Capitolo 9

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Fabio;

Ogni certezza era ormai stata frantumata e Marta era davvero inerme sul suo lettino.
Ero riuscito ad entrare nella sua stanza dopo qualche settimana grazie all'aiuto di Valentino che, a turn, ci permetteva di entrare uno alla volta.

«Come hai fatto a nasconderle una cosa del genere?» domando all'italiano che sospira distrutto senza smettere un attimo di reggere la mano di sua figlia.

Sua figlia.
Faceva così strano.

«Non è stato facile, ma l'avevo sempre accanto e l'ho cresciuta io come una figlia. Ivo non l'ha mai desiderata, l'avevano fatto solo per Marco.» confuso da questa sua spiegazione, mi ero limitato ad ascoltare senza aggiungere altro, avevo paura che una parola fuori luogo poteva essere letale.

«Mi dispiace..» continua a ripetere Valentino con la fronte poggiata sulla sbarra del letto.

«Non posso perdere anche te..non come mamma» un momento delicato ed intimo stava per nascere dentro quelle quattro mura ed io mi sentivo di troppo.

Ero rimasto fermo ad osservare Marta, notando anche un piccolo dettaglio: le sue palpebre serrate si stavano muovendo.

«Valentino..vedi anche tu?» sussurro indicando ciò che avevo appena visto.

«Dio mio, corro a chiamare un medico, tu stai qui Fabio»

«Marta..?» la richiamo muovendo leggermente la sua spalla.
Non appena i suoi grandi occhioni si imbattono sui miei le sorrido dolcemente.
Il vuoto che leggevo in quelle pupille era disarmante intravedendo un solo sentimento, quello della paura.

«Ehi piccoletta, ci hai fatto preoccupare tanto» bisbiglio.

«Marta..» mi volto sentendo la voce di Valentino che avanza verso di lei.

Lo sguardo della ragazza aveva lasciato spazio alla paura, stava iniziando a sudare freddo e il suo volto era diventato ancora più pallido di prima.

Un grido di disperazione nacque dalla sua gola, sapevo perfettamente che voleva delle spiegazioni, parole che però le morirono prima di nascere.

«No Marta non voglio farti del male» pronuncia in lacrime Valentino afferrandole la mano.

«Shh, tranquilla..ci sono io ok?» le sussurro dolcemente all'orecchio.

Ma la paura che l'aveva inghiottita sembrava insormontabile, e il suo grido lacerante continuava a riverberare nella stanza.

«Vale è meglio se esci un attimo ok?» lui scuote la testa tormentato dal senso di colpa.

Quando la porta della stanza si apre, ad entrare è proprio il dottore con una siringa tra le mani.

«Ragazzo, alzale la manica del pigiama» deglutisco nervosamente e faccio ciò che ha richiesto il medico.

Marta continuava a sbattere sul letto piangendo ed io stavo facendo di tutto per reggerla.

«Questo è un sedativo, la aiuterà a stare calma» ci informa l'uomo iniettando il liquido dentro il corpo di Marta che gridava come una matta.

«No no no no no» era riuscita a dire solo questo, i suoi occhi erano pieni di terrore.

Dopo 10 secondi il farmaco aveva già iniziato a dare i suoi effetti, lei si rilassò tra le mie braccia, ma i suoi occhi rimasero spalancati, ancora intrappolati nel terrore.

«Con questa starai buona, non preoccuparti» continuavo a sussurrare accarezzandole i capelli delicatamente.

«Così credo di non riuscire più a farcela..» afferma Valentino impaurito come non mai. Non l'avevo mai visto così eppure dinnanzi a tale orrore potevo solo immaginare ciò che stava realmente provando.

«Fabio..» sussurra lei poggiando una mano sul mio viso.

«Dimmi..» tiro su con il naso qualche lacrima che aveva percorso il mio viso.

«Le stelle..ancora ci sono?» domanda confusa ed io le sorrido annuendo.
Sapevo che non era lei a parlare ma bensì tutti i farmaci presi, avevano avuto un effetto collaterale

«Certo che ci sono, stanno aspettando te, adesso riposati.» annuisce e richiude gli occhi addormentandosi.

Era iniziato un calvario.
E Valentino, non sarebbe riuscito a sopportarlo.

𝐒𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚; 𝐅𝐐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora