Capitolo 4 - Lividi e bugie

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Charlie P.O.V



La mia mano volò sulla mia faccia per tenere il mio naso pulsante e sanguinante solo per essere sbattuta con un altro pugno ferendo il mio labbro. Molti altri presero a calci le mie costole mentre stavo gemendo, impotente e dolorante. "Sta arrivando qualcuno!" Kelsie strillò mentre si sentiva il rumore di tacchi alti dall'altro corridoio. Tutti scattarono e corsero lasciando che mi alzassi da sola più velocemente possibile. Se fossi stata sorpresa in queste condizioni avrei dovuto dare spiegazioni e questo avrebbe portato ad un'altra faccia gonfia. Zoppicai verso il bagno tentando di pulirmi. Non avrei lasciato che Harry mi vedesse in queste condizioni, non sapeva neanche che ero vittima di bullismo. Parlando di Harry, decisi di mandargli un messaggio poiché probabilmente si stava chiedendo dove fossi. La mia vista sfocata dovuta dal mio pianto mi rese difficile scrivere un messaggio chiaro.

'-Devo parlare con la professoressa, dammi 10 minuti. Char x'

Mi guardai allo specchio e sospirai. I miei occhi erano iniettati di sangue e gonfi. L'area del mio naso era coperta di sangue e il mio labbro era gonfio e sanguinante. Solo il ricordo dell'incidente mi fece ricadere in dei singhiozzi di nuovo. Mi ci vollero alcuni minuti per smettere di piangere poi presi un po di carta igienica e pulii il sangue che restava. Lo tolsi con successo ma il mio labbro rimaneva gonfio e non avevo idea di come nasconderlo ad Harry. Dopo che la mia apparenza era quasi tornata normale mi incamminai verso il parcheggio cercando di camminare normalmente tenendo la mano sul labbro per far sembrare che ci stavo giocando. Notai la range rover nera di Harry e zoppicai verso essa quando lo vidi concentrato sul suo cellulare. Aprii la portiera sempre con la mano sul labbro e la testa di Harry scattò verso di me e sorrise. Feci uno dei miei migliori sorrisi falsi e mi sedetti sul sedile nero del passeggero.

Fortunatamente per me Harry non notò il mio sorriso falso, spense il cellulare e il motore ruggì alla vita. "Quindi perchè la professoressa voleva parlare con te? Che hai fatto questa volta?" Roteai gli occhi verso di lui rimarcandolo e pensando 'Non ho fatto niente' ma decisi di rispondere "Niente, mi ha solo chiesto delle mie risposte del test?" La mia dichiarazione divenne una domanda e Harry annuì in risposta senza distogliere gli occhi dalla strada.

Dopo 5 minuti di uno strano silenzio con la radio al massimo volume fino a quando arrivammo alla nostra destinazione. Sussurrai un 'grazie' ad Harry, misi lo zaino in spalla e mi diressi verso la porta. Zoppicai su per le scale e andai vicino la stanza di Gemma. Prima di aprire la sua porta mi assicurai che Harry se ne stesse andando e lo notai mentre andava verso camera sua. Molto socievole. Aprì la porta di Gemma e mi piazzai vicino a lei sul suo letto. Lei chiuse il uso computer e prestò tutta la sua attenzione su di me.

"Come è andata a scuola?" Finalmente parlò dopo un solido minuto. Non le diedi una risposta verbale ma puntai la ferita vicino al mio labbro. I suoi occhi si spalancarono insieme alla sua bocca. "Charlie questo è orribile, non possono andare in giro picchiandoti ogni settimana!" La motivai a fare piano poiché Harry era distante solo di due porte. "Aspetta, Harry lo sa?" Scossi la testa vergognata e iniziai a torturare le mie unghia. "Charlie, lui merita di saperlo" la sua voce era pacata. Stavo quasi per sparare un commento difensivo sul perchè lui non dovesse saperlo ma fui interrotta da un Harry confuso in piedi sull'uscio della camera di Gemma. Deglutì la saliva crescente nella mia gola. Ha sentito? "Cosa dovrei sapere?" La sua voce era profonda e suonò quasi arrabbiata ma di più confusa. Ero sollevata dal fatto che non avesse sentito la conversazione ma ero preoccupata perchè aveva sentito la fine.

Nessuno parlò per almeno 4 minuti, alzò il suo sopracciglio e mi guardò fisso negli occhi e fece un gesto per segnalarmi di dirgli cosa gli stavo nascondendo. "Uhm..um,beh." Ero a corto di parole. Non glielo avrei detto, dovetti trovare una scusa. "Uh... Mi è andato male il compito di Geografia."


Harry P.O.V


Sapevo che non era quello ma non insistetti, avrei scoperto, qualsiasi cosa fosse, pensando. Sapevo che qualcosa non andava da quando era salita in macchina. Non era la solita felice, sfacciata e lo avevo notato subito.

Mi ci volle un po per notare il suo labbro gonfio e sanguinante. Persi. "Chi cazzo te lo ha fatto?" Urlai, la rabbia stava ribollendo dentro di me e non ci volle molto prima che esplodesse. Non mi importò se mamma o Robin mi sentirono, volevo sapere chi aveva fatto del male alla mia piccola sorellina. Puntai il suo labbro e immediatamente Charlie lo prese in mano e mi guardò con gli occhi spalancati. Gemma sembrava a disagio e si muoveva nel suo posto. Charlie aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì nessun suono. Si sentirono dei rumori di passi frenetici e mia mamma mi raggiunse sull'uscio. "Che cosa sono tutte queste urla qua su?" Non guardai neanche mia madre tenni lo sguardo fisso su Charlie. "Guarda la faccia di Charlie" sbuffai. Mamma esaminò la sua faccia per qualche secondo confusa. "Oh Charlie, che cosa è successo?" Mamma prese tra le mani la faccia di Charlie guardando bene la ferita, la sua faccia era bianca ed impaurita. "Ho sbattuto contro il muro, non è niente di che." Derisi la sua risposta, per me era chiaro che non era vero. Pensai che mamma se la bevve. "Charlie devi stare più attenta, vado a prenderti del ghiaccio okay" Charlie annuì ancora incapace di parlare e mamma andò a prendere del ghiaccio. Respirai pesantemente nel tentativo di scaricare la mia rabbia.

"La ragione per cui sono entrato era per chiederti se vuoi venire da Lou. Ci saranno tutti, 5SOS, i ragazzi con le loro fidanzate" I suoi occhi si accesero e annuì entusiasta. "Okay allora vatti a preparare" Scattai duramente. Si alzò e andò nella sua stanza.

Quando sentì la sua cazzo di porta chiudersi guardai Gemma che afferrò il mio sguardo duro e sembrò spaventata. "Gemma, chi l'ha picchiata e perchè?" Sospirò e ci fissammo un'altra volta. "Penso che sia lei quella che te lo dovrebbe dire" Gemetti. "Non me lo dirà, non l'ha fatto neanche prima." Dichiarai l'ovvio.

"Senti Harry lei si fida di te, te lo dirà. Te lo posso assicurare." e con quello uscì dalla stanza lasciandomi da solo con i miei pensieri.

Cosa mi stava nascondendo?


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MESSAGGIO DALL'AUTRICE


(A/N) -Scusate per il capitolo corto ma ce ne sarà uno lungo a breve.


Fidatevi questo libro non sarà felice e amorevole. E' drammatico e thriller, se non vi piace fermatevi ora se dovete lamentarvi.

Per favore commentate e votate xxxxx


Grazie xxx

Sister Styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora