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Una luce fortissima si fece strada tra le cornee di Chris. Vedeva appannato, come I finestrini della macchina in una giornata di pioggia invernale.
Cercó di trafiggere con lo sguardo quel velo di luce abbagliante. Ci riuscí.
Due figure sbiadite lo fissavano, forse parlavano, sí, una di loro muoveva la bocca.
Quando I suoi occhi misero a fuoco l' immagine, Chris vide perfettamente le persone davanti a lui.
Erano due uomini, indossavano una divisa arancione e guanti di lattice blu.
Uno si voltó all' indietro: -Si è svegliato- Disse a qualcuno che a Chris era ancora ignoto.
Si guardó intorno: era disteso sul letto di suo padre, le coperte accuratamente rimboccate all' altezza del busto, le braccia lungo il corpo.
Stava per mettersi a sedere, pur dubbioso del fatto che ci fosse riuscito, quando una mano forte, ben piú forte della sua pallida e scheletrica, lo bloccó -Stai fermo- Disse uno dei due uomini, non quello che aveva parlato prima, ma l' altro che pareva più giovane, eppure più autoritario.
Lo stesso uomo, dai piccoli occhi neri nascosti da un paio di occhiali del medesimo colore, Inizió a tempestarlo di domande.
-Quante dita sono queste?-
-Come ti chiami? -
-Che giorno è oggi? -
Le parole uscirono dalla bocca di Chris come acqua da una fontana: -sette, Christopher Cooper, probabilmente la giornata mondiale delle domande demenziali- Disse pacatamente.
Quello rimase per un attimo sorpreso, parve quasi offeso, poi guardó il compagno in modo sollevato -Sta bene- Annunció in un modo che sembrava sarcastico.
Dal fondo della stanza si levó una nuova voce, piú profonda.
-Per amor del cielo Christopher! Cosa ti è preso? Per fortuna non è niente...- Augustus guardó il dottore più giovane -Non è niente vero?-.
-Soltanto un calo di pressione dovuto alla febbre alta, ora è tutto a posto-
Si giró a incrociare gli occhi di Chris -E tu evita qualsiasi sforzo fisico fino a che la temperatura non si sarà abbassata-.
I tre lasciarono la camera e Chris udí I ringraziamenti e I saluti che anticiparono I passi pesanti che man mano si facevano più lontani fino a perdersi totalmente.

Un' ultima figura apparve sotto gli occhi di Chris.
-Margaret- Disse lui piano.
-Ci hai fatto spaventare... Oltre che svegliare alle cinque di mattina- Disse lei con la sua solita risata dolce e sincera.
Sincera...
Era sicuro che quell' aggettivo fosse appropriato? Chris ricordó a se stesso che si trattava della stessa ragazza che gli aveva sottratto quella lettera così strana, e all' improvviso rivide davanti a sé l' immagine di Margaret in lacrime, che pronunciava quell' orrenda poesia, e fu invaso da un femito d' orrore.
In quello stesso momento il vecchio entró nella stanza con gli occhi puntati su Chris.
-Cosa è successo?- Disse senza mezzi termini -Si puó sapere cosa ci facevi qui alle cinque del mattino?-.
Chris non aveva idea di cosa rispondere, mai si era intrufolato nella camera di suo padre, quella era quasi un luogo di ritiro per il vecchio Augustus, dove nessuno metteva piede se non raramente. Chris sapeva che sarebbe stato difficile trovare scuse passabili.
Così scelse la via della veritá.
Almeno avrebbe potuto sentire la giustificazione della donna per il "furto", sempre che ci fosse una giustificazione.
-Cercavo... Cercavo una cosa...Che è... sparita-
Si sentiva un idiota.
Un bambino che cercava di spiegare alla mamma che non aveva rotto lui il vaso con il pallone, ma che si era rotto da solo.
-Cosa cercavi Chr- Il vecchio fu interrotto dallo squillo del telefono.
-Chi è che chiama all' alba?- Disse con un sospiro, poi si trascinó a fatica lungo il corridoio.

-Chris- Continuó Margaret, non facendo caso all' interruzione. I due erano rimasti da soli in stanza.
-Si puó sapere che cosa stavi cercando?-.
-Quella lettera...L' hai presa tu vero?-
-Di che lettera stai parlando?-
Il ragazzo la guardó con occhi vitrei -Quella lettera, quella che tu stavi leggendo prima che io arrivassi, dimmi perché l' hai presa-.
-Intendi quella lettera?-Disse la donna indicando la mensola nell' angolo della stanza.
Chris si giró di scatto verso quel punto e I suoi occhi si sgranarono non appena visualizzó il foglio di carta piegato nello stesso identico maledetto modo in cui la ragazza lo aveva appoggiato la sera prima.
La fissó, con quella sua solita espressione da pesce lesso e si vergognó tremendamente.
-Sono... Sono sicuro che questa notte non c' era...-.
-Chris, questa notte non stavi bene, non ti preoccupare, é normale che tu abbia visto cose che in realtà erano diverse. Adesso Chris non sopportava quel suo sguardo compassionevole
-Non sono pazzo- Le disse con un sussurro -Quella lettera non c' era-.
-Riposati- Disse lei ignorandolo e la sua figura esile scomparí dietro la porta di legno.
-Non sono pazzo...- Ripeté a se stesso. Ma le sue parole si dissolsero tra le labbra sottili.

Non fu facile alzarsi, ma ci riuscí.
Suo padre era ancora al telefono, sentiva la sua voce dalla stanza di fianco, sebbene non riuscisse a a capire le parole. Non gli importava.
Si diresse verso la mensola, lí giaceva la lettera. Quel traguardo cosí irraggiungibile che stava per giungere tra le sue mani.
Finalmente la prese in mano e si lasció cadere sul letto.
Le sue pupille scorsero tra le parole d' inchiostro.

Cara Sarah
So che non mi perdonerai mai per averti abbandonata tra le mani di quella gente. É stato lo sbaglio piú grande della mia vita, e solo adesso me ne rendo conto, solo adesso che sono passati tutti questi mesi, solo adesso che tu non ci sei più.
La vergogna che provo è indescrivibile, e sono un vigliacco perché non ne ho mai parlato con nessuno, sono un vigliacco perché questo rimarrá per sempre il mio segreto, finché non saró inghiottito dal fuoco dell' inferno, finché le fiamme non consumeranno la mia anima crudele.
Ti ho ucciso, amore mio, non con le mie mani ma con I miei atti.
Con il mio silenzio mentre quegli uomini ti portavano via da me, e mentre io mi lasciavo andare tra le mani di un' altra donna solo per non oltraggiare il nome della mia famiglia, solo perché da noi stava per nascere una creatura, una creatura innocente che pagherá per I miei sbagli.
Ti prometto, Sarah, che me ne prenderó cura io, faró in modo che possa vivere una vita normale in una famiglia che la ami.
So che non basterá per riscattare le mie colpe, ma almeno daró un senso a tutto quello che c' è stato fra di noi.
Addio Sarah
Ricordati di me nel tuo paradiso.
Augustus

Chris era sopraffatto.
Allora era vero. Quella lettera era stata scritta da suo padre, allora Sarah era stata una delle sue storie passate.
Il vecchio non ne aveva mai parlato.

Rimarrá per sempre il mio segreto...

La porta della stanza si aprí all' improvviso, e suo padre entró avvicinandosi al letto.
Una lacrima stava percorrendo la sua guancia.
-É morto lo zio Jeremi. L' hanno trovato questa mattina sul letto. L' hanno accoltellato. -
Chris rimase impietrito, incapace di parlare. Era morto il fratello di suo padre. Era stato ucciso. Lo zio Jeremi non c' era piú.

La ragazza dai capelli di peceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora