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Gli faceva male la testa. Il sole filtrava dalla finestra e illuminava la bottiglia di whiskey mezza vuota, il colore ambrato li faceva sembrare quasi celestiali. Simone sentiva la bocca impastata e un fastidiosissimo cerchio alla testa. Si sentiva come se non avesse dormito affatto, aveva tutti i muscoli del corpo indolenziti. La sera precedente era qualcosa di offuscato che provava a riemergere dalla propria mente. Ma quanto di ciò che ricordava era reale, quanto di ciò che ricordava era successo davvero? Si tirò su dal divano e rantolò verso la cucina, aveva bisogno di caffè. Il rumore della macchinetta gli faceva esplodere il cervello.

"Tra poco starò bene. Devo stare bene"

L'odore del caffè invase la stanza, lo sorseggiò con calma fissando nel vuoto. Il volto della ragazza premuto sul vetro riapparve da qualche angolo recondito del suo essere. L'aveva fissata con disinteresse fantasticando su di lei. Mai si sarebbe aspettato certi comportamenti da quella ragazza, mai si sarebbe aspettato che fosse riuscita a esporsi così tanto. Il chiarore dei lampioni le illuminava il corpo e quei seni così perfetti, quel viso da angelo totalmente trasformato. Era molto diversa dalla persona che Simone immaginava, ma lo aveva capito quando si erano incrociati per strada. Lei si era fatta scopare per un po', ma Simone si era accorto della sua insoddisfazione.

"Che sia anche lei come me?"

No, non poteva essere. Per quanto alcuni gesti di quelle settimane lo avessero fatto fantasticare, lei era troppo distante dal suo mondo. Finito il rapido, troppo rapido, rapporto con quel ragazzo l'aveva vista piangere richiudendo la porta di casa dietro di se, scivolando con la schiena contro il pannello di legno bianco  e sedendosi a terra nuda. Aveva osservato la ragazza ma a lui non giungeva nessun suono, come se stesse ammirando un raro pesce in un acquario. Ovviamente aveva immaginato parte della scena, perché una volta scivolata a terra la ragazza era uscita dal suo campo visivo. Eppure il dolore di lei combaciava con il suo. Eppure, per una volta in quelle settimane, Simone pensò che erano simili. Non poteva che provare tenerezza per quella ragazza senza nome, doveva sentirsi terribilmente usata. Il ragazzo che si era portata a casa, finito il rapporto, l'aveva lasciata lì quasi a dire "ho ottenuto quello che voglio, ora posso anche andarmene". Purtroppo è una cosa che accadeva spesso nei rapporti occasionali e, chi non c'era abituato, poteva soffrirne terribilmente. D'altronde, chi con un briciolo di umanità poteva non soffrirne?

"Ma questa è la vita" disse Simone a voce alta bevendo l'ultimo sorso di caffè e tirandosi su dallo sgabello. Prese una sigaretta e l'accese, aprendo poi la finestra. Il freddo, quel maledetto freddo arrivato tutto insieme. La notizia di suo padre lo aveva sconvolto così tanto da far riemergere il demone che aveva dentro. Era riuscito a soffocarlo un tempo, o così aveva pensato. Ma la bestia era solo svenuta a quanto pare. Si fece una doccia tiepida e si sentì decisamente meglio ma, nonostante la doccia, i pensieri non andavano via. Rimase a fissarsi allo specchio per diversi minuti chiedendosi:

"Chi sono?"

Nessuna risposta, nessun conforto. Si mise i pantaloni di tuta di felpa e un pullover, non si asciugò nemmeno i capelli. Accese una sigaretta sedendosi alla scrivania e ne fissò il tizzone per qualche minuto. Non aveva ancora notizie dall'ospedale ma si convinse a non pensarci. Mai si sarebbe immaginato di stare così in apprensione, lui che aveva da sempre lasciato un certo spazio tra se e le altre persone. Anche se questa regola non valeva nelle relazioni.

In quel frangente ci aveva sempre investito molto, emotivamente, e a ogni rottura ci stava parecchio male anche se la decisione era stata presa da lui. Quando aveva scoperto un lato di sé, quello che aveva taciuto da anni, la situazione non era di certo migliorata. Dapprima era sopraggiunto il senso di inadeguatezza, la paura del confronto e le sue insicurezze. Poi, con il tempo, era riuscito a eliminare del tutto quelle sensazioni sostituendole con autorevolezza ed esperienza. Quella parte di lui, ora, era tutta la sua vita e per nessun motivo al mondo aveva intenzione di perderla. In passato aveva perso molte cose, sopratutto di se. E aveva anche rischiato di perdere se stesso.

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