Hyperion Moore, unico e preziosissimo figlio del sindaco della contea di Deadwood, gelido, calcolatore e manipolatore, era stato cresciuto dal padre a sua immagine e somiglianza, per guidare il suo impero come un leader spietato e pronto a calpestar...
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Denver, Colorado, 2023
Kyla Il cielo nuvoloso della Capitale conferiva alla città un'atmosfera cupa, alla quale però non ero più abituata, dopo aver trascorso le vacanze a Venice Beach in compagnia delle mie colleghe preferite, Emily e Jasmine, il caldo della Florida aveva fatto parte della mia quotidianità per l'intero mese di agosto e mi ero trovata catapultata nei primi freddi di settembre che sembravano aver portato l'autunno in anticipo in città.
Malgrado la sorpresa nello scoprire il clima di quella mattina mi ero persa ad ammirare il paesaggio del parco che attraversavo per arrivare a lavoro, colmo di coppiette che amoreggiavano sulle panchine, anziani che passeggiavano sottobraccio e artisti di strada che riproducevano caricature in cambio di qualche offerta.
Durante il tragitto, poco prima di arrivare alla centrale del distretto in cui lavoravo mi trovai dinnanzi al mio bar preferito, controllai di avere il tempo necessario per concedermi una colazione e dopo averlo fatto entrai nel locale.
La caffetteria in stile classico aveva tutto l'arredo bianco e le pareti completamente adornate da fiori rosa di ogni tipo che gli conferivano un aspetto elegante ma accogliente. «Buongiorno Kyla.» mi salutò sorridente la proprietaria del locale con cui avevo ormai fatto conoscenza.
«Buongiorno a te, Meredith.» risposi ricambiando il sorriso.
«Prendi il solito?»
«Si, grazie.» Passavo a fare colazione da loro almeno un giorno sì e l'altro no, eppure continuavo a rimanere piacevolmente sorpresa davanti al fatto che ricordava sempre ciò che ordinavo.
Mi guardai intorno alla ricerca di un tavolo per sedermi e notai le mosse di qualcuno che si stava sbracciando nel tentativo di richiamare la mia attenzione.
«Jackson!» Infondo alla sala con un sorriso a trentadue denti c'era Jackson Walsh, mio collega e grande amico.
Io e lui eravamo affidati alle stesse pattuglie, perciò quasi sempre eravamo in squadra insieme nelle indagini, negli inseguimenti o nei posti di blocco in giro per la città. Amavo collaborare con lui, c'era un'ottima intesa tra noi e avevamo lo stesso modo di adoperarci sul lavoro.
«Signorina Jones, quanto tempo che non ci si vede.» mi disse scherzosamente, riferendosi ai giorni di vacanza estivi che avevamo trascorso separati poiché quel dieci settembre era per noi il primo giorno di rientro a lavoro.
«Oh si, però sei riuscito a sopravvivere anche in mia assenza vedo.»
Alzò le spalle con nonchalance rimanendo al gioco. «Che posso dire, senza il tuo tè di metà mattina è stata dura, ma ora che siamo tornati mi sento già più sereno.»
