8. Ma quanti amici intorno, forse cambiati, certo un po' diversi

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Quando la sveglia, che segnava le sette in punto, prese a suonare con il suo fastidioso cicalino, Simone si trovò a maledire qualsiasi neurone che, nella sua testa, l'aveva spinto ad accettare la proposta di partire con gli altri ragazzi per Sabaudia.

Aveva dormito giusto un paio d'ore, quando l'idea che Manuel ascoltasse la sua trasmissione aveva deciso di lasciarlo riposare in pace.

Manuel ascoltava la sua trasmissione.

Manuel, probabilmente, aveva ascoltato tutte le sue dichiarazioni celate nei versi delle loro canzoni.

E mentre sorseggiava il suo caffellatte si soffermò a pensare al fatto che, di lì a poco, avrebbe dovuto rivedere Manuel, e con ciò, affrontare anche la dolce verità della quale era venuto a conoscenza.

Ché poi, il fatto che Manuel ascoltasse il suo programma era la sua speranza più grande, ma semplicemente non era pronto a saperlo.

Non in quel modo.

Non con quel messaggio al quale nemmeno aveva risposto, rapito dalla paura di sbagliare, qualsiasi cosa avesse detto.

La solita scia di pensieri, incapace di dissolversi, lo condusse dapprima a recuperare l'automobile parcheggiata in uno dei parcheggi dello spartitraffico alberato di Via Appia Nuova, dopodiché, direttamente a cento chilometri da Roma, a Sabaudia.

Una forte inquietudine che lo accompagnò da quel parcheggio fino al cancello automatico di quella villetta, per lui, scatola di ricordi.

***


Se il suo rapporto con Simone fosse stato saldo e forte come tanti anni prima, molto probabilmente Manuel, in quel momento, starebbe portando avanti una filippica sull'inutilità - e la sua scarsa voglia - di trascorrere quei due giorni a Sabaudia.

Ma il suo rapporto con Simone non era saldo e forte come tanti anni prima, un mezzo bacio e la flebile ammissione di ascoltare la sua voce tramite una radio non erano abbastanza per prendersi tali libertà.

'N mezzo bacio e la flebile ammissione d'ascolta' 'a voce sua tramite 'na radio 'n so' proprio niente 'n confronto a tutto quello che avemo vissuto dentro a 'sta casa.

Appena giunto davanti al cancelletto pedonale della villa di Nina, infatti, una valanga di ricordi andò a fargli visita.

Quella casa era rimasta così come l'avevano lasciata, come se da quell'agosto del 2006 nessuno vi avesse messo più piede.

Era stato l'alloggio per il loro viaggio della maturità.
Era stato il posto della prima volta con Simone, quella consapevole di stare insieme e di non essere il divertimento di una notte folle.

La spiaggia di fronte all'ingresso era stata quella che, per la prima volta, aveva visto Manuel dedicare una canzone con la propria voce al suo Simone.

Tutto intorno a sé sembrava essere un enorme baule di memorie che non avrebbero fatto altro che girare e rigirare il coltello in una ferita ancora fresca e sanguinante.

Salutò i suoi amici senza neanche prestare la giusta attenzione a chiunque avesse accanto.

Ché io so' venuto qua solo pe' Simone.
Solo perché 'o voleva Simone.

Eppure in quelle quattro mura dipinte di ricordi, era proprio Simone quello che mancava.

«Rega', ma Simone?» esclamò Matteo, quasi leggendo nei pensieri di Manuel.

Ma fu lo stesso Simone, appena giunto sulla soglia della porta a rispondere.

«Eccomi qua, che c'è, vi mancavo?»

Notte prima degli esami - 15 anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora