Viola
Oggi sono distratta. Miss Baker continua a guardarmi dalla hall e a scuotere la testa.
Il fatto è che stanotte non ho chiuso occhio e adesso sono a pezzi. Non ho fatto altro che rimuginare intorno alla discussione avvenuta con Nicola. Come se non avessi altre cose per la testa, diamine! Tra gli esami che devo ancora preparare, le lezioni obbligatorie a cui devo partecipare, i turni al club e il volontariato all'ospedale, ci mancava solo la sua stupida preoccupazione per l'amico del cuore! E poi è una stupidaggine. Se ci fosse qualcosa di più da parte di Marco me ne sarei accorta. Giusto?
Sto afferrando un cabaret colmo di tazzine, quando col ginocchio urto la gamba di uno sgabello rovesciando tutto il contenuto del vassoio, caffè bollente compreso. Il rumore forte e inatteso delle tazzine che sbattono tra loro provoca un effetto a catena indesiderato: tutta la sala si volta nella mia direzione, io sono costretta ad assume una posa da equilibrista e la mia capa alza gli occhi al cielo prima di raggiungermi con un'espressione rassegnata quanto contrariata che sembra dire "sei a un passo dal licenziamento!"
«Sono mortificata!» la prevengo guardando il disastro nel vassoio «rimedio subito.» afferro una manciata di tovagliolini per tamponare il liquido galleggiante all'interno del cabaret.
«Cosa fai?!» la sua voce allarmata blocca agni mio maldestro tentativo. La guardo smarrita mentre lei sposta il vassoio verso Luigi, il barista.
«Forza. Usciamo di qui.» Dice allontanandosi verso la hall dove da lì entriamo nei corridoi riservati al personale.
«È evidente che oggi non gira.» dice continuando a camminare «Hai la testa da un'altra parte, non posso permettere che tu faccia altri errori in sala. Mi capisci, vero Viola?»
«Si, Miss Baker. Ha ragione, mi scusi tanto...»
«Le scuse non servono, cara. Voglio competenza e precisione dalle mie collaboratrici.» sono al colmo dell'imbarazzo. Di solito non commetto tanti errori e non mi distraggo. Sono una brava lavoratrice, mi infastidisce aver dato una cattiva e non esatta impressione di me.
«Le prometto che non accadrà più.»
Miss Baker si ferma nel bel mezzo del corridoio e si volta a guardarmi. Il cipiglio nel suo sguardo non promette nulla di buono, ma almeno non aggiunge altro per mortificarmi.
«Per oggi in sala hai finito. Non posso permettere altre imprecisioni. Ti sposto ai piani superiori.» Abbassa lo sguardo sulla mia divisa che, fortunatamente è ancora immacolata, e stringe le labbra «Togli il grembiule.» ordina guidandomi verso l'ascensore di servizio che usiamo per spostarci tra i piani. «In guardiola sono appena arrivati dei ranuncoli bellissimi. Li ho visti con i miei occhi. Prendi tutti i pacchi e portali nelle suite. Dovrai sostituire i fiori di ieri con i mazzetti di ranuncolo. Ogni vaso dovrà essere pulito e profumato. Serviti pure del bagno, ma porta con te il carrello dei detergenti. Dovrai lasciare tutto in ordine e immacolato. Chiaro?»
Sono tante cose da ricordare, ma si. Credo di potercela fare.
Appena resto sola mi do subito da fare per mettermi all'opera. Voglio dimostrare che, anche in un momento di difficoltà, posso riprendermi egregiamente e dare il massimo.
Nella prima mezz'ora tutto fila liscio. Ho la scheda passe-partout per accedere liberamente in tutte le camere. A quest'ora c'è poco movimento al secondo piano, la maggior parte dei soci non è ancora arrivato. I pochi clienti che incontro sono donne che non mi degnano nemmeno di un'occhiata. Il mio compito è semplice e quasi meccanico: per prima cosa metto da parte i fiori di ieri, a mio avviso ancora freschi e bellissimi, e cambio l'acqua nei vasi per poi sistemare i mazzi di ranuncolo rosa e bianco con una precisione maniacale, che nemmeno Gianfranco Giustina ha mai impiegato nella cura dei suoi giardini.
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IL SEGRETO DI BEA
RomanceViola non ricorda nulla del suo passato. Quando aveva otto anni un terribile incidente le ha fatto perdere la memoria e con essa anche ogni ricordo della sua famiglia d'origine. A distanza di quindici anni, Viola vive la sua vita a pieno ritmo, stud...