1. Maturità, t'avessi preso prima!

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Roma, Giugno 2021.

Era una calda sera d'estate quando Simone fece ingresso nello studio radiofonico dove conduceva, ormai da due anni, la trasmissione Vorrei tornare.

Aveva creato quel format una sera in cui la nostalgia per tutto ciò che aveva perso si stava facendo sentire più del solito.

Sarebbe bello tornare indietro, anche solo per cinque minuti, e respirare fatti e canzoni di un determinato anno, aveva pensato, e così, la mattina seguente, aveva proposto la sua idea al direttore di Radio Dimensione Suono Roma, il quale la accolse con successo.

Uscì vittorioso da quella stanza, orgoglioso della sua creatura, anche se, ogni tanto, si trovava a chiedersi come era finito a fare lo speaker radiofonico, lui, lui che quindici anni prima aveva un solo sogno: fare il medico.

Sei svenuto nella sala prelievi non appena hai visto una goccia di sangue, ecco come sei finito a fare il conduttore radiofonico, coglione.

Era una calda sera d'estate quando Simone fece ingresso nello studio radiofonico dove conduceva, ormai da due anni, la trasmissione Vorrei tornare e ricevette una delle tante chiamate dai suoi radioascoltatori.

«Buonasera, con chi parlo?»
«Ciao, sono Chiara e chiamo da Terni»
«Ciao Chiara, a quando vorresti tornare?»
«Vorrei tornare al 2006, a quando ho baciato Graziano, che ora è mio marito»
«Il 2006 è l'anno del bacio tra Carlotta e Graziano, l'anno in cui l'Italia vince i Mondiali, nasce Twitter, Provenzano viene catturato dopo quarantatré anni di latitanza. Muoiono Oriana Fallaci, Giacinto Facchetti e Mario Merola e Notte di mezza estate di Alex Britti ed Edoardo Bennato viene suonata in tutte le spiagge. Ed è sulle note di questa canzone che vi lasciamo. Vorrei tornare torna domani. Buonanotte»

Il 2006 è l'anno in cui ti ho conosciuto, cercato, trovato e amato.

Lo pensò soltanto, che le cose dette ad alta voce diventare troppo reali.

Avrebbe dovuto salutare il tecnico del suono al di là del vetro, Simone, radunare le sue cose e andare via.

E invece se ne stava lì, seduto sulla sua poltrona, con la mente libera di viaggiare nel 2006.

Il suo 2006.

L'anno della sua maturità.
L'anno della pace con suo padre.
L'anno in cui aveva lasciato Mimmo e i suoi amici lo avevano lasciato solo per trasferirsi in Spagna.

L'anno in cui aveva conosciuto Manuel.

Manuel.

Il suo pensiero fisso.

Scosse la testa, come se il movimento del collo potesse favorire la fuoriuscita di quella persona dalla sua testa, e lasciò la stanza.

Uscì, finalmente, dal suo studio e raggiunse la macchina in uno dei parcheggi antistanti il palazzo in cui la radio aveva la sua sede.

Salì in macchina e partì, direzione casa, con un unico pensiero nella testa.

Manuel.

Se lo chiedeva ad ogni ora della giornata se Manuel pensava a lui nello stesso, intenso, soffocante, modo in cui ci pensava lui.

Non lo vedeva da otto anni.

Avevano interrotto ogni tipo di comunicazione da otto anni.

E lo comprendeva, Simone, ché era Manuel quello ferito e non si aspettava certo che fosse lui a fare il primo passo.

Avrebbe dovuto farlo lui, ma non ne aveva il coraggio.

La paura che lo avesse dimenticato, che fosse andato avanti o, peggio ancora, fosse rimasto a vivere a Battipaglia, gli stringeva la gola, gli legava le mani, gli toglieva la capacità di compiere qualsiasi gesto razionale.

Notte prima degli esami - 15 anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora