1

295 2 0
                                    

Stava piangendo a dirotto, le lacrime le colavano lungo il viso. Ancora non poteva credere a quello che era successo, ancora non poteva credere che tutta la sua vita fosse crollata nell'arco di pochi giorni.

"Te lo meriti Sara, te lo meriti e basta"

Continuava a ripeterselo, minuto dopo minuto. Affondò la testa nel cuscino e tirò un urlo che giunge alle sue orecchie quasi come un fischio in lontananza. Provò a chiudere le palpebre e svuotare la mente, senza successo. La casa non odorava più di lui, la sua assenza la faceva sembrare così vuota.

"Cosa ti aspettavi, sei solo una stupida. Hai rovinato tutto, perché lo fai sempre. Perché devi essere così sbagliata?"

La sua coscienza bussava e lei la ascoltava da dietro la porta, provando a tapparsi le orecchie. Con Mario era andato tutto allo sfascio, e questo perché? Perché aveva preteso qualcosa da lui che non le poteva dare.

O che non le voleva dare.

Quanto aveva sofferto per lui, quanto si era impegnata. A niente era servito far finta di nulla, mentre lo vedeva fare lo stupido con le altre. A nulla era servito tacere quando una sera di qualche mese fa, controllando il suo telefono, aveva trovato dei messaggi compromettenti. La sua mente aveva cancellato quel ricordo, aveva cancellato il dolore che aveva provato. Era come se, quel momento, non fosse mai esistito. Ma, ora che lo aveva perso, quel momento riemerse nella sua mente. Lui che torna, entra in bagno per farsi la doccia. Il telefono appoggiato sul divano, la vibrazione. Si era avvicinata, non poteva sbloccarlo, ma dall'anteprima c'erano i messaggi di lavoro e anche svariati messaggi di alcune ragazze.

"Lui mi ama, non importa. Sono solo messaggi" si era detta.

Aveva iniziato da tempo a sospettare che lui la tradisse ma l'amore era più forte di qualsiasi dolore. Aveva iniziato ad avere meno contatto fisico, meno contatto emotivo. Meno tutto. Anche se, di fatto, si era sempre rivelato molto distaccato. Ma era solo un periodo che sarebbe passato, si ripeteva giorno dopo giorno. Mario era fatto così, freddo e cinico se non in rari momenti. Faceva parte di lui. Ora, invece, Sara si ritrovava da sola in quella casa che appariva così vuota, tra le foto dei viaggi e i pupazzi da adolescente che lui ,di tanto in tanto, le regalava. Aveva sopportato così tanto lei, aveva sopportato così poco lui. Provò ad alzarsi dal letto fissando la macchia che le sue lacrime e la sua bava avevano lasciato sul cuscino, e di nuovo quei pensieri rimbombarono nella sua testa.

"Quanto sarebbe bello se lacrime e bava non venissero dal dolore emotivo, quanto sarebbe bello se fossero scaturite da me a causa di..."

No, basta! Doveva smetterla con quei pensieri, ma che le aveva preso? E perché iniziava a sentire le mutandine bagnarsi, perché immaginava molteplici mani su di lei, sussurri indistinti all'orecchio.

"Perché Sara, perché?"

Poggiò i piedi sul pavimento e provò a tirarsi su, non aveva quasi più forze. Quella stanza sembrava così lontana, il suo corpo sembrava così lontano. L'autunno stava giungendo dopo un'estate torrida che lei avrebbe solo voluto dimenticare. Al ritorno dalle vacanze, dopo essere stato fuori per lavoro e dopo che lei aveva visto i messaggi, Mario le aveva chiesto di vedersi alla caffetteria dove si erano incontrati la prima volta

"Che tenero, è così romantico" pensò. Ma di romantico non vi fu nulla. Aveva provato a baciarlo sulle labbra quel giorno, ma lui si era girato di scatto e Sara si punse con la sua barba incolta. Da lì capii che era l'inizio della fine. La fine dell'unica storia della sua vita, la fine di loro. Si sedettero e lei continuò a sorridere, si sentiva così stupida ripensandoci. Mario non andò molto per il sottile, anzi.

"Sei solo una pervertita del cazzo, ecco quello che sei. Ho fatto bene a tradirti con Michelle, scopa meglio di te. E sopratutto non mi ha mai chiesto quelle...quelle cose. Ecco brava, piangi come un bambina solo questo sai fare. Ma chiediti il perché l'ho fatto"

Oltre la finestraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora