Toji Fushiguro - Esigenze

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Tre ore, solo tre ore e sarei potuta uscire da scuola mano nella mano con il mio ragazzo. Ma diamine, solo Dio sa quanto mi sarebbe costato resistere tutto quel tempo.
Sentivo il bisogno di avere Toji lì con me, a stringermi i fianchi con quelle sue grosse mani che facevano di lui già un uomo; senza menzionare poi il suo corpo già perfettamente scolpito all'età di 19 anni.

Ma questi pensieri non mi aiutarono per niente a distrarmi. Così, appena finita la spiegazione della professoressa, sgusciai fuori dall'aula con la scusa del bagno. Mi sforzai per non mettermi a correre per i corridoi, ma non sempre la mente vince sul corpo si sa. Mi ritrovai a camminare con un'andatura oltre che veloce senza rendermene conto.
"E tu dove stai andando? Lo sai che non si corre per i corridoi?".
Sentii il bidello richiamarmi, ma non me ne importai più di tanto e liquidai la sgridata con un frettoloso "Scusi".

"Quinto A" lessi ad alta voce la targhetta della classe. Bussai senza la minima delicatezza aprendo la porta nel momento stesso in cui sentii un "Avanti" spazientito. Povero professore, la sua spiegazione così importante interrotta da una ragazzina del terzo anno.
"Buongiorno signorina, le serve qualcosa?" chiese il docente senza il minimo interesse se non di continuare la lezione.
"Sì, può uscire un momento il signor Fushiguro in corridoio? È una faccenda urgente" usai il tono più dolce e gentile che potei, pensando come sprono il fatto che ormai il raggiungimento del mio obbiettivo era vicino.
"Sì ma per cosa?" chiese ancora il professore, non convinto della presunta urgenza. Inaspettatamente un'altra voce si intromise nel discorso: "Già per cosa?".
Mi girai verso i ragazzi seduti ai banchi per vedere chi avrebbe potuto dire una cosa del genere. Ma il colpevole poteva essere solo uno: Sukuna, un compagno di classe di Toji di cui conoscevo la nomea. Inoltre la sua fidanzata era una mia stretta amica, YN-san. In quel momento la ragazza era seduto all'ultimo banco, affianco al suo fidanzato che se la rideva sotto i baffi. 'Quel gran pezzo di merda', pensai tra me e me stringendo i denti; il fatto che quel maledetto si fosse intromesso non mi piacque per niente. Aveva scatenato le risate di tutta la classe che ora aveva gli occhi puntati su di me. 'Per me, lo devo fare per me. Forza, pensa a qualcosa, tu sei brava a raccontare stronzate' mi feci forza.
"Ci sono stati dei problemi in segreteria, il registro sembra non funzionare. Sono arrivati a supporre che qualcuno lo abbia manomesso. Mi trovavo a passare di lì e mi hanno chiesto se gentilmente potevo portargli Fushiguro, dato che di solito è sempre immischiato quando succede qualcosa qui a scuola".
Diamine, una scusa coi fiocchi nulla da dire se non complimenti.
"Ho capito, ma che sia una cosa veloce che poi devo tornare a dormire" disse Toji, già in piedi, che si stava avvicinando a me. Sbadigliò, si stiracchiò, tutto con molta calma prima di precedermi ed uscire dalla sua classe. Mi sembrò quasi un miraggio e per un momento credetti davvero di star sognando: ce l'avevo fatta davvero nonostante mi sembrasse un piano impossibile e soprattutto imbarazzante da attuare.
Il professore non sembrò molto dispiaciuto, anzi doveva essere sollevato all'idea di poter riprendere la lezione con uno scansafatiche in meno che dormiva sul banco.

Che Toji avesse capito che la mia era una palla bella e buona era ovvio, ma che avesse anche inteso quanto davvero avevo bisogno di lui forse no.
Stavo camminando per la scuola da qualche minuto alla ricerca di un'aula vuota dove poter stare per un po': alla fin fine tra dieci minuti sarebbe scattata la ricreazione, e sapevo l'avrei passata con Toji.
"Seguimi, facciamo in fretta che ho sonno" il solito tono sgarbato, la stretta delle sue dita sul mio polso mentre mi tirava verso la biblioteca, l'altra mano nella tasca del pantalone della divisa, questo era Toji Fushiguro: un ragazzo spazientito e annoiato che provava piacere nell'umiliare gli altri e nello stuzicare le ragazze.

Mi condusse nell'ampia biblioteca, Toji si richiuse la porta alle spalle con un calcio mentre io mi appoggiai ad un tavolo vicino la porta.
Il mio ragazzo mi squadrò da capo a piedi, non mi sarei sorpresa nello scoprire che mi stava immaginando completamente nuda.
"Cosa non ti è chiaro della frase 'Oggi stai da me fino a domattina'? Che c'è? Troppa matematica ti ha fatta diventare stupida all'improvviso?". Con il tono di voce simulò fastidio per mascherare l'evidente divertimento che stava provando. È vero, a Toji piaceva dormire in aula, ma se ero io a svegliarlo la storia cambiava.
"Scusami, è che davvero non sarei riuscita ad aspettare altre 3 ore, lo sai come sono" sussurrai l'ultima parte, quasi spiacente e questo cambiò le carte in tavola: le mie parole fecero ammorbidire lo sguardo di Toji e portarono il ragazzo ad avvicinarsi sempre di più.
"Ah, ora ho capito, la mia bestiolina ha bisogno di aiuto ed è andata a chiamare il padrone. Che brava che sei" aveva le mani in tasca, ancora non mi aveva toccata, ma già solo quelle parole pronunciate nel modo giusto mi avevano provocato mille brividi di piacere rendendomi impossibile aspettare oltre.
"Davvero sono stata brava?" il mio sguardo adorante colpì il mio fidanzato in pieno petto facendogli pensare quanto bastarda io potessi essere quando volevo qualcosa. "Sì sei stata brava" pronunciò con un ultimo roco sospiro prima di portarmi una mano al viso e baciarmi sulle mie labbra rosee.
Sentii il mio ragazzo affondare i denti nel mio labbro inferiore e le sue mani scivolarono giù verso la vita per potermi sollevare e posare sul tavolo dietro di me.
Sussultai nel sentire il lieve freddo della superficie liscia sotto di me a contatto con le mie coscie nude.
"Cosa vuoi da me? Mh bestiolina?".
Diamine, quel soprannome e la sua fottutissima voce, quanto mi piacque sentirli entrambi in quel momento.
Ovviamente Toji non lasciò che gli rispondessi, o almeno non a parole.
Passò due dita sul tessuto del mio intimo già umidiccio.
"Che impazienza, non sai proprio trattenerti. Forse dovrò educarti un po' meglio dato che proprio non sai controllarti".
Fremetti dentro e fuori, ormai ero un pasticcio di brividi e desiderio, uno di quelli che Toji era orgoglioso di aver provocato. Il ragazzo continuò a baciarmi con foga, ma non si astenne dal stuzzicarmi con le dita.
Le sensazioni che Toji mi stava provocando iniziarono a sovrapporsi creando nell'insieme un turbine di piacere e confusione.
Non capii come, ma in un attimo mi ritrovai la mano di Toji stretta attorno al collo e l'attimo dopo già non c'era più.
Mi rimase solo la sensazione di essere stretta da qualcosa, che però scemò velocemente date le molte sensazioni che stavo provando: le dita di Toji continuavano ad alleviare i miei bisogni ma comunque in modo lieve. Spazientita decisi di "aiutarlo" a procedere, mi sfilai le mutandine e gliele posai scherzosamente sulla testa. Ma come per rispondere alla mia presa in giro, Toji si bloccò e si allontanò di un passo. Prese in mano il mio intimo e lo osservò con un sorriso derisorio, scosse il capo socchiudendo gli occhi per la soddisfazione.
"Ma guardati, così dannatamente bisognosa da mettermi fretta. Cosa penserebbero di te, una brava studentessa, se solo ti vedessero così?".
Ci fu una mutazione nella sua espressione, da soddisfatta a folle e questo mi mise in allarme. Per un attimo decisi di non crederci ma poi lui aggiunse "Oh ma ti vedranno bestiolina, contaci".
Quasi cercai di arretrare sul tavolo, ma la sua presa mi impedì di allontanarmi. Aveva le mani strette sulle mie cosce mentre con un ultimo bacio lasciò stare le mie labbra, per ora.
La paura mi attanagliò lo stomaco appena Toji si inginocchiò davanti a me, puntando gli occhi su qualcos'altro che non era il mio viso. Alzò la gonna e ne arrotolò l'estremità sotto i bordi, così che non gli desse fastidio. Se qualcuno fosse entrato e ci avesse scoperti non ci sarebbero state scuse, una sospensione sarebbe stata un miracolo dal cielo rispetto alla possibile espulsione, totalmente meritata.
Ma ci pensò il piacere ad alleviare le preoccupazioni, a trasformare la paura in eccitazione verso il pericolo.
Infilai quasi automaticamente le dita tra i capelli del ragazzo che mi stava dando sollievo con la lingua. Quasi in risposta, Toji cambiò presa sulle mie gambe prendendole da sotto, quasi a posarle stelle sue spalle. Mi tirò un po' fecendomi strisciare sul tavolo quel poco che bastò per farci essere attaccati.
"Sei, mh...sei un dannato" mormorai, ormai totalmente esposta a lui. L'unica cosa che avrei potuto fare sarebbe stato stendermi, ma quando Toji puntò il suo sguardo nel mio credetti di star scivolando verso l'inferno. Il diavolo mi avrebbe stretto la mano ed accolta con un gran sorriso, come una vecchia amica dopo tutto quel piacere e quei pensieri.
"Se io sono un dannato allora tu sei la mia dannazione ragazzina, il mio peccato preferito" strinse le mie cosce con più forza e mi costrinse ad appoggiarle completamente sulle sue spalle.
'Oh se solo mamma sapesse smetterebbe di chiedermi di andare a messa' pensai, tentando di ignorare la sensazione che la voce di Toji attutita dalle mie gambe mi stava provocando.
Tentai di focalizzarmi su qualcosa per non fare rumore, ma quel dannato si immerse nelle mie pieghe fino al naso.
"T-Toji" sussurrai con l'ultimo goccio di controllo rimasto.
Non sarei resistita ancora a lungo, questo non fece altro che dare soddisfazione al mio ragazzo che continuò a stuzzicarmi con le parole: "Per te sono Toji-sempai, vediamo se riesci a dirlo tutto d'un fiato".
Sapevo che se avessi aperto bocca sarebbero usciti solo suoni osceni, così mi astenei fino alla fine, fino a quando non sentii quel forte tremore partire dallo stomaco, un forte brivido che mi attraversò tutta.
Arrivai con un forte gemito sul viso di Toji, rendendo anche lui un completo pasticcio. Solo alla fine mi concessi di parlare: "Toji-sempai" presi fiato "sono stata brava?".
Osservai con cura il suo sorriso, il solito di sempre, soddisfatto e felice.
Sì leccò le labbra, tolse dal volto i residui rimasti dei miei liquidi e poi mi rispose: "Lo sei sempre quando lasci che mi occupi di te e dei disastri che combini".
Mi diede una pacca sulla coscia sinistra, e quando abbassai lo sguardo sulle mie bambe le vidi sporche di inchiostro blu. Erano più impronte che macchie, quelle delle dita di Toji che mi avevano stretta. Subito osservai le mani del ragazzo, imbrattate di inchiostro come se una penna fosse scoppiata macchiandolo fino al polso. D'altronde non era neanche così strano, ogni tanto capitava che Toji rompesse le penne e si sporcasse.
Non mi preoccupai delle impronte dato che la gonna le copriva quasi tutte, poi in classe le avrei tolte con una salviettina imbevuta.
"Ma le mie mutande?" chiedesti scendendo dal tavolo. "Bho, in giro, magari se le cerchi bene poi le trovi".

Tornata in classe vari mormorii e risa si levarono da un gruppetto di ragazze.
"Che c'è?" chiesi un po' spazientita aggiustandomi la gonna.
Loro puntarono il dito sul collo e io subito sbloccai il cellulare per controllare.
Le stesse impronte che le mani di Toji mi avevano lasciato sulle cosce ora erano sul collo. 'Dannato pezzo di merda'

Conteggio parole 1935

Allora questo capitolo è una specie di esperimento perché è collegato ad un'altra One shot di nagasakimako su Sukuna. Mi raccomando, andatela a leggere.
Alla prossima.

🌛 La vostra Maddy🌜

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