Capitolo 17

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KYLIAN

E' difficile trovare la persona giusta, ma sarebbe
un errore accontentarsi di quella sbagliata.
☾Ilariastoriess

«Tu sei pazzo. Non vorrai sul serio andare con lei dopo quello che hai sentito.»

Damian rolla una canna stravaccato sul mio divano mentre io indosso la giacca di pelle nera.

«È proprio quello che ho intenzione di fare»

Ridacchia tra sé e sé «Ti conosco troppo bene per non sapere che si tratta della tua vendetta»

Più che vendetta, la definirei la mia spintarella verso il karma.

Kevin Brown non è il bravo ragazzo che sembra.

Sta usando il nome di Isabelle per farsi strada nel suo ufficio di falliti e stasera ha una cena con Vanessa Stewart.
E non si tratta di un confronto tra capo e dipendente.

«Quella moretta ci sa fare. Ha chiuso la questione in dieci minuti»

«Se fai di cognome Morris, chiunque risolverebbe la faccenda in fretta, Damian. Tuo padre porta avanti la banca più importante di questo fottuto Paese»

«Si beh, comunque mi ha fatto eccitare mentre mi chiamava "assistito"»

Faccio un tiro dalla sua canna, poi apro la finestra per disperdere l'odore d'erba.

«Quasi quasi vengo con te. Sarà divertente scommetto»

«Chiama Rachel o Olivia e non rompere il cazzo.» gli tiro un colpetto sulla nuca prima di restituirgliela.

Sospira «Olivia vorrà sicuramente festeggiare il nostro rilascio. A proposito, centinaia di dollari di roba sono andati perduti, José mi darà problemi.»

«Risolveremo in qualche modo, lo facciamo sempre.»

«È stato tutto così elettrizzante, cazzo» salta giù dal divano ridendo.

Ora capisco perché è uno dei miei migliori amici.

L'eccitazione, il pericolo, la paura di essere scoperti che alimenta la fiamma dentro di noi: sono queste le cose che accomunano e tengono saldo il gruppo dei Serpenti.

Prendo le chiavi dell'attico quando Chie compare in fondo al corridoio.
«Io aspettare te stasera, Kylly?»

«No, Chie. Puoi andare a casa, ci vediamo domani» la saluto mentre Damian esce.

«Passa al Cruz più tardi, sempre se non sarai impegnato per tutta la notte» mi fa l'occhiolino.

Magari.

Scendo e salgo sulla mia moto, fermandomi sotto il palazzo della Rossa.

Sono le 21 e di lei ancora nessuna traccia.

Penso di andare a suonare e iniziare ad animare la serata già da adesso, giusto per dare un po' di spettacolo, ma non appena la vedo arrivare le mie intenzioni vanno in fumo.

La vendetta più letale è quella lenta.

Goditi la serata, Marte.

Cammina verso di me sicura di se stessa, lasciandosi ammirare.

Indossa una tutina nera aderente con un profondo scollo a v che mette in evidenza le sue curve, i capelli sono mossi e una collana dorata le circonda il collo, accarezzando la sua pelle diafana.

Un fischio fuoriesce dalla mie labbra, giusto per infastidirla un po'.

«Sei così bella per me, Marte?»

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