Parte 2

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Oggi...


Viola

Il telefono squilla proprio nel momento in cui sto chiudendo l'armadietto. Lo tiro fuori dalla borsa e uno sbuffo mi esce inevitabile appena scorgo il nome di Gaia che lampeggia sullo schermo. Possibile che si sia dimenticata che oggi avrei iniziato il nuovo lavoro al Groove Club?

Rifiuto la chiamata e spengo il cellulare. Proverò a richiamarla durante la pausa. Tanto non sarà nulla di importante. Tutto quello che doveva dire me lo ha ampiamente esposto stamattina in facoltà. Il vantaggio di avere un'amica proveniente da una famiglia benestante è che è sempre informata su tutto. Il posto al Groove, club esclusivo di Milano, l'ho avuto grazie a una buona parola di suo padre. Nonostante io sia una umile plebea, come per scherzo mi definisco davanti a Gaia, il signor Manfredi è un uomo gentile e mi tratta con lo stesso rispetto che riserva alla sua stessa classe sociale. Di norma sono contraria a usufruire di aiuti non meritati ma, che cercassero una cameriera al Club non l'ho certo saputo da un annuncio. Informazioni del genere si sanno solo nell'ambiente e il mio colloquio è arrivato un po' per una serie di coincidenze che vedeva me licenziata da un ristorante fallito e Miss Baker, la mia nuova capa, a corto di personale. Il resto l'ha fatto il destino e la mano santa del signor Manfredi.

La verità è che ho bisogno di questo lavoro. I miei genitori non navigano nell'oro, soprattutto da quando mio padre è stato costretto a chiudere il piccolo negozio di ferramenta in cui lavora da una vita, il misero stipendio da infermiera di mia madre non basta per mantenere tutti. Sono orgogliosa di provvedere da sola alla metà dell'affitto del bilocale che condivido con Gaia e a tutte le mie piccole spese. Ai miei lascio solo le tasse dell'università che, non è certo una cifra esorbitante, ma nemmeno effimera. Con questo nuovo lavoro al club, però, potrei arrivare a essere completamente indipendente. Devo ancora firmare il contratto, ma se ho capito bene il mio stipendio mensile sarà molto più gratificante di quello che ricevevo facendo il part time al ristorante.

Mi rimiro un'ultima volta nello specchio dell'armadietto e alliscio la gonna della divisa che, anche se da semplice cameriera, ha un taglio elegante e sobrio, conforme all'ambiente del Groove.

«Sei pronta?» Iolanda, la ragazza che mi seguirà per mostrarmi il lavoro, mi raggiunge nel corridoio annesso alla sala principale.

«Scusa il ritardo. Non riuscivo a capire come allacciare il cravattino.»

Lei osserva il risultato con occhio critico e annuisce «Sembra perfetto. Sei stata brava, Viola.»

«Grazie.»

«Aspetta a ringraziarmi. Devo spiegarti ancora un sacco di cose.»

Nella mezz'ora successiva mi guida attraverso il club, illustrandomi tutte le particolarità che lo caratterizzano e le regole non scritte a cui ogni membro fa riferimento. Prima tra tutte l'ammissione al club stesso. Per diventare soci bisogna essere presentati da qualche membro senior, o appartenere a una famiglia membro. Inoltre, la quota d'iscrizione si aggira intorno ai quindici mila euro a persona, più un altro contributo minore da versare ogni anno. Secondo Iolanda il Groove è frequentato da una clientela di spicco appartenente ai maggiori settori professionali presenti nel panorama non solo di Milano ma anche del resto d'Italia e d'Europa.

I servizi del club sono infiniti. Ai soci è garantita la privacy per qualsiasi cosa avvenga all'interno del club, possono usare illimitatamente tutti gli spazi a disposizione, come la spa al piano terra, la piscina interna ed esterna, i campi da tennis e da golf, le suite ai piani superiori e il ristorante stellato adiacente alla sala open bar per cui sono stata assunta io.

IL SEGRETO DI BEADove le storie prendono vita. Scoprilo ora