Solo, solissimo

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Fisso il cemento

Del marciapiede, il pavimento.

Sono i piedi a guidarmi

Ma dove, non vogliono mostrarmi.

O per lo meno, non ancora.

Mi guardo intorno.

Sono in città, c'è gente.

Per fortuna non sono solo.

Forse cerco solo di ingannare la mia mente.

Sono solo, solissimo.

Non lo trovo bello, anzi bruttissimo.

Non ho qualcuno con cui parlare.

Qualcuno a cui raccontare la mia giornata.

Dato che è sera ed è quasi passata.

Cammino, ma non ho una meta.

Me ne sono reso conto

Quando dei miei passi ho perso il conto.

So che è inutile piangermi addosso.

Ma la tristezza non si scrolla di dosso.

Sono solo, solissimo.

Non so dove andare, cosa fare.

Un bar, ecco cosa ora ho di fronte.

Ci passo accanto, non ho fame.

Il mio stomaco non ronza.

Non come un'ape che ha perso il suo sciame.

Allora cammino

Mi sento nuovamente bambino

Alla mia sinistra un negozio di giocattoli.

Alla destra invece, un parco con due o tre scoiattoli.

Mi ci addentro, lo esploro.

Sono solo, solissimo.

Dei ragazzi, un pic-nic hanno organizzato.

Peccato però, non mi hanno invitato.

E allora mi allontano, cammino.

Più in là, un negozio di profumi.

Me ne ero accorto, già da un pezzo.

Questi buoni odori non hanno prezzo.

Però i miei piedi non si fermano.

Vanno avanti, la loro destinazione non affermano.

Io penso però. Merito di sapere.

"Di così bello, cosa ci sarà mai da vedere?"

Sono solo, solissimo.

In fondo alla via, una porta osservo.

Mai vista prima, di essa nessun ricordo conservo.

Ci arrivo, la apro dubbioso.

A terra è sabbioso.

Non alzo gli occhi, non ne ho il coraggio.

Ne sono certo però:

è una sensazione di passaggio.

Quindi mi decido.

Guardo davanti a me, apro gli occhi.

Specchi.

Di varie forme e dimensioni.

Il mio riflesso, di lui mi accorgo

Ci sto bene, non mi sento a disagio.

È ovunque in questa stanza, in ogni lato.

Solo, solissimo? Non lo sono mai stato.

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