Manuel, durante quella settimana, trascorre nell'ufficio di Matteo più tempo di quanto ne passi nel suo. Ciò che non si aspetta, tre giorni su cinque, è che a tenergli compagnia sia Simone.
Il fatto che nella sua mente abbia iniziato a pensare a lui semplicemente come Simone e non come l'insopportabile Simone Balestra dovrebbe già essere indizio di quanto le cose tra loro siano cambiate ma, in realtà, per quanto lui si sforzi di negarlo a sé stesso, non riesce a restare indifferente al ragazzo.
È forse colpa del caffè che Simone si è premurato di offrirgli ogni giorno, apprendendo da Matteo che avrebbe trovato l'altro ragazzo ad attenderlo, o forse degli outfit "normali" che Simone ha sfoggiato di volta in volta, o del mondo in cui i suoi capelli ricci sembrano indicibilmente ed ingiustamente morbidi se non vengono ricoperti di gel.
Insomma, Manuel non sa esattamente cosa sia cambiato in lui, cosa sia scattato in lui, ma sa che è lunedì, sta per entrare in aula, sa che la sua controparte sarà l'avvocato Balestra e non avverte nemmeno un quarto del fastidio che fino a qualche settimana prima gli avrebbe corroso lo stomaco in una circostanza simile.
Deve, però, deglutire una manciata di volte perché è abbastanza sicuro di essere in procinto di vomitare proprio davanti al giudice, nel suo ufficio, sul suo prezioso tappeto.
Quest'ultimo infatti ha convocato entrambe le parti per comunicare loro che il cliente di Manuel sarebbe stato condannato in seguito ai documenti presentati dall'accusa e questo non sarebbe stato un problema per Manuel in una situazione differente; dopotutto è il suo lavoro.
Ciò che l'ha turbato al punto da fargli sentire una sensazione simile ad una serie di percosse dritte allo stomaco è la motivazione: lo studio di Simone è riuscito a dimostrare che i suoi collaboratori hanno, in qualche modo, compromesso il processo impedendo ai testimoni di testimoniare, di fatto minacciandoli.Probabilmente, però, nemmeno questo è il principale problema di Manuel. Il problema di Manuel è il formicolio che sente nel petto e che lo costringe ad aprire e chiudere i pugni ed a deglutire vistosamente mentre esce dal tribunale e pensa.
Perché se Simone avesse denunciato anche lui, se lo studio di Simone avesse anche soltanto insinuato che lui fosse stato coinvolto in quelle intimidazioni, lui avrebbe rischiato la carriera, avrebbe rischiato tutto.
Perché lui non c'entra, e sa che appena sarà lucido abbastanza da poterlo fare, dovrà parlare a tutti i suoi collaboratori, ma se Simone avesse insinuato il contrario, lui avrebbe dovuto dimostrarlo e queste cose non sempre finiscono bene.
Lo sa.
Decide di andare a bere.
Ha bisogno che una buona dose di alcol gli faccia bruciare la gola, che gli offuschi i pensieri perché la direzione che stanno prendendo è tremendamente pericolosa, somigliando sempre più alla silhouette di un ragazzo alto, con i capelli ricci scuri. Ha bisogno che qualcosa lo tenga ancorato alla realtà e soprattutto che quella realtà non comprenda Simone Balestra.
Il The Woods sarebbe, in un giorno qualunque, la sua ultima scelta, sia per la qualità dei drink, sia per la compagnia, trattandosi del bar in cui si ritrovano praticamente tutti gli avvocati dopo i processi. Tuttavia, quello non è un giorno qualunque. In quel momento, Manuel vorrebbe disperatamente sapere perché Simone Balestra si è trovato, servito su un piatto d'argento, l'occasione di rovinarlo e non l'ha colta.
«Un negroni.» borbotta, sedendosi al bancone ed allentandosi la cravatta con due dita, senza neppure degnare quella sala di uno sguardo.
E lo stesso trattamento è riservato al barman che non si trattiene e «oh ma vedi che 'n era 'no shottino.» gli fa notare, ridacchiando, trovando piuttosto buffo il modo in cui Manuel abbia bevuto quasi l'intero contenuto del bicchiere in un solo sorso.
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(Law)suit and tie
Fanfiction«Non m'è mai piaciuto solo il nome mio sul citofono, in fin dei conti.» Simuel Lawyers AU