Capitolo 8

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Fabio;

«Ducati e Valentino Rossi Academy non partecipano domenica» la mia curiosità era appena stata acceda, e avevo urgentemente bisogno di sapere il motivo di questa scelta.

«E come mai?» domando sistemando il mio casco nell'apposita custodia.

«Una ragazza legata a qualcuno del team, ha tentato di togliersi la vita» era rimasto senza fiato.

«Tom sai chi è?» avevo bisogno di una  spiegazione più precisa.

«È la sorella di Marco»

Un brivido mi aveva appena attraversato.
Il cuore aveva cominciato a battere all'impazzata mentre cercavo di elaborare quella notizia.
Senza esitazione, afferro il telefono e chiamo Marco.

«Marco, dimmi che sta bene, dimmelo.»

La risposta del mio amico era stata breve e straziata.

«Siamo in una clinica vicino il centro.» e non aveva aggiunto più nulla.

«Devo andare» prendo le chiavi della mia auto e, senza nemmeno pendere tempo parto per andare in clinica.

Non potevo crederci, l'angoscia e l'incertezza mi stavano perforando il petto cercando di non immaginare cosa stesse succedendo.

Arrivato finalmente in clinica, la scena che si era presentata davanti ai miei occhi era drammatica.

Marco era seduto in una sedia accanto alla porta dell'unità di terapia intensiva, con le mani tenute sul viso, incapace di nascondere la sua disperazione.
Pecco era accanto a lui, cercando di confortarlo, ma era evidente che entrambi erano devastati.

Due amici di Marta si trovavano in una stanza vicina, sconvolti e incapaci di nascondere la paura nei loro occhi mentre cercavano di bere del caffè per calmare i nervi.

Ma la vista più straziante era quella di Valentino Rossi, il grande campione, distrutto, che stringeva la mano di Marta, la cui immagine era appena visibile attraverso il vetro dell'unità di terapia intensiva.

Marta era pallida e sembrava fragile, con una flebo attaccata al braccio e fasce su tutto il corpo.

L'atmosfera era di disperazione pura.
Mi avvicino lentamente e poggio una mano sulla spalla di Marco.

«Marco, cosa le è successo?» domando con voce tremante.

Le lacrime rigavano il viso del mio amico mentre iniziava a raccontare la terribile sequenza di eventi.

Mi aveva spiegato che Valentino aveva cercato disperatamente di contattare Marta più e più volte, ma senza ottenere alcuna risposta.
La preoccupazione aveva preso il sopravvento, e Vale aveva deciso di inviare i due amici di Marta, colleghi di lavoro, per controllare se fosse a casa e stesse bene.
Ma ciò che scoprirono aveva scosso tutti fino al profondo dell'anima.

Quando erano entrati, avevano trovato Marta riversa a terra, accanto a un bicchiere vuoto di candeggina, un macabro segno del suo tentativo di avvelenarsi.

Le parole di Marco si fermarono un istante, era chiaro che il dolore della situazione lo stava soffocando.

Mi sentivo impotente ed ero al limite delle lacrime.Ogni dettaglio della storia era più angosciante dell'altro, e la sofferenza di Marta lo colpiva come un pugno nello stomaco.

«Ma perché l'ha fatto?» ero scioccato e non riuscivo a capacitarmi.

«Ha scoperto che Valentino è suo padre.»
un'altra bastonata sul cuore.

Continuo a guardare la scena che si rifletteva davanti ai miei occhi.
Valentino, con ogni gesto, cercava di trasmettere amore e conforto a Marta. Ogni tanto, lasciava dei delicati baci sulla sua fronte pallida, come se volesse scacciare ogni traccia di dolore.

Le sue labbra si posavano con dolcezza sulla pelle di Marta, un gesto che rifletteva l'amore e la preoccupazione che provava per lei.

Le sue mani accarezzavano delicatamente la sua mano, come se cercasse di comunicarle che non era sola, che lui era lì per lei e ci sarebbe sempre stato.

Ero disperato come tutti quelli che si trovavano in quella sala d'aspetto e non me ne sarei andato senza averla vista sveglia.

𝐒𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚; 𝐅𝐐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora