Risveglio

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Respiro profondamente, gli occhi ancora chiusi, e sento il suo profumo, nitido, vicino, caldo. Sento agrumi e mare, sento forza e dolcezza insieme. Sento Nicolas.
Abbiamo dormito insieme tutta la notte abbracciati. Mi ha protetto con il suo corpo e il suo calore, ha creato un nido per me, per proteggermi dal mio stesso dolore e io sono stata bene, ho dormito bene, ho sognato bene. Ho sognato di essere tra le sue braccia, ho sognato i suoi baci, ho sognato i suoi occhi e ora al mio risveglio sono tra le sue braccia, fra poco arriveranno i suoi baci e rivedrò i suoi occhi, i suoi magnifici occhi azzurri.
Tento di stiracchiarmi tra le sue braccia, senza svegliarlo. Dorme ancora, posso capirlo dal suo respiro profondo che soffia tra i miei capelli.
Piano piano apro gli occhi e una tenue luce entra nella mia stanza rischiarando l'ambiente. E lo vedo. Sembra un bambino quando dorme, tranquillo e sereno. Un leggero sorriso incurva le sue labbra. È bello, anzi bellissimo ed è Mio. Chissà se sta sognando ... e cosa sogna? Mi viene in mente quella canzone, L'eternità, una bellissima canzone cantata dai Camaleonti e Ornella Vanoni.
Sollevo la mano e accarezzo piano le sue labbra, leggermente dischiuse. Il suo respiro mi solletica un po' i polpastrelli delle dita. Mi sento stringere la vita e avvicinarmi a lui. "Buongiorno." Sussurra con la voce impastata dal sonno e restando sempre con gli occhi chiusi. Io allontano velocemente le dita dal suo viso "Scusa, ti ho svegliato." Dico piano. Nicolas riprende la mia mano e la riporta alle sue labbra per lasciare piccoli baci sulle dita, sul palmo, sul polso. "Ma è un bel risveglio." Mi dice prima di aprire piano gli occhi. Il suo azzurro è ancora un po' offuscato dal sonno ma è sempre bellissimo e travolgente. Mi stringe a se, mentre la mia mano scivola sul suo collo in una carezza delicata e lui posa un caldo bacio sulla mia fronte. Chiudo gli occhi e ritorno a respirare il suo profumo. Poso un bacio al centro del suo petto, ricoperto da una leggera maglia bianca. "Ma non hai freddo?" gli chiedo tentando di sollevare la testa per incontrare il suo sguardo, ma la sua presa è forte e la cosa risulta più difficile del previsto. "No, per niente." Dice con una punta di divertimento nella voce, ritornando a stringermi più di prima e costringendomi a poggiare la testa sul suo petto. Sento il suo cuore battere forte e profondo e mi lascio cullare da questa meravigliosa melodia, ancora stretta tra le sue braccia. Con gli occhi chiusi mi sento in un mondo parallelo fatto del suo respiro, del suo odore e del suo cuore che pulsa. Il mio mondo parallelo e insieme reale si chiama Nicolas. "Come stai?" Mi accarezza la schiena su e giù, delicato, dolce. "Molto meglio, grazie a te. Non finirò mai di ringraziarti per come mi hai ascoltato, per come mi sei stato accanto, per avermi stretto e protetto tutta la notte. Grazie, Nicolas." E gli lascio un bacio sulla clavicola e poi uno alla base del collo, dove la pelle si fa più liscia. Sento il suo sapore sulle mie labbra e le lecco per percepirlo meglio. Nicolas si avventa su di esse e mi bacia con foga. Subito gli concedo libero accesso alla mia bocca e la sua lingua tasta ogni centimetro di essa. Un suono sordo si sprigiona dalla sua gola. "Nicolas ..." gemo e i suoi occhi mi rapiscono. Rivivo il mio sogno, quando mi specchiavo e mi immergevo nei suoi occhi e adesso è reale. Gli scompiglio i capelli giocando con essi, lasciando che le ciocche morbide e nere scorrano tra le mie dita. Poi gli accarezzo la nuca, mentre i nostri sguardi restano incatenati. "Non devi ringraziarmi. Io per te ci sarò sempre, ogni volta che avrai bisogno di me." Sussurra prima di tornare a baciarmi. Questa volta il bacio è più delicato e dolce. "Hai ragione: È un bel risveglio." E sorrido. Vorrei potermi svegliare sempre così: con Nicolas al mio fianco, che mi stringe, che mi bacia, che mi trasmette tutto il calore del suo corpo. Già ... non ho freddo neanche io, anche se c'è una bella differenza nel nostro abbigliamento: io indosso il pigiama, mentre lui una sottile maglia bianca e i boxer. Ma noi insieme, stretti così, non abbiamo freddo. Il calore dei nostri corpi e delle nostre anime così incatenati sovrasta il freddo fisico ed affettivo, freddo che è ritornato nella mia vita dopo aver rincontrato mio fratello Renato, ma che Nicolas è riuscito a scacciare con la sua presenza.
Mi rendo conto che il corpo di Nicolas è quasi nudo a stretto contatto con il mio e sento i miei sensi risvegliarsi sempre di più. Sento le cosce schiacciate alle sue, i miei piedi freddi sfiorare le sue caviglie. Nudo ... e sento un fuoco nascere e crescere in me. Lui mi accarezza una spalla, poi risale al collo in punta di dita. Un leggero movimento e mi trovo una gamba stretta tra le sue. Nudo ... e deglutisco rumorosamente. Ci separano la stoffa del mio pigiama azzurro e questa stupida maglia bianca. Poi le nostre pelli. Sento un formicolio in ogni singolo centimetro che non è a contatto con lui, che brama di averlo per se, di poter saggiare la sua pelle e il suo corpo. Sento bruciare la pelle sotto il suo tocco e il calore che sprigiona la sua. "Margherita ..." la sua voce è quasi un lamento, ma un lamento sensuale. "Non guardarmi così." gli intimo io. Se restiamo ancora così, stretti così, a guardarci così, potrei non rispondere delle mie facoltà. Lui si avvicina piano e mi posa un bacio sulla punta del naso. Chiudo istintivamente gli occhi e respiro profondamente. "Mi piaci da impazzire ..." sussurra soffiandomi sul viso "E non capisco perché ci stiamo torturando così. Restare così vicini, guardarci e desiderarci così, senza andare avanti, senza ..." gli poso un dito sulle labbra per zittirlo "Nicolas ..." respiro di nuovo. Mi sembra che tutta l'aria sia improvvisamente scomparsa. "Anche tu mi piaci da impazzire e credo di avertelo fatto già capire, di avertelo già detto." Lui sorride "No, veramente non me l'hai mai detto." Dice guardandomi divertito. Io lo fulmino con lo sguardo, ma poi cedo troppo in fretta e facilmente e sorrido anch'io. "Mi piaci, mi piaci molto, Straniero" e gli lascio un bacio sul mento "E ti desidero, Straniero." un bacio sulle labbra. Non faccio in tempo a spostarmi e lui mi cattura con le sue. Un bacio profondo, lungo, estenuante. Mi schiaccia contro il materasso e mi sovrasta con il suo corpo. La sua lingua si insinua nuovamente tra le mie labbra e incontra la mia. Ha inizio un gioco lento e sensuale, in cui le nostre lingue si scoprono e riscoprono, corrono e si rincorrono. "Ma ..." riesco a bisbigliare quando riprendiamo fiato. Sento il cuore pulsarmi nelle orecchie e quello di Nicolas battere forte e veloce sotto le mie dita alla base del suo collo. "Ma?" mi chiede e mi osserva attentamente. "Ci conosciamo da troppo poco tempo. Lo so che ti ho raccontato molte cose di me, che conosci molte parti di me: la storia della mia famiglia, i miei amici, la mia passione per la fotografia, ma sento che la nostra conoscenza è ancora incompleta. Senza contare che di te io so pochissimo. Nicolas, ti desidero, ma prima che facciamo un passo avanti io voglio conoscerti meglio." Gli accarezzo una guancia. Il suo corpo sovrasta ancora il mio, ma i suoi occhi hanno perso la luce di eccitazione e felicità pura di poco prima. Ha uno sguardo deluso, ma sta cercando di capire. Mi osserva attentamente, mi studia con calma. "Non mi conosci abbastanza? Ma la mia gigantografia la vedi ogni giorno quando esci e quando rientri a casa. Non è abbastanza come conoscenza?" Cerca di scherzare, ma la delusione nella sua voce è evidente. "Nicolas, io voglio conoscere te, non il modello che tappezza la città. Io voglio conoscere Nicolas, il ragazzo che viaggia sempre, che fa un lavoro che ama, il perché ha scelto questo lavoro, chi sono i suoi amici, com'era prima di diventare famoso, se ha una famiglia e com'è. A me non importa di quello che sta sulle gigantografie o sulle riviste. A me importa di te." Nicolas si abbassa e mi bacia. Sento una lacrima bagnare il mio volto. Lo allontano un po' e lo guardo. "Nicolas ... Piangi?" gli asciugo un'altra lacrima. "Grazie." Un soffio, un sussurro sulle mie labbra prima di ritornare a baciarmi.

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