C16

223 4 2
                                    

«Abbiamo fatto il possibile per salvare Blue, sapremo come sta solo aspettando alcuni giorni»

«Ma..»

«Ma cosa dottore?»

«Ma non possiamo escludere la probabilità che Blue muoia»

«Com-e...Perché?»

«Le spiego subito, Blue ha perso molto sangue, in più era debole, poiché facendole degli esami, abbiamo notato che era mal nutrita, non aveva nulla in corpo, quindi tutte le forze che possedeva, le aveva utilizzate per sopravvivere al dolore dei tagli.
Successivamente per questo affaticamento, ha perso i sensi ed è svenuta, attualmente è in uno stato di coma»

Cazzo.
Non può essere, non può morire per colpa mia, non se lo meriterebbe.

Forse non mi sono mai preoccupato così tanto di lei, non importava se avesse mangiato, se si sentisse bene, volevo solo fare soldi facili sfruttqandola.
Sono seduto affianco al suo letto, nella stanza dell'ospedale, l'aria è così cupa, lei è immobile, stesa tranquilla su quel materasso, con un espressione dolce, innocua ed innocente, quasi serena, come se stesse bene.
Osservo il contabattiti  che è collegato al suo cuore, tutto procede per il verso giusto, i suoi battiti sono regolari, spero si riprenda subito.
A volte avrei voluto vivere una vita normale, senza dover far soffrire nessuno, in primis me stesso.
Sono entrato in questo giro quando mio padre morì, avevo solo 17 anni.
Me la sono cavata abbastanza bene, poiché dapprima mio padre sapeva che questo sarebbe stato il mio futuro.
Ho dedicato la mia vita agli allenamenti, alle prove fisiche-mentali di resistenza e allo studio.
Il mio primo omicidio non fu facile, psicologicamente mi ha distrutto, premere quel grilletto, vedere un cadavere e tanto sangue, non è stato facile...però sapete? In un mare di squali se si è un pesciolino, si viene mangiati.
Ritornando nella realtà, sto avendo paura di perdere Blue, forse è l'unica che pur essendo stata usata da me, mi ha salvato da quel proiettile, che sarebbe stato mortale.
Ad ogni modo spero si svegli presto.

    Blue's pov:

Vedo tutto nero, mi sento completamente stordita, provo a muovermi, ma non ci riesco, è come se fossi immobilizzata.
Avverto dolori ovunque, credo non ci sia nessuna parte del corpo, che al momento non mi faccia male.
Da ciò che riesco a osservare, vedo Black, un po' sfuocato, seduto su una poltrona, con la testa appoggiata alla mano, forse starà dormendo.
Mi giro verso l'orologio, sono solo le 2:22 di notte ed io sono qui in uno ospedale, ferma, in una stanza, assieme al mio rapitore.
Per sbaglio faccio cadere un cartoncino che stava sopra il comodino.
Black spalanca gli occhi, quasi esterrefatto.

«Ti sei svegliata finalmente»
«il medico ha detto che non ce l'avresti fatta, ma io ero certissimo del contrario»

Alle sue parole risponde un silenzio freddo, quasi di disprezzo, di rabbia, di ansia.

«Hai perso il dono della parola ragazzina?»

«N-no»

«Immaginavo»

«fatti più in là e torna a dormire»

Vedo che si avvicina a me, ma non posso alzarmi e correre più lontano possibile da lui, posso solo muovermi lentamente.
Si siede sul letto, affianco a me e mi fa appoggiare sul suo petto.
Poco dopo però mi sveglio infreddolita, poiché ho addosso un semplice camice leggero e fuori è inverno.
Si sveglia di colpo anche lui, forse mi sono mossa troppo.

«non riesci a dormire piccola Blue?»

«no è che-»

«È che cosa?»

«È che sento freddo»

«uhm»

Si alza dal letto e pian piano inizia a sbottonare la camicia nera, che mostrava tutte le curve del fisico, date da quei meravigliosi muscoli.

«Che stai facendo Black?»

«adeso mi chiami per nome ragazzina?!»
«forse ti sei dimenticata qualcosina»

Ora è completamente davanti al mio viso, pochi centimetri separano le nostre labbra, faccio di tutto per tirarmi indietro, sto diventando tutt'una col cuscino, i nostri fisici sono attaccati, combaciano perfettamente.
Lui interrompe tutto.

«Metti questa»

«Gra-grazie»

«Ora torna a dormire»

Si stende affianco a me e con il suo braccio mi stringe a se per farmi addormentare.
È senza camicia, è illuminato da una luce fioca, il gioco delle ombre scolpisce le sue forme.

«E forse per una volta, mi sento al sicuro

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


«E forse per una volta, mi sento al sicuro...»

Penso, sorridendo, addormentandomi.

Opposite soulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora