Capitolo 26.

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Capitolo 26

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Capitolo 26.

dusanvlahovicfp vuole inviarti un messaggio

-Ciao Alice. Mio fratello ha visto te e Dusan in centro ieri. Ma state insieme? Ne sarei felicissima 😍

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Trovai tra le richieste Instagram il  messaggio.
Una strana sensazione pervase il mio corpo.
Non ero per niente abituata a quel genere di cose.
Anche nei riguardi di mio fratello, ero sempre stata un passo indietro.
Odiavo, specie negli anni della malattia, stare al centro dei riflettori e purtroppo, con il loro lavoro, era qualcosa che poteva succedere spessissimo.
Specie con Dusan, che con o senza di me era sotto gli occhi di tutti.

Presi il telefono e lo raggiunsi in cucina.
Da quando sua sorella era tornata a Belgrado, avevo passato più tempo a casa sua che nella mia.
Ormai, in famiglia, avevamo ufficializzato la nostra relazione.
Nicolò si era ufficialmente rassegnato, rincuorandosi del fatto che fossi davvero tranquilla.
I miei genitori l'avevano presa abbastanza bene, conoscevano il serbo e si fidavano di me.
Federico, invece, avrebbe voluto già le nostre nozze.
E io, non potevo sentirmi più piena e felice, se non fosse stata per l'ansia di quel messaggio.

Gli misi lo schermo dell'iPhone sotto il naso e vidi le sue iridi ingrandirsi per mettere a fuoco le parole che lèsse poco dopo.

Sorrise e si girò verso di me porgendomi il telefono.

<<E quindi?>> mi chiese dolcemente tirandomi a se.

<<Non mi piacciono queste cose Dusan. Mi mettono ansia.>> dissi imbronciata giocando con la collana che indossava.

<<E non rispondere. Stai tranquilla. Ma non per questo smetteremo di uscire insieme. Voglio viverti come farebbero due normali ragazzi di 20 anni.>> confessò portando una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.

Lo guardai solamente perché, davanti ad una frase del genere, difficilmente avrei saputo cosa rispondere.

<<E se tipo ci hanno fatto foto?>>

<<Ti vergogni di me, nana??>> disse prendendomi in giro.
<<Sei impazzito? Al massimo è il contrario!>> risposi quasi offesa.

Lo sguardo di Dusan si rabbuiò. Odiava quando mi sminuivo.

<<Smettila. Non dirlo nemmeno per scherzo.>> mi allontanò impercettibilmente rimproverandomi. Poi continuò <<sei la più bella del mondo per me, anche se continuerai a non crederci, come sempre.>> sbuffò in modo buffo.
Sorrisi e lo strinsi forte.
Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia, e mai avrei voluto perdere quella sensazione.

<<Sei tranquillo per domani?>> chiesi, conoscendo le sue ansie prima di ogni partita.
<<No. Perché tanto so che come sempre non riuscirò a segnare.>> abbassò lo sguardo.

Glielo alzai e guardai i suoi occhi <<ehi. Sono sicura che farai benissimo. Me lo sento.>> gli sorrisi sincera baciandolo e togliendogli la possibilità di ribattere.
Ricambiò il mio bacio stringendomi forte a se.

****

Dusan era una di quelle persone che piuttosto di far preoccupare i suoi cari, teneva tutto dentro mostrando degli apparenti sorrisi, fino a quando non arrivava il momento in cui esplodeva.
E io sapevo che se non si fosse sbloccato in campo, quel momento sarebbe arrivato molto presto.

Vedevo le foto che postava la società dove sembrava sereno e felice, ma infondo, sapeva indossare bene la sua maschera.

Credeva tanto in se stesso.
Sapeva quanto bene potesse fare ad ogni partita ma, non riuscirci, lo mandava totalmente a terra.

Quella sera non avevo ansia, stranamente.
Generalmente le sue preoccupazioni me le trasmetteva inconsciamente e io, da brava spugna qual'ero, le assorbivo tutte.
Quella volta invece non successe.

Dusan entrò in campo, posizionandosi accanto ai compagni e alzando lo sguardo verso la tribuna come faceva sempre.
Gli sorrisi, rispondendo con il solo sguardo alle mille domande paranoiche che mi stava facendo in silenzio.

Poi la partita cominciò.

Era concentrato, sapeva esattamente quello che doveva fare e come doveva farlo.
Era sicuro di se, come forse mai da quando lo conoscevo.

E poi lo vidi li, al minuto 53, davanti la porta praticamente solo, dopo il rigore sbagliato di qualche partita precedente, esplodere con tutta la forza che aveva in corpo alla visione della palla dentro la rete.

Un boato riecheggiò per tutto lo Stadium.

Rimasi una quantità infinita di millesimi di secondo paralizzata a guardare il pallone, per poi esplodere di gioia insieme ai migliaia di tifosi.
Vidi Federico corrergli incontro dalla panchina, contento come se a segnare fosse stato lui stesso.
Nicolò, come altri compagni, gli saltarono addosso festeggiando quel momento che tanto stavano aspettando.

Dusan si liberò dalla montagna di compagni e subito corse prima verso la curva ad esultare con i tifosi, per poi venire sotto la tribuna cercandomi con lo sguardo.

Mi sporsi alla ringhiera mostrandogli il sorriso più bello che mai gli avessi fatto, fiera di lui.
Mi mandò un bacio, tornando poi in campo per continuare la partita.

Sentivo che il mio cuore andava tanto veloce quanto il suo in quel momento.
Sentivo gli occhi lucidi dall'emozione.

Sapevo quanto importante fosse per lui quel gol.
Voleva riscattarsi delle brutte parole ricevute da alcuni tifosi, voleva riscattarsi con se stesso.

Aveva lavorato e sudato tutta la vita per quello.
Aveva anche provato ad allontanarmi, cogliendo la palla al balzo dopo la discussione, per concentrarsi solo sul suo lavoro.

Me lo aveva confessato quella notte in macchina, quando come per miracolo, tutto si sistemò.
E ne rimasi spiazzata, sinceramente.
Capii poi però i suoi perché e le sue motivazioni e, infondo, poteva solo avere ragione.

C'eravamo fatti del male, ma eravamo riusciti a perdonarci perché i nostri sentimenti, andavano oltre.

Quel gol non fu l'unico della partita.
Finì 3-0 e Dusan fece doppietta.
Era tornato il campione che tanti mi avevano descritto e che io non vedevo l'ora di scoprire.

Andai al parcheggio a fine partita, com'era solito facessimo, e aspettai i ragazzi insieme a Giulia, Thessa e Lucia.
Ormai eravamo praticamente inseparabili.
Poco dopo sentii qualche piccolo tifoso urlare il suo nome. 

Mi girai verso l'uscita e lo vidi, bello come non mai, indossare quel suo sorriso sincero e felice.
Fece qualche foto con i bambini che lo assalirono e poco dopo venne verso di noi.
Salutò prima le ragazze ricevendo i loro più sinceri complimenti e poi si presentò davanti a me col sorriso obliquo e la fossetta che gli si formava che tanto mi faceva impazzire.

<<Ci sono riuscito, nana.>> disse solo questo, quasi commosso.
Gli presi il viso con entrambe le mani e mi avvicinai a lui.
<<Non avevo dubbi, amore mio.>> uscii dalla mia bocca così, di getto.
Quelle due parole che mai avrei pensato di dire così spontaneamente a qualcuno.
E invece, non mi resi nemmeno conto di come avessi appena chiamato Dusan.

Mi sorrise, fronte a fronte, e mi diede uno dei baci più dolci e sinceri che ci fossimo mai scambiati.

Non mi interessò, in quell'istante, di essere vista da qualcuno, anzi.
Volevo urlare al mondo la mia felicità e smettere di nasconderci.

Forse, ero davvero pronta.

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Spazio autrice

Ciao amori 🤍
Questo è un semplice capitolo di passaggio, anche abbastanza cortino.

Al solito fatemi sapere cosa ne pensate ❤️
A.

Luce.~ Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora