16. Il tuo posto

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Aspettai non so per cosa, non so per quanto

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Aspettai non so per cosa, non so per quanto.

Dopo che Gio era scomparso oltre la luce dei lampioni, ero rimasto davanti al locale con quel tut-tut battente che menava sul mio ombrello.

"Nicola?" La voce di Manuel dietro di me mi fece voltare, si stava di nuovo affacciando dalla porta. "Dov'è Gioele?"

"È tornato in camera." Risposi senza offrire altre spiegazioni. Mi sentivo strano. Mi sentivo vuoto.

"Oh. Vuoi tornare indietro anche tu o vuoi entrare?"

Cosa volevo? Non sapevo cosa volevo. O meglio, sapevo cosa volevo e non sapevo come ottenerlo.

Chiusi l'ombrello accogliendo quelle centinaia di goccioline che mi colpirono nello spazio che mi separava dal locale.

Manuel mi fece spazio per entrare e mi indicò il tavolo nell'angolo, schiacciato tra musica, corpi e un odore pesante di folla.

Rick si era impossessato del posto contro il muro. C'erano già due birre cariche di schiuma sul tavolo e una ciotola di patatine. 

Non appena io e Manuel ci sedemmo, lo sguardo di Rick abbandonò lo schermo del cellulare solo per un istante fulmineo. "Dov'è Lisca di Pesce?"

Avevano davvero preso a chiamarlo in quel modo nella cucina del piano terra?

"È tornato indietro. Era stanco." Mi morsi mentalmente la lingua per quell'ultima aggiunta. Cosa importava perché era voluto tornare indietro? Mica aveva bisogno di una spiegazione.

Rick abbandonò definitivamente il giochino che aveva mantenuto la sua attenzione e si infilò il cellulare in tasca. "Allora? Che c'è tra voi due?"

Manuel sussultò come se Rick avesse appena bestemmiato. Afferrò il boccale di birra e ci affondò la faccia dentro.

"Cosa vuol dire?" Mi adagiai contro lo schienale della sedia. Ero pronto a tirar su un casino.

Rick alzò un'unica spalla. "Pensavamo che eravate una cosa, tu e lui. Non so."

"Riccardo!" Manuel aveva gli occhi fuori dalle orbite. Si voltò verso di me, e persino nel mezzo del casino di quel posto riuscii a vedere che stava arrossendo. "Noi non pensavamo niente. Non sono affari nostri."

"Ma dai!" Rick sbuffò, tirando di nuovo fuori il cellulare, pronto a riprendere il suo giochino. "Che sarà mai. Darsi da fare con un altro ragazzo è l'esperienza adolescenziale standard. Lo abbiamo fatto tutti."

"Io no!" Manuel alzò la voce, quasi oltraggiato. Poi, con occhi carichi di imbarazzo, borbottò: "non che ci sia niente di male. Solo che io non l'ho fatto."

Sbuffai senza volerlo. Odiavo quel genere di reazione, specialmente da parte di qualcuno che mi stava mezzo simpatico.

"Sentite. Tra me e Gioele non c'è niente. E Gioele non è gay. Perciò lasciatelo stare."

Plic PlicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora