Isabel
Apro lentamente gli occhi e mi porto una mano alla testa che sembra voler scoppiare.
«Dove sono?» questa è la prima frase che sento provenire dalla mia bocca, anche se, più che una frase, assomiglia a un lamento.
Mi guardo attorno non capendo, ci sono rumori che sovrastano voci e oddio qualcuno può spegnere questa luce?
Mi alzo col busto e vicino la porta vedo mio fratello Noah dire qualcosa a... Erica e Rachel? Che ci fanno qua?
Le mie due amiche escono dalla stanza dopo aver scambiato parole con mio fratello che subito viene a sedersi vicino a me.
Dalla sua espressione sembra sorpreso di trovarmi sveglia.Restiamo minuti interi a fissarci, nessuno dice una parola e sinceramente è meglio così perché non ricordo nulla delle ultime ore.
Abbassa lo sguardo.
«Ci hai fatto prendere uno spavento, Isa. Non farlo mai più.» mi abbraccia come non ha mai fatto prima, non è solo un abbraccio di spavento, è un abbraccio che racconta una storia, la storia dei gemelli.Noah, sempre così chiuso in se stesso, stava iniziando a non perdere nessuna occasione per dire ciò che pensava, non era mai stato tanto affettuoso o impulsivo, è sempre stato tirato su certe cose.
Quell'abbraccio raccontava un legame gemello, la paura di perdersi, di perdermi per la seconda volta.
Se un gemello se ne andasse cosa rimarrebbe dell'altro? Siamo come fiamme, siamo legati da qualcosa di profondo, intenso.. in qualche modo condividiamo la nostra anima, è il mio specchio spirituale.Sospiro e ricambio l'abbraccio.
«Ti voglio bene Noah, scusa.»
Non mi rendo neanche conto di star sbadigliando fino a quando il mio gemello non me lo fa notare.
«Mostriciattola dovresti riposare ora.»
«Noah?»
«Si?»
«Prima ho visto Erica e Rachel.»
«Si sono tutti qua fuori per voi, stavano aspettando vi svegliaste.»
«Per noi?»
E all'improvviso il silenzio che cala è più assordante delle parole stesse.
Che voleva dire?
Poi una domanda mi passò per la testa, aspetta un attimo.
«Noah come mai sei entrato da solo e non insieme a Tom?» continua a fissarmi senza aprire bocca, ma che ha ora?
Questa situazione non mi piace.Mi alzo dal lettino con le poche forze che ho, di tanto in tanto mi aiuto appoggiandomi sul muro.
Noah sembra ancora imbambolato, non muove un muscolo, sento chiamarmi solo quando sono già fuori dalla stanza.Davanti a me Hope, Erica, Rachel, Kai, mi guardano sconvolti mentre corrono verso di me.
«Isabel che stai facendo torna dentro.» continuano a ripetermi le stesse parole fin quando quello che dico non li paralizza tutti proprio come è successo poco fa in stanza.
Manca qualcuno all'appello.
«Dov'è Tom?» vedo gli sguardi delle mie amiche abbassarsi, Erica sembra addirittura presa dal panico, come se stesse per piangere ed è molto strano.
Lei è sempre così forte.. come ha fatto una semplice domanda a buttarla giù così? Provo a cercare risposte da parte di Kai e quest'ultimo mi invita a seguirlo facendo un cenno del capo per indicare una porta la vicino.Quando la apre rimango stravolta dalla scena che mi si presenta davanti: Tom su un lettino d'ospedale.
Tom
poche ore prima
Confusione, questo è quello che riesco a percepire nonostante io non abbia ancora aperto gli occhi.
Parole confuse e urlate, passi pesanti, il rumore di un battito cardiaco.Riesco a scorgere una luce, ma perché deve essere così forte? Mi stanno accecando o sto passando a miglior vita?
Ma che cazzo di pensieri sto facendo.
«Il paziente reagisce, possiamo procedere, portate i sedativi.»
Procedere? Sedativi?
All'improvviso non mi interessa più di essere accecato, sbarro gli occhi.
Sento attaccarmi qualcosa ai polsi, alle braccia, al petto e alla testa.
«Lasciatemi andare!» urlo con quel minimo di lucidità che ho al momento ma non vengo ascoltato.
Continuano a fare avanti e indietro per la stanza, ma sono sordi o cosa?
Vedo persone in camice bianco portare guanti, sacche, siringhe, attrezzi e macchinari vicino a me.
Mi alzo di poco con il busto finché un dolore lancinante si presenta sulla mia schiena, tiro un urlo di dolore e come saette vedo arrivare due figure accanto a me.
«Dov'è mia sorella? devo vederla.
LASCIATEMI ANDARE!» mi dimeno ma sono completamente bloccato.
STAI LEGGENDO
Sfiorami in otto tempi
Любовные романыIsabel Wilson, 19enne di Chicago, è una ballerina di latino americano, danza che pratica da quando aveva dodici anni. A quell'età Evan Smith era il suo partner, aveva quattordici anni ma ballava da più tempo di lei, quindi più esperto, avanti. Ogni...