Capitolo 10

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Marta;

La mia mente era andata in fiamme e non riuscivo più a capire nulla.
Avevo paura, tanta paura, paura di non riprendermi mai più.

Quella verità mi aveva devastato ed ero uscita fuori di testa.
Valentino era mio padre, proprio lui che mi aveva accolta nella sua vita, lui che mi aveva spronato a fare le cose più folli.

Era mio padre e non c'era niente in più da dire.

«Ehi..» mi giro verso la porta che si apre davanti ai miei occhi ritrovando dentro la mia stessa stanza Marco.

Non parlavo, forse perché avevo paura o perché la mia voce non riusciva a comporre più di due parole messe insieme.

«Marco..» sussurro debole come non mai poggiando una mano sulla sbarra del letto.

«Shh, non parlare sennò ti sforzi.» si siede al mio fianco e prova a sostenere un contatto con me.

Lui sapeva tutto, lui non mi aveva mai odiata, odiava solamente la grande verità che ha dovuto tenere dentro per tantissimi lunghi anni.

«Il medico mi ha dato il via per entrare e visto che eri da sola ne ho approfittato per venire..» tamburello con le dita la flebo che sta sulla mano destra e annuisco.

Marco era rimasto in silenzio per circa 10 minuti, fissava la camera e di tanto in tanto si portava una mano tra i capelli scompigliandoli.

In quei piccoli movimenti, mi ero resa conto di quanto noi due eravamo diversi.

«Perché..non mi hai mai..detto niente..»

«Perché non volevo vederti soffrire..anche se, passare gran parte della tua vita con noi è stato un inferno.»

«Marco, tu..quando lo hai scoperto..?»

«A 5 anni.» il mio cuore era ancora una volta precipitato.

«Per questo ti sei allontanato da me.» annuisce ripetutamente e tira su con il naso alcune lacrime che stavano cercando di uscire dai suoi occhi.

«Io non ti odiavo, non l'ho mai fatto. Mi sono allontanato semplicemente perché sapevo quanto male poteva causarti il mio affetto dopo aver scoperto la verità.»

Osservo il suo cerottino sul naso, era solito portarlo sempre.

«Ancora non posso crederci che Valentino è mio padre..» avevo paura anche a dirlo, da un lato sapere che era lui e non un padre disperso nel mondo, era meglio.
Dall'altro lato però, io stavo per combattere una guerra contro i demoni del mio passato.
Dovevo fare i conti con una vita mai vissuta, con un puzzle disperso per 22 anni di esistenza.

Non sarebbe stato facile.

«Voglio solo che tu faccia una cosa, Marco..» gli occhi di "mio fratello" parlavano più di mille parole, e come se lui sapesse ciò che avrei voluto chiedergli, mi anticipa stringendomi in un forte e caloroso abbraccio.

«Se avrai bisogno di un amico con cui parlare io per te ci sarò sempre.» annuisco in lacrime e gli stampo un bacio sulla guancia.

Il sapore di casa.

«Ma dai una possibilità a Valentino, lui ti ama più della sua vita.» rimango tra le braccia di Marco senza dire più niente.
Necessitavo quel contatto da tempo e finalmente eravamo riusciti ad abbattere tutte quelle barriere, per dare un'altra possibilità a ciò che era stato il nostro legame.

«Ehi possiamo entrare?» alzo lo sguardo verso la porta e sorrido vedendo Dory e James.

«Ti lascio con i tuoi amici ok? A cena vengo e ti porto da mangiare» mi lascia un bacio sulla mano e dopo si allontana dalla mia stanza per far entrare James e Dory.

«Ehi principessina» sussurra James visibilmente emozionato di vedermi sveglia.

«Ci hai fatti cagare in mano» continua Dory abbracciandomi forte.

«Mi dispiace tanto ragazzi..ho perso solo il controllo.»

«Non preoccuparti, quello che vogliamo adesso è che tu stia bene» Dory e James rimasero fino alla fine dell'orario della visite, Marco ci raggiunse anche portando delle pizze e a me una zuppa calda preparata dalla sua ragazza.

La mia fame era ridotta al minimo ma mi sforzi per finire la mia cena.
Ero stanchissima, anzi, distrutta e domani sarebbe iniziata un'altra giornata senza senso.

Speravo di uscire da questo buco il prima possibile.

𝐒𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚; 𝐅𝐐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora