Capitolo III

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"Mi dispiace dirlo,ma sei uno schianto diamine!" Esclamò Marianna spalancando gli occhi come se non credesse ai suoi occhi. Peccato che nello specchio io non riuscivo affatto a vedere la persona che vedeva lei. Ero sempre io,potevo piazzare anche cinque chili di trucco sul mio viso ed indossare tacchi vertiginosi,rimanevo la stessa identica ed illusa ragazzina.

"Cos'è quel muso?Elvira certe volte sei proprio una palla. Cosa c'è che non va?" Domandò nonostante ce l'avesse proprio sotto il naso.
"C'è che sono ridicola!" Le dissi alzando un po' troppo il tono di voce dato il suo arretrare improvviso."Senti..scusa è che non mi sento per niente a mio agio. Sai che non sono così. Io sono la ragazzina che nessuno nota,quella che si nasconde di proposito e non sono pronta ad uscire dal guscio,o almeno non ancora.." Conclusi infine abbassando lo sguardo.
In verità ero molto delusa da me stessa,non era la prima volta che mi ripromettevo di cambiare,di essere me stessa con chiunque e di non avere paura di uscire allo scoperto ma ogni santa volta diventava sempre più difficile.
Più passava il tempo e più nuovi problemi si radunavano come se aspettassero proprio il momento sbagliato per saltar fuori. Così ci avevo rinunciato.
"Invece sei pronta,hai solo bisogno di una spinta. Adesso togliti quel trucco e scendi,ci si vede di sotto."Disse prima di prendere il giubbotto di pelle e chiudere la porta.

"No..non posso,mi dispiace." Sussurrai al vuoto.
* * *
La panchina su cui ero seduta mi ghiacciò completamente le gambe facendole addormentare ma quasi non mi importava. Preferivo quella sensazione sgradevole a quella che avrei dovuto fronteggiare più tardi a causa di Marianna. Mi avrebbe urlato in faccia che ero una codarda perché non ero andata a quella festa,ed io ero pienamente d'accordo. Lo ero eccome.

"E così non sei una tipa da festa,eh?" Chiese improvvisamente una voce dietro le mie spalle mentre mi giravo per individuare la figura. "Dovresti stare più attenta,sto accumulando troppe informazioni su di te." Disse Andrea ridendo.
Certo,chi poteva mai essere?

"Posso dire lo stesso di te." Gli risposi cercando di nascondere i tremolii della mia voce.
"Mi dispiace contraddirti ma io adoro le feste..quando non sono finite." Ammise alzando le spalle. Oh no,per quanto tempo ero rimasta lì? Marianna mi avrebbe uccisa. Nel frattempo però Andrea aveva preso posta accanto a me bloccandomi ogni via d'uscita.

"Allora..sentiamo un po' perché non sei venuta alla festa?" Mi chiese bevendo un sorso dalla bottiglia di birra.
"Perché le tue mani ero fredde oggi?"Chiesi evitando la sua domanda ma i suoi occhi non tralasciarono nessun emozione.
"Non barare piccoletta,non si può rispondere ad una domanda con un'altra domanda." Rispose quasi severamente.
Non so se le mie guance si infuocarono di più per il 'piccoletta' o perché non avevo una risposta a quel'affermazione.
"E così ti fai anche rossa..interessante." Osservò lui scuotendomi dai miei pensieri .Ma da quando un ragazzo del genere si interessava a me?
" Meglio che vada."Dissi senza guardarlo negli occhi sperando che semplicemente si alzasse e mi lasciasse passare.
"Guardami e lo farò." Dichiarò aspettando che il mio sguardo incontrasse il suo.Ma perché ci teneva così tanto? Non l'avrei mai capito ma alzai lo stesso il viso.
Appena i nostri sguardi si incrociarono percepii brividi in tutto il corpo quasi come se fossi sul punto di essere scossa da lacrime.Erano i miei stessi occhi eppure sembravano così diversi. Erano più..puri.

"Ti sei già innamorata?"Mi chiese stuzzicandomi.
Okay era ubriaco.Decisamente.
Non avrebbe avuto tutto questo interesse nel caso contrario.
"Ti porto in camera,vieni." Affermai spingendolo verso l'esterno della panchina.
Quando si rialzò perse quasi l'equilibrio ma riuscii comunque a sostenerlo e trascinarlo fino all'entrata dell'hotel.
Quando però la mia mano si scontrò per sbaglio con la sua schiena lo vidi stringere i denti per il dolore.
Qualcosa non andava.

"Andrea perché le tue mani era così fredde?" Gli chiesi nuovamente questa volta con più timore.
"Elvira lo so che sei intelligente...l'hai capito.." Disse continuando a barcollare con il mio braccio legato al suo bacino per sorreggerlo.Ma in quel momento avrei preferito essere stupida.

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