Tra sogno e realtà

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  Sono due giorni che il suo volto mi perseguita! Il suo sorriso è divenuta un'immagine fissa nella mia mente. Mi sveglio ritrovandomelo impresso in testa. E le sue labbra, oh le sue labbra, ho sognato di baciarle milioni di volte ed erano morbide ed esperte, si esperte, ricercavano le mie e vi si adattavano perfettamente come se fossero state create solo per stare insieme. E poi i suoi occhi, quelli sono diventati un vero tormento perché li ho visti ovunque, su tutti i volti di quelli che mi hanno guardato in questi due giorni. E poi ho immaginato di tuffarmi in essi e l'ho fatto veramente. Questa notte infatti ho sognato di vederli e poi di ritrovarmi con il mio Straniero immersi in un mare azzurro proprio come i suoi occhi. La giornata è peggiorata perché sono rimasta bloccata di fronte una vetrina alla vista di un magnifico abito da sera azzurro, dello stesso azzurro dei suoi occhi. Pensavo che quel colore fosse irriproducibile e invece qualcuno è riuscito ad imitarlo. Forse la mia testa impregnata di quel colore mi ha aiutata a scovare quel vestito e ad associarlo a lui e al suo sguardo. Sono stata tentata pure di comprarlo, poi ho abbassato lo sguardo al prezzo e mi è quasi venuto un infarto. Ho deciso che sarebbe stato meglio per la mia salute mentale e per quella del mio portafogli non passare più di li. Dalla prima e unica volta in cui l'ho visto la mia vita, o meglio la mia testa, ha cominciato a ruotare intorno al mio Straniero. Mio Straniero, ormai faccio fatica a distaccare l'aggettivo possessivo da lui. Sono ufficialmente impazzita! E questa non è una buona notizia perché ho completamente perso la concentrazione per l'esame di domani. Domani ho un esame che preparo da due mesi e io ho la testa tutta da un'altra parte, rivolta verso un uomo che ho incrociato appena, di cui non conosco neppure il nome. Ma nemmeno lui conosce il mio e tutto questo mistero alimenta solo la mia immaginazione, aggiunge intrigo e trepidazione, trepidazione per qualcosa che nella realtà non esiste.
"Betty, che devo fare?" bisbiglio alla mia amica che si trova al di là del bancone "E che vuoi fare?" mi prende in giro lei "Io me lo devo levare dalla testa e in fretta!" e scappo a un tavolo per prendere un'ordinazione "Mi perseguita lo sguardo di uno sconosciuto. Sono impazzita, domani mi ricoverano in psichiatria." Betty ride "Proprio sconosciuto non mi pare. Avete cenato insieme poi ti ha riaccompagnato a casa." le faccio la linguaccia e ritorno ai tavoli. Esteban ha ancora la febbre e io devo fare lavoro doppio, per fortuna Gregorio non mi ha più lasciato sola. Faccio un paio di volte avanti e indietro prima di ritornare da lei "Si, è vero abbiamo passato un po' di tempo insieme, ma non conosciamo nemmeno i nomi l'una dell'altro e poi diciamoci la verità: è uno sconosciuto e potrebbe essere chiunque. E quando mai io ho perso la testa per uno sconosciuto? Perché io la testa l'ho persa nel senso che ho perso il senno: invece di concentrarmi sull'esame di domani, un esame importante per cui ho studiato almeno due mesi, invece di occuparmi della mia vita perdo tempo ad immaginare gli occhi di uno sconosciuto." sbuffo infuriata con me stessa, perché una cosa del genere non mi è mai successa "A quanto mi hai detto non immagini solo i suoi occhi, ma anche altro. Non puoi negarlo: sei attratta da uno sconosciuto." e fa cenno di rimpiazzare il bicchiere ormai vuoto "Io non sono attratta da uno sconosciuto." dico stizzita porgendole un altro bicchiere di un succo di frutta "Si che lo sei. Non negare. Sei attratta fisicamente da, come l'hai definito?, il tuo Straniero. Capito? Già lo chiami tuo e vuoi dire che non sei attratta da lui? Non prendere in giro né me né te. Finiscila con queste scuse assurde. Ti comunico che anche tu sei umana: sei attratta fisicamente da qualcuno." Ritorno al mio lavoro ignorando lo sproloquio di Betty, forse perché un po' ha ragione, ma non voglio nemmeno pensarci.
Mi avvicino a un tavolo per ascoltare l'ennesima richiesta dei due uomini, che da quando sono arrivati hanno preso almeno due birre e qualche super-alcolico ciascuno. "Si, ditemi?" mi rivolgo in modo formale "Bellezza ..." e uno dei due poggia la mano sul mio fianco, lasciandomi una carezza prepotente "Giù le mani!" alzo la voce e allontano la mano impertinente. Qualche altra volta è capitato, ma io mi faccio valere sempre "Non fare così Bellezza ..." grugnisce sempre lo stesso uomo, che definirlo uomo è troppo, e ripete il gesto. Di solito non sono così insistenti. Al primo rimprovero smettono o poi interviene Esteban, ma ora lui non c'è. Gregorio spicciati ad intervenire altrimenti non rispondo più di me, sono pronta a sferrare un pugno in faccia a questo individuo. "Ho detto giù le mani!" alzo ancora di più la voce e lui per tutta risposta stringe la presa "La signorina ha detto giù le mani, o forse non ha sentito?" un uomo poggia la mano sulla spalla dell'individuo facendo pressione e intimandogli di lasciarmi in pace. L'individuo resta per qualche secondo ancora immobile poi esegue quanto richiesto. Io, libera dalla presa, mi allontano leggermente. Nello stesso istante arriva Gregorio "Tutto bene?" chiede rivolto a me e io annuisco "Qui c'è il conto!" e sbatte sul tavolo un foglio e guarda eloquente i due uomini facendo capire loro cosa vuole in realtà. I due si lamentano, ma poi sono costretti a fare quanto chiesto sotto lo sguardo infuriato di Gregorio. Pagano il conto e vanno via guardandoci in cagnesco. Gregorio mi lascia una carezza sul braccio e va via. Finalmente io mi volto verso l'uomo che è intervenuto in mio favore, rimasto lì a accanto a noi a guardare la scena senza più proferire parola. Quando lo vedo sussulto. Non mi aspettavo di trovarlo lì, che fosse lui. Lui per risposta mi sorride e ritorna al suo tavolo. Io rimango bloccata a guardarlo e incurvo le labbra in un sorriso.
Ritorno al mio lavoro stordita. È possibile che non mi fossi accorta di lui prima? Quando è arrivato? Poi, spinta da gratitudine e curiosità mista a una forza che mi spinge verso lui, mi avvicino al suo tavolo in un angolo in penombra "Questa la offre la casa." gli dico con un tono un po' incerto posando un bicchiere di birra sul tavolo. Lui mi guarda rivolgendomi nuovamente un sorriso "Tutto bene Ragazza?" mi chiede con un tono serio, che contrasta con il sorriso sulle labbra "Tutto bene. Grazie, Straniero." e anche io sorrido. Mi allontano consapevole di avere il suoi occhi su di me e il sorriso mi rimane incollato sulle labbra. Questo nuovo incontro inaspettato peggiora il mio stato mentale, ne sono consapevole, ma ne sono felice soprattutto perché mi ha difeso da un individuo impertinente, è stato l'unico cliente ad intervenire. Non sono il tipo di donna-donzella indifesa in cerca del suo principe, non la donna che ha bisogno di un uomo per essere difesa, ma non mi piacciono quelli che fanno finta di niente quando vedono una donna importunata da qualcuno, come se fosse normale, come se fosse lecito. Quindi al momento provo fastidio per tutti i clienti che si sono accorti di tutto e sono rimasti lì a guardare senza intervenire e profonda gratitudine per Gregorio e per lo Straniero. Bene, il nuovo incontro non è stato proprio una cattiva cosa per la mia testa, finalmente non è più il mio Straniero.
La serata procede tranquilla e io, di tanto in tanto, do un'occhiata al suo tavolo. Lui se ne sta lì a guardarsi intorno e a sorseggiare la sua birra. Sempre con gli occhiali da sole a comprargli gli occhi e la sciarpa a sfiorargli le labbra. Questa sera è ritornato vestito come la prima volta, come il giorno del nostro primo incontro. E di nuovo provo l'impulso di strapparglieli per specchiarmi nel suo azzurro.
Tra la richiesta di un cliente e un'altra scambio qualche battuta con Betty, che non si è accorta di quanto successo prima, troppo impegnata a flirtare con un ragazzo che frequenta da un po' di tempo e che l'ha raggiunta al pub. È un bel ragazzo, capelli biondo cenere, occhi castano chiaro e labbra sottili, corpo ben proporzionato e muscoloso al punto giusto. E poi sembra simpatico e si comporta bene con la mia Betty, la tratta con dolcezza e rispetto. Lo Straniero mi chiama e io mi avvicino decisa "Mi dica?" Nonostante i miei pensieri, il nostro scambio di battute, i nostri sorrisi, non sono riuscita a dargli del tu: è pur sempre un cliente e uno sconosciuto. "Una porzione di verdure miste fritte e un'altra birra, per favore." Lo fisso con uno sguardo divertito, ma non era lui che ha fatto un sacco di storie per il nostro menù? "Com'era la cosa?" dico divertita "Il fritto non fa per me!" e faccio finta di imitare il suo tono presuntuoso dell'altra sera. Lui per risposta arriccia le labbra e poi le distende in un sorriso. Io gli porto il piatto ordinato e faccio per andarmene "Tutto bene, Ragazza?" mi chiede, costringendomi a girarmi "Si, bene, come ho già detto." lo guardo incuriosita, vorrei poter capire a cosa sta pensando "Non lo so, non ne sono convinto." mi dice per tutta risposta "Cosa c'è da convincere? Forse è lo stress o la stanchezza, ma l'episodio di poco fa è ormai passato. Grazie ancora per essere intervenuto." Lui fa spallucce "Stress per cosa?" chiede curioso "Domani ho un esame e non sono molto concentrata." lui rimane impassibile "Non si lavora la sera prima di un esame, in genere si studia." Perché deve sempre fare il saputello? "Io invece lavoro, il giorno prima non studio mai e devo scaricare in qualche modo la tensione, poi mica potevo abbandonare Gregorio." dico un po' infastidita e me ne vado. Pochi minuti dopo mi fa cenno di avvicinarmi "Il conto, per favore." Urla quando ancora non gli sono di fronte, per farsi sentire oltre il chiasso del locale. Io ritorno indietro e poi gli porto il conto. Lui salda e fa per andarsene poi si gira e si avvicina a me, ancora al tavolo per raccogliere i soldi e pulire. Io rimango bloccata. Il suo profumo invade le mie narici annullando quello del locale: sa di buono, di maschio e questo mi fa paura. Mi sa che devo aggiungere un altro elemento ai miei sogni! "In bocca al lupo per domani, Ragazza." e mi sfiora il braccio. Io rabbrividisco per il contatto e odio il guanto che ricopre la sua mano e la camicia che indosso. Sono di troppo e vorrei poterli strappare, vorrei poter sentire le nostre pelli a contatto. "Fatti valere come sempre!" mi sussurra avvicinandosi di più e riesco a percepire il suo respiro sulla pelle del mio viso. Un altro brivido percorre la mia schiena e sento il sangue affluire alle guance. Rimaniamo l'uno di fronte all'altra e, come l'altra sera, io mi sento nuda e scoperta sotto il suo sguardo, mentre quei maledetti occhiali mi impediscono di vedere i suoi occhi, di poter leggere e tuffarmi in essi. "Crepi il lupo." balbetto con voce incerta "Buona notte e sogni d'oro, Ragazza." e si avvia all'uscita. Io rimango a fissarlo allontanarsi da me, poi in un lampo lo raggiungo e lo fermo afferrandolo per un polso. Sento le dita circondare la sua carne forte "Crepi il lupo, Straniero. Grazie per quello che hai fatto stasera. Buona notte anche a te." poi lo lascio. Rimaniamo fermi nelle nostre posizioni, lui rivolto verso l'uscita io alle sue spalle. "Buona notte." e va via.  

La Ragazza e lo StranieroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora