevoli, ma se ora tiro fuori le sigarette per accenderne una e mi beccano è la fine.

<<Ma chi se ne frega!>>

Rapidamente mi dirigo verso il bagno, tentando di recuperare dalla tasca dello zaino il pacchetto di Camel e, cazzo, come al solito non riesco a trovare l'accendino. Nel casino totale che regna in queste tasche gli accendini spariscono sempre, inglobati a chissà cosa.

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