29. Profondo nero

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Ognuno di noi nasconde qualcosa
ma alcuni nascondono
sé stessi.

Il sangue smette di circolare per diversi istanti mentre innumerevoli scosse elettriche di brividi mi percorrono il corpo, m'invadono la pelle coprendomi ogni centimetro. Sospiro piano mentre il mio mondo crolla lentamente, si distrugge in pochi istanti e appassisce come un fiore. Mi sento morire dentro; come se il mio cuore, la mia anima fosse stata infilzata.

"Ho fatto qualche ricerca su di te!" Continua con la sua voce analizzante, bassa e penetrante. "E... non puoi capire quanto cose io abbia scoperto sul tuo conto!" Si lascia scappare un piccolo ghigno divertito, soddisfatto del suo lavoro. "Speravi che cambiando identità sarebbe andato tutto liscio...?" Domanda infine, una domanda retorica, come se ne sapesse già in anticipo la risposta.

Mi alzo dallo sgabello lasciandomi scivolare via di dosso le sue mani per poi andare a posare i miei occhi sulle sue iridi, quelle iridi luminose e soddisfatte che non possono portarmi ad altro se non ad odiarlo con tutto me stesso. "Perché nascondere tutto? Perché affossare ogni cosa?" Domanda questa volta incuriosito dalla mia possibile risposta che però non arriva, resto muto mentre i pensieri mi pervadono la mente annebbiandomi la vista che non mi permette di essere lucido, il mio respiro si affanna mentre il cuore prende un battito imperterrito e pesante. Eppure non si è reso conto che questa sua ultima frase mi permette di capire che non è arrivato abbastanza a fondo, non ha trovato così tante informazioni quante pensa di potermene strappare solo perché ha trovato il mio vero nome. "Dai tabulati... non esiste Antares Jensen!" Continua mentre cammina sotto il mio sguardo attento andando avanti ed indietro dalla cattedra al muro infondo dell'aula; resto con gli occhi fissi su di lui. "O meglio, mi correggo!" Scosta leggermente di lato la testa fermandosi circa a metà della stanza per poi posare gli occhi su di me per cercare di bruciarmi ma si sa: come puoi bruciare il fuoco se già arde? Come puoi pensare di esser più potente del re dei peccatori? Socchiudo le palpebre che s'inumidiscono leggermente mentre vengono appena riscaldate dal mio respiro. "Esiste ma compare per la prima volta... solo sei mesi fa!" Si avvicina con un passo lento e disarmonico, l'osservo dal basso verso l'alto analizzando ogni suo passo per concludere a quale possa essere la sua prossima mossa. "Ho quindi iniziato a cercare sul registro dell'anagrafe, è stato reso pubblico da poco, sai!" Continua con il suo tono profondo e basso, il suo atteggiamento mi ricorda molto il mio, mi sembra di vedermi eppure... non mi fa alcun effetto, non ho paura di quello che potrebbe succedere, non ho paura di quello che lui potrebbe fare con queste informazioni. "Ho scoperto che... di ragazzi che portano il nome Antares ne esiste solo uno, in tutto il continente!" Ci tiene a sottolineare l'ultima parte che sembra quasi essere sillabata alla perfezione, lentamente e delicatamente. "Viveva in uno stato abbastanza lontano dal nostro e... sai... ho notato una coincidenza molto strana, direi quasi... assurda!" Continua mentre so già a che punto vuole arrivare, capisco immediatamente quali saranno le sue prossime parole, rimango zitto mentre continua a camminare avanti e indietro, avanti e indietro tenendo la testa leggermente bassa, appena rivolta verso il pavimento mentre muove la mano destra gesticolando; come se quei movimenti permettono di ricordarsi ogni cosa. "Sei mesi fa, proprio quando spunta Antares Jensen... casualmente... scompare Antares Collins!" L'effetto è completamente inaspettato, per quanto mi aspettassi queste sue parole... rabbrividisco ugualmente al suono del mio cognome pronunciato nuovamente da labbra non mie; quel cognome porta con sé ogni ricordo, ogni fottuta cosa; porta con sé la tragica notizia, il loro funerale, le loro bare, Rión che si nasconde sotto il letto di Mike e la sua stanza, ogni foto, ogni video; una sola parola, un solo cognome è capace di riportare alla vita un'intera memoria ormai cancellata, qualcosa che pensavo di aver veramente dimenticato.

"Ci sono molte casualità nel mondo, non puoi credere a tutto ciò che leggi su internet!" Replico con tono gelido. "E... sai... non so minimamente di cosa tu stia parlando!" Concludo ormai sul filo della porta mentre i miei occhi lo squadrano per un'ultima volta prima di voltarmi.

Kiss me once moreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora