5. Arrivo a Torino

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Per il momento, di Torino avevo visto solo la stazione, e tanto mi bastava

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Per il momento, di Torino avevo visto solo la stazione, e tanto mi bastava.

L'unico modo che mi veniva in mente per descriverla è che era G R A N D E.

E non era quel grande da prato sconfinato o cielo notturno, che ti fa sentire il senso dell'infinità dell'universo. No. Questo era grande nel senso che il tetto era altissimo, ed ogni minimo scricchiolio di scarpa viaggiava fino al soffitto, rimbalzava, ingrassava nella via del ritorno e mi frantumava i timpani.

Mi aggrappai al mio borsone ape in cui avevo ingenuamente rimesso il mio Bulbasaur. Sapevo che avrei avuto bisogno di due mani libere per riuscire a trafficare la mia valigia e il mio borsone in quell'inferno, ma in quel momento, nel bel mezzo della pensilina piena di umani belanti, desiderai solo poter avere qualcosa da strizzare al petto e a cui poter accarezzare una testolina inanimata.

"Gioele? Andiamo?" Nicola si voltò per guardarmi e per constatare che non mi ero ancora mosso. Lui non aveva problemi a navigare gli umani belanti. Teneva il suo zaino con la cinghia su una spalla sola, ed era pronto a trascinare il suo valigione nero nel mezzo della turba dei dannati davanti alle rive dell'Acheronte.

"Andiamo, andiamo." Afferrai la sua giacca da dietro e mi ci aggrappai come fossi un cieco alla prima passeggiata con il suo nuovo cane guida. Nicola mi riservò un'occhiata che, come minimo, doveva essere perplessa, al più, infastidita.

Non riuscii a capire se fosse l'una o l'altra, ma in ogni caso, iniziammo a muoverci.

"Lo sapevi che i labrador stanno pian piano sostituendo i pastori tedeschi come migliori cani guida?" Ridacchiai, prestando attenzione alle mie scarpe Nike bianche che procedevano una davanti all'altra. "I pastori tedeschi sono troppo intelligenti. Se sanno che devi andare da punto A a punto B, non perderanno tempo a farti passare per il punto C, perché sanno che la via più veloce tra due punti è sempre una linea retta. Il problema è che a volte devi passare dal punto C per non farti tirare sotto dagli autobus, ma questo un pastore tedesco non lo prende in considerazione."

"Ah-ha..." Nicola sollevò la sua valigia e si fermò prima di scendere le scale del sottopassaggio. Abbandonai la presa sulla sua giacca e sollevai anch'io il mio trolley.

Procedemmo un gradino alla volta, in fila indiana. C'era qualcuno dietro di me che si stava lamentando perché ero troppo lento.

Sollevai le spalle come fossero un muro di cinta in cui nascondere le orecchie.

"Ok." Sbuffò Nicola una volta arrivato al sottopassaggio. Aspettò che scendessi l'ultimo gradino. Lì c'era ancora un bel po' di rumore, ma era trattenuto tra le pareti basse del passaggio sotterraneo, potevo sopportarlo.

"I labrador invece non fanno di testa loro. Insomma, probabilmente anche loro capiscono che farebbero prima a seguire l'ipotenusa di un triangolo, invece che percorrere due cateti, ma sono cani ubbidienti, più facili da addestrare."

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