Prologo - Diciott'anni sono pochi per promettersi il futuro

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Roma, 11 Luglio 2021

Gli anni passano.

Le cose cambiano.

Le amicizie che sembravano eterne, si disperdono nell'aria come il profumo di un deodorante per ambienti.

Anche gli amori, quelli per cui hai lottato come mai hai fatto nella tua vita, svaniscono come i sogni quando la sveglia suona e tu sei costretto ad aprire gli occhi.

Soprattutto questo, Manuel lo aveva provato sulla sua pelle.

Erano trascorsi quindici anni dalla sua notte prima degli esami, quella passata in un bar al Colle Oppio a vedere Italia - Francia, il rigore di Fabio Grosso, l'Italia Campione del Mondo.

Erano trascorsi quindici anni dal suo primo, vero ti amo, da quei sentimenti dichiarati a quel ragazzo che, Manuel era sicuro, sarebbe stato l'uomo della sua vita.

E l'uomo della sua vita lo era stato.

Lo era stato fino a quello sfortunato, per certi versi, anno in cui aveva ottenuto una cattedra di filosofia lontano da Roma e Simone, consapevole di non riuscire a sostenere la distanza che, inevitabilmente, si sarebbe creata tra loro, aveva, di punto in bianco, lasciato Manuel e la loro casa per tornare a vivere con suo padre.

Era il 2013, Simone si era chiuso quella porta alle spalle e Manuel era rimasto solo in quello che doveva essere il loro nido d'amore.

Manuel aveva reagito cercando di rifarsi una vita, quantomeno lavorativa, pensando che il proverbio lontano dagli occhi, lontano dal cuore avesse un fondo di verità.

Eppure Simone era rimasto sempre lì, in un cammino continuo tra testa e cuore.

Erano trascorsi quindici anni, Manuel era tornato a Roma e Simone continuava a vivere dentro di lui.

Non portava rancore, Manuel.

Al contrario, si era sentito – e continuava a sentirsi – responsabile del naufragare della loro relazione.

Se avessi rifiutato.
Se fossi rimasto a Roma.

Erano trascorsi quindici anni e i sensi di colpa di Manuel erano più vivi che mai.

Erano trascorsi quindici anni.

Otto dall'ultima volta in cui aveva visto Simone.

Erano trascorsi quindici anni da quell'Italia Campione del Mondo e Manuel, Matteo, Chicca, Nina, Aureliano e Simone erano di nuovo lì, in quel bar al Colle Oppio a vedere Italia - Inghilterra, il rigore sbagliato di Jorginho, l'Italia Campione d'Europa.

«Incredibile, vero?»
«Che?»
«In qualche modo c'è sempre la Nazionale e qualche trofeo a riunirci»

Erano trascorsi quindici anni e Manuel e Simone erano di nuovo sotto lo stesso cielo.

Fu quando se ne rese davvero conto che Manuel diede uno sguardo ai suoi amici, seduti accanto a lui.

C'erano Chicca e Matteo, genitori di Penelope, quella figlia concepita in quell'estate di quindici anni prima.

C'era Nina che, nonostante fosse fidanzata, poggiava sempre un occhio su di lui, quell'amore adolescenziale mai realmente sopito.

C'era Aureliano, con il quale i rapporti non erano mai più tornati ad essere quelli di prima che facesse determinate insinuazioni sul suo conto.

Eccoli qua i miei amichetti.

C'era Simone.

Simone che non avrebbe mai potuto definire amichetto.

Simone era la sua metà.

Simone era tutto ciò del quale era stato privato per quindici lunghi anni.

Simone era di nuovo lì, sotto il cielo di Roma, tra un suono di trombetta e un it's coming Rome volutamente storpiato.

Simone era di nuovo lì, con lui.

E forse lui era pronto a pronunciare un nuovo ti amo.

Ma la voce di Nina lo distolse dai suoi pensieri e lo fece desistere.

«Oh, Manuel, ce lo fai un discorso prima del brindisi, come quindici anni fa?»

Eccoli qua i miei amichetti, quelli del liceo, quelli veri, quelli che, magari, non vedi per vent'anni ma non dimentichi mai, quelli per cui hai fatto qualunque cosa e la faresti ancora pur di non deluderli.
Potrebbe sembrare la solita rimpatriata di classe ma non è così. Noi siamo stati costretti, in qualche modo, a rivederci e tutto è cominciato qualche settimana fa.







NOTA AUTRICE:

Salve a tutt*!
Eccoci qua col prologo di questa nuova storiella.

Non ho grandi cose da preannunciarvi se non che, per capire qualcosa di questa storia, è necessario aver letto il prequel "Notte prima degli esami".

Se volete commentare, l'hashtag è sempre #maturitàsimuel, vi aspetto, qui e su Twitter.

Grazie per intraprendere questo nuovo viaggio insieme a me.

Bacini 🫶🏼

Vostra,
Bibi 🤍

Notte prima degli esami - 15 anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora