Una lacrima

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Scesa dalle azzurre pendici,

Scorre lungo colline.

Non grandi, piccine.

Non darà più retta a ciò che dici.

Percorre l'inchiostro, rincorre i versi, salta tra le rime e lotta

per fare parte di quel mondo comunemente chiamato poesia.

Lei non demorde, non si arrende.

Arriva al piè di pagina, contenta di aver lasciato il segno.

La poesia è lei a firmarla.

Nonostante qualcuno voglia usarla.

Ma cosa mai avrà fatto di male questa minuta e speranzosa lacrima?

Nulla, eppure, chi la usa,

continua a farlo e nemmeno si scusa.

Ma lei andrà avanti.

Una scusa in più, una in meno.

Non cambierà un clima già poco sereno.

La lacrima, una volta passato il momento di gioia, non ne ha abbastanza.

Vorrebbe strafare, con abbondanza.

Vuole addirittura scrivere lei i suoi sentimenti.

Esita, non può fare altrimenti.

Prende tanta forza e altrettanto coraggio.

Avrebbe prima voluto chiedere consigli ad un saggio.

Si arrangerà la lacrima.

In fondo è sempre così che ha fatto.

Ma solo per scegliere il titolo, si arrabbia, va di matto.

E solo dopo ore a pensare a cosa fare, 

si renderà conto che in realtà una poesia non è bastante.

Prova a convincersi del contrario, ma è alquanto stressante.

Quindi si arrende, dice basta.

Ciò che finora ha creato vuole mandarlo all'asta.

Più in là, però, cambia idea... Continuerà a scrivere.

Non una poesia, non può servire.

Scriverà un capitolo, il primo di una lunga serie.

Perché le cose che ha dentro non sono sciocchezze, son cose serie.

Si farà valere per ciò che ha da dire,

La piccola lacrima non vuole più soffrire.


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