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Il problema più grande di Manuel è che in presenza di Simone Balestra non ha mai saputo dare ascolto alla sua mente.

L'ha prima odiato. Era sicuro di odiarlo, tanto che il solo pensiero della sua perfetta forma ed il suo cordiale sorriso erano in grado di tenerlo sveglio la notte, quando temeva di non riuscire a portare avanti il suo studio e continuava a pensare al ragazzo perfetto che gli aveva soffiato il posto come assistente del procuratore.

Poi ha iniziato ad essere tormentato dai suoi lineamenti perfetti e dal suo profumo che lo costringeva ad essere così disgustosamente felice e dalle sue mani che avrebbe volentieri voluto strette attorno alle sue.

Ora, crede di esserne innamorato. E forse si sente peggio di prima.

Non sa esattamente come ci si senta, non ha mai provato una sensazione anche vagamente simile a ciò che prova quando sfiora Simone, quando lo bacia, quando ci fa... l'amore.

Ha capito di non avere scampo quando ha iniziato a pensare a quel pomeriggio come "la prima volta in cui hanno fatto l'amore", ne ha avuto la conferma quando l'ha letteralmente supplicato di baciarlo nel bagno del tribunale, mentre a stento riusciva a reggersi in piedi.

Quel suo stesso ti prego ancora gli risuona nella mente, come un disco rotto, una canzone ripetuta all'infinito, tanto che prega l'universo affinché gli presenti una qualsiasi distrazione, perché non ne può più di arrovellarsi il cervello pensando a Simone e a come non sarà mai nessuno di importante per lui.

Aiutare Matteo al centro anti violenza non si rivela però una grande distrazione, dato che trascorre l'intera mattina nello studio dell'amico che aveva condiviso con Simone appena qualche settimana prima.

Ed è proprio Matteo ad accorgersi che qualcosa non va, precisamente ad ora di pranzo, quando non trova traccia di Manuel nella break room.

«Oggi non mangi?»

Non bussa neppure alla porta, la spalanca e pone questo semplice quesito a Manuel che però lo guarda come se avesse parlato in un'altra lingua.

«Che?» risponde soltanto, grattandosi i capelli.
«So' quasi le tre, Ma'.» Matteo gli fa notare, aggrottando la fronte.
«Ah... non m'ero accorto.»
«Eh, 'o vedo. È proprio grave allora...»

Manuel abbassa lo sguardo ritornando ai suoi fascicoli e non si accorge dell'amico che si siede proprio di fronte a lui.

«Che c'è?»
«Niente, Matte'. La settimana prossima ce stanno quattro udienze, lo sai pure tu. Sto solo lavorando.» Manuel mente.

«E ti dimentichi di mangiare? Ti conosco da più di dieci anni, non sei credibile.» Matteo inarca un sopracciglio e picchietta sulla scrivania con le dita.

«Non ne voglio parla'.»
«Va bene... io sto qua comunque.» Matteo cede alla fine, alzandosi per lasciarlo solo.

«E comunque gli dovresti chiedere di usci'.» urla alle sue spalle prima di uscire.

Simone non capisce perché Manuel abbia scelto di lavorare da casa per l'intera settimana successiva a quel loro "incontro" in tribunale. Salvi ha dato loro la possibilità di farlo e Manuel ha subito accettato.

Più e più volte si è ritrovato a fissare la porta chiusa di quello che nelle ultime settimane è diventato l'ufficio di Manuel sentendo un forte bisogno di scrivergli, tuttavia non l'ha mai fatto.

Probabilmente Manuel si è pentito di tutto ciò che c'è stato tra loro, probabilmente non vuole vederlo, vuole ridurre al minimo il contatto fra loro.

(Law)suit and tieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora