Capitolo 2.
Ricominciare non era mai semplice.
Stare sola ben che meno.
Mi rendevo conto che non potevo sconvolgere la vita della mia famiglia che in questi due anni aveva creato una nuova routine.
Ogni tanto scendevo al lavoro da mio papà per aiutarlo e nel frattempo cercavo di recuperare qualche materia all'università.Giulia era sempre con me. Passavo più tempo a casa sua e di Nico che nella mia.
Purtroppo quella stanza non mi faceva stare bene come pensavo e speravo.
Troppi brutti ricordi erano nascosti tra quelle quattro mura.L'anoressia è una malattia che ti devasta. Mentalmente e fisicamente.
Non è facile uscirne del tutto, e anche quando ci riesci, ricordare i vecchi periodi con l'ansia di poterci ricadere ti abbatte psicologicamente.<<Ehi ehi. Che stiamo facendo?>> Giulia mi destò dai miei pensieri davanti lo specchio e con un po' di timore mi girai a guardarla.
<<Nulla. Vado bene?>> dissi preoccupata.
<<Alice, sei perfetta. Stiamo solo andando a fare un aperitivo con le mie amiche. Stai tranquilla.>> nella sua meravigliosa dolcezza mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla porta.
Quel pomeriggio a Torino il sole era ancora alto in cielo. Stranamente non c'era nemmeno una nuvola nonostante i 3 gradi fuori.
Mia cognata minuziosamente mi descrisse le sue amiche per tutto il tragitto. Le aveva conosciute tramite Nicolò.
Avevo capito che Thessa era la moglie di Manuel, che conoscevo solo di vista.
E poi Benny, che ricordavo stesse con Federico ma evidentemente in America mi ero persa anche l'evoluzione di questa storia.
Federico lo conoscevo meglio. Eravamo usciti in gruppo un paio di volte prima che partissi.Il resto era un taboo per me.
Probabilmente non ricordavo nemmeno che forma avesse un pallone da calcio.
Il che non mi dispiaceva più di tanto. Non mi ero mai fidata di tutto quello che c'era attorno a questo sport.
Nicolò sapeva che se avesse fatto il cretino come la maggior parte dei suoi colleghi con Giulia, non avrebbe avuto vita facile.Arrivammo a Piazza San Carlo ed entrammo in un bar.
Vidi Benny da lontano, che subito si alzò e mi venne ad abbracciare.
Non so come fosse possibile ma era più bella di come l'avessi lasciata.<<Bentornata piccolina!>> mi disse sorridendo.
L'altra ragazza, con in braccio un barboncino e un pancino che si intravedeva dal maglione si alzò subito dopo e si presentò.<<Piacere Thessa. Finalmente ci conosciamo.>> sorrise dolcemente anche lei e le porsi la mia mano.
<<Piacere Alice. E auguri.>> dissi riferendomi al pancino.
Lo accarezzò e si sedette al tavolo.
Noi la seguimmo.Riuscirono a mettermi subito a mio agio. Senza fare domande scomode, provarono a conoscermi un po' di più, e inaspettatamente riuscii ad aprirmi.
Mi sentivo serena, nonostante il continuo sguardo addosso di Giulia che si accertava del mio umore.Era comprensibile l'apprensione di tutti, ma gradivo un po' più di fiducia.
Io stavo bene e tranne qualche accenno di ansia ero pronta a ricominciare.
Avevo 21 anni, e perdere gli anni migliori della vita di una persona non era nei miei desideri.<<Credo stia passando Nicolò. Mi ha appena scritto che hanno già finito.>> esordì Giulia dopo aver guardato il telefono.
<<Hai detto che ci sono io vero? Non vorrei che fosse con Federico.>> incalzò Benedetta.
Giulia mi aveva accennato che fosse andata avanti, ma vederlo ancora le faceva un certo effetto.
<<Tranquilla. Federico ha la febbre, non è nemmeno andato all'allenamento.>> Thessa tranquillizzo l'amica.
Passammo un'altra oretta in compagnia delle ragazze e quando fece buio ci dirigemmo verso la macchina.
<<Ehi bellezza. Possiamo conoscerci?>> sentii una voce familiare, troppo familiare.
Una Maserati scura si accostò a noi e dal finestrino spuntò la testa di mio fratello che rideva a crepapelle.Accanto a lui, che guidava, un ragazzo che supposi essere un suo compagno. Con un cappellino e gli occhiali da sole.
A novembre.
Alle 19:00.
Non mi soffermai più di tanto sulla sua figura. Accennai solo un timido "ciao" quando mi avvicinai alla macchina per salutare Nicolò.
Il ragazzo ricambiò con un cenno del capo e un mezzo sorriso.
Mi allontanai dal finestrino per lasciare spazio a Giulia e risposi al telefono che nel frattempo prese a squillare.
Poco dopo la macchina con i due ragazzi ripartì senza che mi accorgessi che mia cognata mi prese dal braccio per dirigersi verso la nostra.<<Grazie.>> dissi a Giulia non appena arrivammo sotto casa mia.
<<E per cosa mi ringrazi?>> disse basita.
<<Per oggi. La tua insistenza è servita. Sono stata bene. Grazie, davvero.>> ribadii col cuore in mano.
La mora mi abbracciò e mi diede un bacio in fronte.
<<Potrai sempre contare sulla mia spalla, lo sai.>>
L'abbracciai di nuovo e tornai a casa con un sorriso stampato in volto.
Per la prima volta dal mio rientro, ebbi la convinzione che stavolta ce l'avrei fatta davvero._______
Spazio autriceCapitolo piccolo ma di passaggio per quelli che verranno.
Ho accennato alla malattia di Alice, che verrà approfondita in seguito.
Ed è spuntato qualcuno di familiare 👉🏼👈🏼Fatemi sapere ❤️
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Luce.~ Dušan Vlahović
Fiksi PenggemarFF su Dusan Vlahovic. > lo disse quasi con un filo di voce. Il mio corpo stava andando a fuoco nonostante i brividi. E i miei neuroni sembravano quasi impazziti. Non si avvicinò più di quanto già non lo fosse, ma quella maledetta mano non stava f...