Capitolo 21

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Laura arrivò a casa dei suoi genitori all'ora di cena. Loro furono inizialmente molto contenti di vederla, ma l'eccitazione lasciò spazio alla preoccupazione quando notarono gli occhi della figlia pieni di lacrime.

"Tesoro...cosa è successo?", chiese la madre, così Laura entrò in casa e, singhiozzando, raccontò tutto alla madre.

"Non so cosa fare...", disse infine.

"Adesso non ci pensare, fatti una doccia e vai a letto. Domani mattina, quando ti svegli, andiamo a fare una visita e ne parli con la dottoressa. Okay?", disse sua madre.

La ragazza annuì solamente, asciugandosi le lacrime, per poi rinchiudersi in bagno. Cercò di fare come le aveva consigliato sua mamma, di non pensarci per il momento, e cercare solo a rilassarsi. Chiuse gli occhi e ripensò alle sedute di psicoterapia che faceva qualche anno prima e lasciò scorrere tutte le ansie e le preoccupazioni insieme all'acqua che scendeva lungo il suo corpo. La prima volta che la psicologa le aveva parlato di questa tecnica, a Laura era venuto da ridere. Ma cavolo se funzionava.

Riaprì gli occhi, sentendosi decisamente più rilassata, chiuse l'acqua e uscì dalla doccia. Prima di avvolgersi nell'accappatoio caldo, si guardò allo specchio, di profilo, notando un leggero rigonfiamento di cui non si era mai accorta. Le venne naturale portarsi una mano sulla pancia e sorridere. Lì dentro c'era un piccolo essere umano che stava crescendo, il suo bambino e, nonostante il modo in cui era stato concepito, in quel momento a Laura quella piccola presenza faceva stare bene.

Si mise a letto e pochi minuti dopo crollò, esausta per il viaggio e per tutte le lacrime che aveva versato.

Niall, nel frattempo, era riuscito a far partire il suo jet privato ed era atterrato a Milano due ore dopo la sua ragazza. Ignorò le fan che lo attendevano in aeroporto e prese un taxi, arrivando a casa Ferrari poco dopo le 22.

"Ciao Cristina, scusa per l'orario...io...sto cercando Laura", disse, appena la mamma di Laura aprì la porta di casa.

"È in camera sua. Vieni dentro."

Niall entrò in casa e salutò anche il papà di Laura, per poi dirigersi a passo svelto in camera della ragazza. Stava già dormendo, rannicchiata sotto le coperte, con il viso rilassato, ma ancora segnato dalle lacrime che aveva versato. Si tolse i vestiti, e si infilò sotto le coperte accanto alla ragazza, cercando di fare il meno rumore possibile. Poi strinse Laura a sé.

Nonostante la delicatezza usata da Niall, Laura si svegliò. Incrociò gli occhi del suo ragazzo, scoppiando a piangere subito dopo.

"Amore mio...vieni qui...", la abbracciò forte.

"Mi dispiace così tanto Ni."

"Non pensarci adesso. Dobbiamo riposare. Ne parliamo domani, okay?"

La ragazza si strinse forte al petto di Niall, cercando di calmare i singhiozzi, mentre il cantante la accarezzava dolcemente.

"Non credevo che Niall Horan potesse puzzare"

E quella frase bastò per far scoppiare a ridere i due, mettendo da parte tutti i pensieri negativi.

"Scusa amore, ma ho girato tutta Londra per cercarti. Non ho avuto molto tempo per lavarmi."

Il mattino dopo la paura non se n'era andata, sia Laura che Niall stavano tremando come delle foglie, ma essere insieme dava un senso di tranquillità in più. Non si scambiarono una parola fino a quando non furono soli in macchina, diretti all'ospedale.

"Perché non sei venuta da me?"

"Non sapevo come dirtelo."

"Lo affronteremo insieme", concluse Niall, prendendo la mano della sua ragazza.

If I Could Fly | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora