Una cosa che non posso reggere? il sentirmi un peso verso chi mi sta accanto.Da piccola mi sentivo così verso la mia famiglia, e adesso che sono rimasta sola con mio fratello maggiore, questa sensazione si è triplicata.
Il soffrire di vertigini, gli attacchi di panico, e adesso le allucinazioni causate dallo stress, dalla paura, dall'ansia... sono tutte piccole grandi cose che vivono dentro di me sin dalla tenera età.
Ora come non mai, ho l'impressione che, più che star colpendo me, stiano facendo male a chi cerca di aiutarmi.
Uno.
Inspira.
Due.
Espira.
Presto passerà, mi ripeto.
Uno.
Inspira.
Due.
Espira.
Sta finendo tutto, mi ripeto.
Uno.
Inspira.
Due.
Espira.
La testa sta per esplodere.
Uno.
Inspira.
Due.
Espira.
Sta tornando, lo sento.
Uno.
Inspira.
Due.
Espira.
È ricominciato.
Punto e a capo.
È ripartito da zero, come un secondo round.
Uno.
Inspira.
Due.
Espira.
Non respiro.
Schiava di un vortice infinito.
Un limbo.
Qualcosa di cui non ti puoi liberare.
Egli si ripresenterà quando penserai di averlo scampato una volta per tutte.
Di averlo messo in un angolo remoto, chiuso, buio.La tempesta che arriverà improvvisa quando ci sarà il sereno. Un sereno in grado di farti dimenticare dell'esistenza del male.
Uno.
Due.
Tre.
Il battito è impazzito.
Uno.
Due.
Tre.
Porto le mani ai capelli. Vorrei strapparmeli.
Fermatelo. Non riesco a sopportarlo.
Uno.
Due.
Tre.
Basta. Non ce la faccio più.
Uno... Due...
Ed eccolo, il buio.
Ho sempre pensato la felicità come qualcosa da tenere a bada. Qualcosa che puoi avere, ma senza esagerare.
Mi sento soffocata da quella sensazione di totale leggerezza, quell'emozione così potente da farti credere che tutto sarebbe andato bene.
Beh, non è così. Io non la vivo come qualcosa di leggero.
Io cerco la felicità ma non me ne concedo mai troppa. Devo stare sull'attenti, sempre e comunque. Soprattutto quando le cose sembrano andare per il meglio.
Sapevo che dopo tutta quella tranquillità sarebbe arrivato qualcosa di più grande a travolgermi.
Ho paura della felicità?
Cosa devo veramente fare per godermi al massimo attimi di pace?
Devo lasciarmi andare rischiando di prendermi la botta tutta insieme, dopo?
Cerco la spensieratezza che avevano le persone vicino a me.
Voglio essere come gli altri?
No, io non sarò mai come tutti gli altri.
No, non me lo posso permettere.Chi penserà agli altri se sarò la prima ad abbassare la guardia?
Devo essere pronta... pronta a tutto, sempre.
Ci capita spesso di dire "Ti capisco." o ancora, "Mi dispiace.", che da un lato può anche essere vero, ma in 20 anni mi sono ritrovata talmente tante persone con la medesima risposta pronta, che ad un certo punto ho iniziato a chiedermi se fossi realmente capita, o era solo un modo per non farmi sentire pazza, diversa, fuori da ciò che è la normalità.
Non potremo mai comprendere a pieno una situazione o uno stato d'animo se non saremo i primi a conoscere la sensazione o a viverla, nel bene e nel male.
Mi chiamo Isabel Wilson, ho 20 anni.
Da piccola soffrivo di attacchi di panico.
Non ricordo bene quando arrivò il primo, ma so per certo che è stata una conseguenza al mio soffrire di vertigini.Questi attacchi durante gli anni si sono calmati ma, nonostante ciò, non ho mai accantonato il pensiero che potessero tornarne.
Ed è quando si ripresentano dopo un lungo periodo che si percepisce il dolore in modo diverso, nuovo.Questi attacchi agli occhi degli altri sembrano tutti così uguali.
Stessa sensazione.
Stessa paura.
Ma solo chi li vive sa che ognuno di loro rappresenta una battaglia diversa.Speri che ogni attacco sia l'ultimo.
Speri che ogni attacco duri sempre meno.Tutto è amplificato.
Il cuore batte così forte che sembra uscire dal petto.
La gola si chiude e pensi di poter svenire da un momento all'altro.Tutto sembra così reale.
Ma in pochi sanno che è solo un meccanismo tossico creato dal nostro cervello, fino a diventare una routine. Una routine opprimente, insaziabile.
Qualcosa da cui non puoi scappare.
Non puoi scappare da te stesso.
Non puoi scappare da quello che vuole farti il tuo cervello, qualcosa di vitale importanza.Ma se fosse proprio quello che ci serve per ragionare, a farci perdere la ragione, a distruggerci, un giorno?
Ecco perché anche il cervello ha bisogno di svagarsi, di tanto in tanto.
Se non ci penso, non può farmi male... sbaglio?
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Sfiorami in otto tempi
RomansaIsabel Wilson, 19enne di Chicago, è una ballerina di latino americano, danza che pratica da quando aveva dodici anni. A quell'età Evan Smith era il suo partner, aveva quattordici anni ma ballava da più tempo di lei, quindi più esperto, avanti. Ogni...