Nulla accade per caso
tutto ha una sua
logica nascosta.Mi alzo avvicinandomi alla porta, il campanello suona nuovamente e, questa volta, apro direttamente la porta trovandomi davanti il suo viso; i capelli neri e quegli occhi penetranti, profondi, dal color nero acre che lasciano spazio solo all'immensità del vuoto. Osservo quelle sue pupille luccicare alla luce, ormai spenta, del sole che piano piano affievolisce dietro i tetti delle case.
Restiamo in silenzio a scrutarci, ad analizzarci da testa a piedi, come se fosse la prima volta che ci vediamo; come se fossimo sconosciuti eppure... lo conosco molto meglio di quanto chiunque possa credere. Socchiudo le labbra ed ecco che un filo di voce risuona leggero nell'aria.
"Marcus!" Pronuncio delicato in un sussurro quasi inaudibile mentre le palpebre sbatto più e più volte, come a scattare foto al suo viso, al suo dirompente petto, a quel fisico e a qual corpo che mi si palesa davanti. L'osservo mentre irrigidisce, i suoi muscoli diventano pietra e il suo sguardo si svuota, socchiudendo la bocca per cercare di parlare, le labbra si muovono ma non esce un sol suono, resto fermo, sul filo della porta.
"A... Antares...?" La sua voce è tremula, instabile mentre stringe le palpebre per capire se sta sognando o se questa è realtà mentre si allunga per stringermi in un abbraccio. "Pensavo che non ti avrei mai più rivisto!" Mi sussurra all'orecchio mentre nasconde il volto nell'incudine della mia spalla, lo stringo a mia volta facendo scivolare una mano sulla sua schiena, come a consolarlo. L'aria comincia ad alzarsi mentre il sole sembra spegnersi per lasciare spazio alla notte e alla regina che la illumina: la luna. Lo lascio andare invitandolo ad entrare in casa mentre la sua voce risuona nelle mie orecchie: "Cosa ci fai qua?" Mi chiede entrando delicatamente, quasi con timore, nell'abitazione alquanto buia.
"Non c'è la luce" lo informo prima che possa chiedere qualsiasi cosa, mi allontano ma noto immediatamente che non mi segue, mi volto ed ecco che il suo sguardo è alto, rivolto al piano di sopra, soffermato e fisso su quella porta chiusa. La sua visione mi riporta alla mia reazione di ieri, quando sono entrato. "Manca a tutti!" Esclamo richiamando la sua attenzione, allungandomi in cucina per accoglierlo; seguendolo con lo sguardo per osservarlo appoggiarsi alla sedia e posare gli occhi sul tavolo in legno; quelle parole credo lo abbiano smosso dentro, se non l'hanno fatto con lui... con me è successo.
"Ogni giorno!" Esclama alzando il capo per posare quelle sue iridi sulle mie, vuote e impeccabili. Sospira tornando con lo sguardo basso, lo vedo in difficoltà, come se non trovasse le parole giuste per descrivere ciò che vuole dire. Mi avvicino con un passo leggero e molto lento, quasi felpato e silenzioso; poso una mano sulla sua spalla ed ecco che il suo viso torna a guardarmi.
"Fa male, lo so!" Le iridi mi si inumidiscono e gli occhi affondano tra le gocce di lacrime roventi e bollenti.
"Passo di qui nella speranza che qualcuno mi apra, nella speranza di rivederlo ancora una sola volta; dentro di me..." si sofferma mentre la voce gli si rompe, sgretolandosi in gola. "Dentro... ho... ho solo vuoto!" Rigetta tutto d'un fiato liberandosi da un peso che portava da troppo tempo; il suo respiro si affanna diventando corto e meno costante. "Sapere... sapere che l'assassino è libero, in... in circolazione... mi... mi sta uccidendo, se..." sospira cercando di trovare le forze. "Se lo vedo... lo ammazzo!" Mi mordo un labbro a quell'affermazione, scosto la mano dalla sua spalla e mi allontano da lui sotto il suo sguardo distrutto.
Cammino per la cucina pensieroso e silenzioso mentre Marcus non smette, nemmeno per un secondo, di fissare ogni mio minimo movimento, mi scruta da testa a piedi, mi analizza con lo sguardo corrucciato e gli occhi fradici di lacrime. Deglutisco cercando le giuste parole, mi schiarisco la voce con un colpo di tosse, chiudo gli occhi stringendo le palpebre poi... squarcio quel silenzio.
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Kiss me once more
Ficção AdolescenteSedici anni, una famiglia distrutta dalla perdita del padre e del fratello maggiore, ecco cosa segna la vita di Antares costretto a trasferirsi in una nuova città assieme alla madre. Le nuove conoscenze, però, non sembrano portare buoni frutti e la...