1. Those eyes

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Osservai con malinconia le goccioline scorrere sul finestrino della macchina di mio padre, era da tanto tempo che progettavo un trasferimento in Inghilterra per seguire il college inglese più famoso di tutta Europa e date le mie alte medie di voti non potei fare a meno che scegliere questa.

Mi mancherà l'odore di tabacco che girava per casa, le file di panni da stirare e d'appendere, le sere in cui rientravo a casa dopo le litigate con il mio ex ragazzo e mio padre sempre lì pronto a consolarmi con un abbraccio o una carezza, insomma mi mancherà tutto questo.

Non so per quanto tempo starò lontano da lui, ma so già come andrà, verrà a trovarmi ogni qualvolta io ne avrò il bisogno o ne sentirò semplicemente la mancanza, dopo la morte di mia madre è stato dura per mio padre riprendersi, lui semplicemente pensava di non potercela fare con me, pensava di non essere un buon padre e invece  non mi ha mai fatto mancare niente e per questo gli devo tutto.

La macchina si fermò dopo un'ora abbondante di viaggio davanti ad una piccola villetta bianca contornata da un cancelletto verde un po' arrugginito.

Due o tre fiori erano sparsi per il giardinetto che portavano all'ingresso di casa. Scesi dalla macchina, presi le chiavi di casa dalla mia borsa e mi avviai verso la porta e appena aprii un odore di chiuso mi pervase le narici.
Avanzai di un passo e mi guardai intorno: sulla destra c'era una cucina con un tavolo ad isola, di fronte a me invece c'era un salotto con un divanetto rosso in pelle e al centro un tavolino e una televisione appoggiata ad un mobiletto socchiuso; sulla sinistra un corridoio lungo con delle pareti rosa confetto, come la maggior parte della casa, percorso il corridoio con un accenno di due quadri e uno specchio sulla sinistra si trovava un bagno piccolo con una doccia un po' malandata e sulla destra una camera da letto. Entrai nella cameretta e mi sedetti per qualche secondo sul letto matrimoniale, guardandomi intorno intravidi  un altro bagno, di sicuro messo molto meglio di quello precedente, con una vasca e le pareti color pesca. Mi alzai dal letto e raggiunsi mio padre fuori per prendere gli scatoloni e le valigie. Mentre camminavo pensai alla casa che non era affatto male sebbene non fosse stata aperta da un anno e di sicuro c'era un bel po' di lavoro da fare ma non me ne sarei di sicuro fatto un dramma.

" Allora ti piace?" chiese mio padre poggiando le valigie e gli scatoloni sul marciapiede, io annuì soltanto e allungai il braccio per prendere le valigie avviandomi alla porta di casa con dietro mio padre che mi seguì a ruota. Una volta finito di portare in casa gli scatoloni uscì di casa avviandomi per l'ultima volta alla macchina di mio padre, che con aria triste si sedette sul sedile osservandomi.

" Allora io vado..." disse abbassando lo sguardo.

"Non importa se siamo lontani, io ci sarò sempre, lo sai questo vero?" gli chiesi appoggiando le mani sul finestrino abbassato della macchina.

" Eccola di nuovo qui quella sensazione che provai quando tua madre morì, la pace sul tuo volto mentre dormi mi ricorda lei e adesso che staremo lontani non potrò mai sentirmi al sicuro" disse facendo scorrere una lacrima amara sul suo viso. Gli accarezzai la guancia passando la mano sopra la barba orami grigiastra che segnava il percorso della sua vita ormai arrivato a metà. Gli diedi un bacio sulla guancia e mi sporsi un po' di più dentro la macchina per abbracciarlo, anche se con fatica, e stringerlo forte a me.

"Ci sentiamo presto" dissi accennando un sorriso forzato.

"Ciao Rebel" disse mettendo in moto la macchina.

Mi allontani piano piano e raggiunsi il cancelletto verde osservando la macchina sfrecciare sulle strade di Doncaster. Entrai in casa e iniziai a rovistare un po' negli scatoloni per trovare l'occorrente per la cucina dato che erano già le otto e mezza di sera, trovai le posate avvolte da dei tovaglioli in stoffa, così le posai sul tavolo, aprii la borsa contenente il mangiare e, dopo aver attaccato il frigorifero alla presa della corrente, svuotai la spesa dentro il frigorifero, presi due pacchetti di wuestel e li misi su un piatto di carta , pronto per essere poi messo nel forno a microonde, mi sedetti al tavolo e iniziai a mangiare, versai un po' d'acqua in un bicchiere sempre di carta e bevvi, dopo a ver finito buttai piatto e bicchiere nella spazzatura e poi lavai le posate.

The far far away loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora