Epilogo - Ma amore così, amore sarà per sempre

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Era, forse, a causa del fatto che, dopo un lungo periodo di quarantene e zone colorate, le persone sentissero la necessità di viaggiare, o era, semplicemente perché erano i primi giorni d’agosto e buona parte della popolazione – romana e non – era pronta per le vacanze estive, ma l’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino pullulava di persone.

Persone tra le quali vi erano anche Simone, Manuel, Matteo, Chicca, Aureliano e Nina, pronti per partire alla volta della Spagna.

Erano tre coppie.
Erano felici.
Erano innamorati.

Soprattutto Simone e Manuel, che sembravano essere la versione migliore ma, soprattutto, innamorata all’ennesima potenza, di loro stessi.

Soprattutto Manuel, che teneva stretta la mano di Simone.

Stretta come mai prima di quel momento aveva fatto.

«Manu? Tutto bene?»
«S-sì, perché?»
«Mi stai stritolando una mano. Non scappo più, Manu, stai tranquillo» lo rassicurò Simone.

Ché in quei giorni, la loro vita era tornata ad essere inaspettatamente tranquilla e piena d'amore ma, alcune volte, capitava che i vecchi e dolorosi ricordi riaffiorassero, minando l'umore dei due ragazzi.

«Ma no, Simò, 'o so…n'è questo»
«E allora che succede?»
«È che io…'nsomma, 'o sai che 'n vengo da 'na famiglia ricca, no? Ecco, io n'ho mai…»
«Tu non hai mai?»
«'N so' mai 'scito da 'r GRA, Simò. Io l'aerei l'ho visti solo nei film»
«Hai paura?»
«’N po'»

Lo disse con una voce sottilissima, un po' per la vergogna di non aver mai fatto le esperienze che tutti i coetanei avevano fatto e un po' per la paura di venire – bonariamente, s'intende – schernito da Simone.

E Simone lo notò quell'atteggiamento remissivo, ché era tipico di Manuel abbassare lo sguardo e diventare rosso in viso quando si sentiva in imbarazzo.

«Ehi… – la mano ad accarezzargli la guancia – guarda che non devi sentirti in difetto per questo»
«'O so che è 'na cazzata ma quanno succedono 'ste cose è come se…è come se sentissi d'ave' perso 'n sacco de opportunità, de momenti, de esperienze. È come se sentissi d'ave' perso 'n sacco de attimi de vita che 'n potrò più recupera', che 'n torneranno più»

Improvvisamente, Manuel sembrava essere tornato l'adolescente impaurito che si sentiva costantemente inadeguato e fuori posto.

Improvvisamente, Manuel sembrava – agli occhi di Simone – essere tornato l'adolescente del quale si era innamorato, quello che, quindici anni prima, si era raccontato, sdraiato in un letto singolo diviso in due, e aveva lasciato che Simone entrasse nelle sue fragilità.

«Sai Manu, sono stato così tante volte spettatore delle vite degli altri che spesso finivo a sentirmi semplicemente fuori tempo. Fuori tempo rispetto a Laura e Pin che, a poco meno di vent'anni, erano pronti a rifarsi una vita lontano dai loro affetti. Fuori tempo rispetto a Jacopo, che era stato capace di mettere la testa apposto e sistemarsi. Fuori tempo rispetto a Chicca e Matteo, che avevano già una figlia della quale prendersi cura. Fuori tempo rispetto a te, che avevi già le idee chiare su cosa farne della tua vita. Una vita fuori tempo. Poi ho capito che non ero fuori tempo ma ero nel mio tempo. Ho capito che se avessi smesso di paragonarmi a chiunque e avessi vissuto appieno la mia vita, quella sensazione che si irradiava al centro del petto sarebbe passata. Non sei fuori tempo, Manu. Sei nel tuo tempo. E il tuo tempo dice che è a trentaquattro anni che devi prendere un aereo per la prima volta»
«Se 'n fossimo tornati insieme, probabilmente, n'avrei mai preso n'aereo 'n vita mia»
«E invece siamo tornati insieme, e questo aereo lo prenderemo insieme»

Notte prima degli esami - 15 anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora