Capitolo 27.

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Capitolo 27

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Capitolo 27.

<<Noi abbiamo un conto in sospeso...>> disse Dusan, al mio orecchio, mentre ci dirigevamo verso la macchina.

Lo guardai, stralunata, poi come un flash capii a cosa si stesse riferendo.
Mi bloccai all'istante.

<<Nono Dusan. Scordatelo.>> sentii il corpo avvampare dall'ansia.

<<Scordatelo? Era una scommessa e una promessa. Non puoi tirarti indietro.>> lo disse con il suo solito fare saccente, odioso.

<<Eh ma non ho fame. Non puoi costringermi a mangiare.>>
<<Sei una falsa. Quando ti abbracciavo sentivo il tuo stomaco brontolare.>>

<<Dusan io non ci mangio al McDonald's.>> mi fermai davanti la macchina, terrorizzata dall'idea.

<<Alice, ci sono io...>> lo disse dolce, mettendosi di fronte a me e accarezzandomi la guancia.
Voleva aiutarmi, me l'aveva promesso.
Ma la paura di affrontare quell'ennesimo step per uscire dalla mia malattia mi mandava in tilt.

Entrai in macchina, senza dire nulla e con gli occhi lucidi sperando di convincerlo in qualche modo.
Ma Dusan non si lasciò convincere e, prendendomi la mano, si diresse verso il Mc più vicino.

Iniziai a sudare freddo non appena ci ritrovammo in fila al McDrive.   
Il serbo più volte mi chiese cosa volessi ma, inerme, non risposi a nessuna domanda.

Così lo sentii ordinare più cose, anche troppe, e ad ogni panino che aggiungeva, le mie mani sudavano sempre di più.

Col pollice accarezzava dolce il dorso, accorgendosi del mio malessere.
Provava a tranquillizzarmi nonostante si stesse rendendo conto che stavo per esplodere.

Non mollava, lui non lo faceva mai.
E non lo stava facendo nemmeno con me.

Quando ci consegnarono i due sacchetti pieni di roba, l'abitacolo venne invaso da un profumo inebriante che avevo dimenticato.

Respiravo pensantemente a causa dell'ansia mista all'odore di cibo.
Mi sarei accontentata anche solo di quello, senza mangiarli.

Per me quella, era già una vittoria.

E invece, quando arrivano a casa sua e cominciò ad uscire i vari pacchetti dalla busta, divenne tutto più concreto.

<<Non ce la faccio Dusan.>> mi bloccai davanti il tavolo, con le mani che tremavano.
Il serbo continuò a non scomporsi e nel frattempo prese tra le mani una crocchetta di pollo.
L'avvicinò al mio viso e sentii le mie narici esplodere di piacere, nonostante il mio sguardo dicesse altro.

<<Non mi puoi obbligare.>> dissi con gli occhi lucidi. 
<<Non lo farei mai. Ti sto solo facendo vedere che è semplicemente cibo. Spazzatura è vero, ma è pur sempre cibo.>> il suo tono dolce mi riempiva il cuore.

<<Si, ma...>> mi interruppe.
<<Niente ma. Lo sai quanto tengo alla mia alimentazione, ma ogni tanto ci sta. Non ti succederà nulla. E poi, devi superarla. Lo sai che sei più forte.>> mi sorrise, dando un morso a quella crocchetta che teneva ancora in mano.

Mi avvicinai di nuovo al tavolo, facendo cadere l'occhio sul Mc Chicken. Fino a qualche anno prima, era il mio panino preferito.

Lo presi in mano, tremando.
Vidi con la cosa dell'occhio Dusan sorridere, e di riflesso prese anche lui un panino tra le mani.

<<Sono terrorizzata.>> ammisi con la voce tremante.
<<Ci sono io. Anche solo un morso se non riesci. Al mio tre, ok?>> annuii, stringendo il cibo tra le mani.
Dusan cominciò a contare.

<<Uno...>> sentii un tonfo allo stomaco.
Stavo facendo un passo troppo grande per me.

<<Due...>> il mio cuore stava perdendo il conto dei battiti tanto andavano veloci. E nel frattempo le mani mi tremavano mentre aprivo la bocca per avvicinare a essa il panino.

<<Tre.>> spensi il cervello, come se avessi un bottone, e morsi quel dannato panino.

Le mie papille gustative si ribaltarono all'istante.
Stetti qualche secondo ad assaporarmi quel gusto, senza nemmeno masticare.
Non poteva essere vero. Non riuscivo a credere di aver in bocca quella cosa che più mi spaventava.
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime, nonostante fossero chiusi.
E iniziai a sorridere mentre masticavo.
I battiti non tendevano a rallentare, ma stavolta non più per paura.
L'emozione e la felicità di quel gesto, era impossibile da descrivere.

Probabilmente, chi non ci passa, potrebbe pensare che sia qualcosa di stupido.
Ma, riuscire a superare un fear food, l'ultimo di cui non avevo coraggio di affrontare, era qualcosa che non si poteva spiegare.

Improvvisamente mi sentii libera.
Libera da quella bestia che per anni aveva condannato la mia vita.
Sentivo che, quantomeno col cibo, ero diventata invincibile.

Aprii gli occhi che diedero il via libera alle lacrime piene di emozione.

Mi girai verso il mio fidanzato che rideva emozionato.
Posò il cibo che aveva in mano e mi tirò a se  dandomi il leggero bacio sulla tempia.

<<Sono così fiero di te.>> lo sussurrò dolce e sincero.

<<È buonissimo.>> dissi prima di addentare nuovamente il panino.
Poi mi cadde l'occhio verso il suo.
<<Ehi. Mi hai preso in giro. Non stai mangiando!!!>> lo dissi a bocca piena.
Dusan scoppiò a ridere e iniziò a mangiare.

Non mollò la presa dal mio fianco nemmeno un secondo e io gliene fui grata.

Finii di mangiare, ingozzandomi quasi, tanta era la voglia di riscattarmi con i fast food.
Mi buttai sul divano accarezzando la mia pancia gonfia.

<<Forse sto esplodendo!>> Dusan mi raggiunse e mi guardò sorridendo.
<<Anche io sto scoppiando.>> ammise.

<<Certo, hai preso mezzo mc donald's!>>
<<Eh ma non sapevo cosa volessi.>> mi strinse accarezzandomi il braccio.

<<Devo ringraziarti...>> dissi poco dopo, stringendomi.
<<Ma... per cosa?>> mi guardò insospettito.
<<Per tutto quello che hai fatto stasera per me. Per aver insistito e per averci creduto.>> lo guardai con gli occhi lucidi.

<<Ehi.>> mi prese il viso tra le mani e mi fissò dritto negli occhi <<io non ho mai avuto dubbi sulla tua forza e ho insistito perché sapevo che ce l'avresti fatta.>>

Sentii il cuore esplodere a quelle parole e aumentare quando poggiò le sue labbra sulle mie.

<<Anche io ero certa che ti saresti sbloccato.>> lo sussurrai tra le sue labbra poco prima di sentire Dusan approfondire quel bacio.

Infilai la mano tra i suoi capelli, stringendomi a lui.
Mi strinse forte ma fu li, che mi fermai.

<<Sto per vomitare.>> dissi lamentando la mia pancia gonfia e il senso di pienezza.
Dusan scoppiò a ridere fragorosamente e dandomi un bacio sulla punta del naso, prese il telecomando e cominciò a coccolarmi il braccio.

Risi insieme a lui mentre, poggiando il mio volto al suo petto, accendemmo la tv iniziando a litigare su quale film vedere.

Felici.

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Spazio autrice

Ciao amori.
È un capitolo piccoli, quasi di passaggio, ma troppo importante per Alice 🤍
Spero vi piaccia anche questo senza qualcosa di eclatante!

Non smetterò mai di ringraziarvi.
A.

Luce.~ Dušan VlahovićDove le storie prendono vita. Scoprilo ora