XXX - Pazzo oppure no

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Stavo impazzendo, semplicemente impazzendo. Ora Lorenzo sembrava… Un depresso, un pazzo, uno psicopatico.

Non riuscivo più a stargli dietro, qual era la verità su quel ragazzo? E anche su quel bambino! Giulio mi aveva detto che la.camyyy aveva abortito, lei aveva detto al fidanzato che l’aveva perso e io non ci stavo capendo più niente! Cercai di ricordarmi il discorso che avevo origliato fra quei due. la.camyyy aveva parlato di scelta. Scelta. Anche mentire a Lorenzo era stata una scelta.

Avevo ancora mezza giornata di tempo per pensarci e per finire le pagine che avevo trovato, sapevo che in quel momento Alice avrebbe raccontato al signor Strozzi i suoi sospetti che aveva su di me. Non sapevo se sarei stata riaccettata in quella casa, avrebbero avuto molti dubbi sul mio conto.

Io, per fortuna, ero convinta di avere già scoperto la verità. Avrei concluso il diario e poi avrei cercato di tirare le somme una volta per tutte.

DIARIO

L'ultima partita del campionato prima della finale di Champions era Sassuolo-Juventus e io ero tornato giusto in tempo per giocarla. Lo scudetto lo avevamo già perso, era una partita inutile. Infatti il mister mi aveva schierato titolare. Avevo fatto un gol e un assist e proprio questo mi spinse a tirare un pugno alla porta una volta tornato in spogliatoio.

“Lorenzo! Vuoi spaccarla?” si allarmò il capitano. Il mister si era fermato per un'intervista, sennò mi avrebbe redarguito a dovere.

“Certo che la voglio spaccare! Perché tutti sono capaci di giocare bene in una partita che non vale un fico secco!” urlai tirandole anche una testata. Urca se faceva male!

“Lore, smettila!” mi presero di peso il capitano e Giulio Angeli, obbligandomi a sedermi su una panca. Mi misi le mani sul volto, i compagni mi circondarono: “Ci spieghi cosa ti è preso?”

“Nulla, ho solo sbattuto contro la realtà.”

"Per me hai solo sbattuto contro una porta...” commentò Giulio Angeli.

“Invece è proprio la realtà. Sono ancora un mezzo giocatore. Non sono un campione.”

“E allora? Lo diventerai. Sei consapevole che, se vinciamo la Champions, otterrai sicuramente il Golden Boy? Sei senza dubbio uno fra i migliori giovani al mondo, non mi viene in mente un giocatore della tua età al tuo stesso livello.” cercò di rianimarmi il capitano.

“Non è vero. A questa favolina non ci credo più. La gente si aspetta sempre di più da me: nei big match fallisco sempre.”

“Ogni partita è importante.” filosofeggiò Giulio.

“Vuoi dire che Inter e Sassuolo sono la stessa cosa? Mi dispiace, Giulio, non è esattamente così!” risposi nervoso.

“ Lorenzo, senti... Sei un atleta completo. Ti manca solo l'esperienza. E quella si ottiene con il tempo.” mi rispose il capitano.

“Io voglio tutto e subito!”
sibilai guardandoli con astio: perché mi dicevano delle cose a cui sotto sotto nemmeno loro credevano? Non potevo essere il migliore, perché fallivo dove i migliori dimostravano di essere tali.

Il capitano scrollò le spalle: “Allora, se la pensi così, non arriverai mai da nessuna parte.”

Di solito lui era bravo con le parole, le sceglieva con cura per i suoi discorsi, ma stavolta aveva sbagliato: era l'unica frase che non avrei mai voluto sentire.

                                ***
Quella notte non riuscivo a prendere sonno. Mi alzai da letto e iniziai a vagare per casa. Giulio Angeli andava a vedere le stelle, Tiago Vato andava a fare festa e io? Il massimo che riuscivo a fare era girovagare per casa senza uno scopo. Non sapevo proprio dove sbattere la testa, nulla aveva più un senso.

VA TUTTO BENEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora