Isabel
«E tu che cazzo ci fai qua?»
Riconosco subito i capelli rossi e la voce irritante.
L'immagine di due ragazzi avvinghiati viene subito sostituta da Sandy che mi corre incontro infuriata.
La conosco da poche ore e posso già dire "come sempre".
«Chi ti ha detto di venire qua? Non ne hai il diritto.» sputa a due centimetri della mia faccia.
«Tu si?» incrocio le braccia.
Prima che la bestia inferocita possa avventarsi su di me, il ragazzo che un attimo fa la stava baciando si slancia in avanti e le prende le braccia per tenerla ferma.
James? Quello che poco fa è stato mandato a fanculo davanti a tutti dalla stessa?
Per stasera posso dire di aver visto di tutto.
Sandy si gira verso quest ultimo.
«Che cazzo fai? Lasciami!»«Calmati, magari si è solo persa o non sapeva che non si potesse entrare.»
La rossa si stacca prepotentemente dalla presa.
«Ora la difendi pure!? Diamine, da che parte stai!?»Vedendo la sua faccia in questo momento, potrei scoppiarle a ridere in faccia da un momento all'altro.
James alza gli occhi al cielo e subito dopo la ragazza decide di lasciarle la stanza.
La porta sbatte violentemente dietro di me, provocando un boato nella sala enorme che non ho ancora avuto il tempo di guardare.
E che non ho intenzione di guardare, stasera si stanno smuovendo troppo le acque, soprattutto con questa Sandy. E in più ho un mal di testa tremendo.
Faccio per uscire dalla stanza, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, me lo impedisce.
Quando alzo lo sguardo trovo la figura di James poggiata sulla porta, per bloccarla con tutto il suo peso. O con tutti i suoi muscoli, dato che è braccia conserte, e solo una di queste potrebbe mandarmi in Australia solo sfiorandomi.
Sono certa che tra poco vedrò volare un bottone della camicia, oppure si distruggerà e basta, tipo Hulk.
Cazzo Isabel, placati. Sembri una dodicenne in preda agli ormoni che non ha mai visto una persona di sesso maschile. E poi alza lo sguardo, ti prenderà per pazza se continuerai a fissarlo così.
Di mio non sono bassa, anzi, sono sempre stata la più alta tra le mie amiche, ma lui? Il suo torace mi arriva al naso.
Prendiamo sempre in giro a Hope per la sua statura, ma in confronto a lui io non sono da meno.Prendo distanza e incrocio le braccia.
«Dovrei passare.» mi impunto.
«No, non dovresti.» Come?
«Scusa?» ho sicuramente sentito male.In questo posto sono decisamente tutti matti.
Di tutta risposta si stacca dalla porta e cammina a passo lento verso il centro della sala.
Lo seguo con lo sguardo ancora sconvolta, ma alla visione di ciò che si staglia attorno a me, pure la voglia di andare via sparisce.
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Sfiorami in otto tempi
Roman d'amourIsabel Wilson, 19enne di Chicago, è una ballerina di latino americano, danza che pratica da quando aveva dodici anni. A quell'età Evan Smith era il suo partner, aveva quattordici anni ma ballava da più tempo di lei, quindi più esperto, avanti. Ogni...