Cassandra
Guardava me, nonostante le donne fatte e finite che lo circondavano, lui guardava me, si era innamorato di me...una diciottenne ansiosa, ma al tempo stesso una giovane donna che stava iniziando a comprendere qualche fosse la vera differenza tra potere, ricchezza e amore.
Seguii Damian, nonostante il parere contrario di mia madre, perché sapevo che aveva bisogno di me in quel momento, e non l'avrei mai lasciato da solo ad incontrare il suo informatore.
Quando raggiunsi il pianoterra, al suo fianco ed in silenzio, notai subito un uomo corpulento, sulla cinquantina d'anni, dai corti capelli brizzolati e la barba incolta, stretto in abiti scuri. Era poggiato al bancone della Reception, dove il logo della Rivera Enterprise roteava su tutti gli schermi presenti e affissati alle pareti imponenti, innalzate tutt'intorno a noi.
Damian mi scoccò una veloce occhiata, prima di stringermi le dita della mano sinistra tra le sue e accelerare il passo verso quell'uomo. Era grato che fossi andato con lui, ma con quel gesto mi stava invitando alla prudenza.
I due si salutarono con una stretta di mano vigorosa, sotto gli occhi di tutti i presenti nella hall, ignorandomi come se non fossi presente, a quel punto...Damian lo invitò a seguirlo in una saletta adiacente, riservata ad incontri privati e poco formali.
L'uomo accettò di buon grado, scoccandomi solo un'occhiata fugace. Sapeva perfettamente chi fossi, e questo la diceva lunga. Cosa l'aveva spinto a tradire mio padre ed allearsi dalla parte dei Rivera?
Non vedevo l'ora di scoprirlo, mentre chiudevo io stessa la porta di quella saletta privata. Era piccola, ma al tempo stesso confortevole.
Una delle poche sale e uffici a non avere le pareti interamente in vetro.
"Dunque, mi ha fatto chiamare. Ha delle novità per me?" esordì Damian, rimanendo in piedi, nonostante la presenza di un ampio divano ad L ed una scrivania in vetro e acciaio, attorniata da quattro poltroncine dello stesso colore del divano. Il verde foresta era il colore predominate, evidenziato anche dalle piante grasse nei grossi vasi rettangolari e di legno piazzati negli angoli.
L'uomo lo guardò dritto negli occhi, la tonalità di grigio nelle sue iridi era coinvolgente e rimandava quasi a sogni lontani.
"La mia testimonianza."
Damian aguzzò meglio la vista, i suoi occhi azzurri scintillarono: "Non credo di riuscire a seguirla..."
"Puoi darmi del tu, se sei d'accordo...potresti essere mio figlio, e qui sono io ad essere in debito con te." scelse, ma non era una vera risposta.
Damian spostò il peso del corpo su una gamba, passandosi una mano tra i corti capelli biondi: "Non hai prove concrete in mano, ma offri la tua testimonianza, è corretto?"
Passò al tu come richiesto, e l'uomo annuì con un gesto rapido del capo.
"Esatto. Ho riflettuto molto su ciò che mi hai detto, Damian. Io e tuo padre eravamo amici all'università, siamo cresciuti insieme, seppur rivali su diverse faccende e questioni familiari e private, ma ci siamo sempre rispettati, fino a quel maledetto giorno. Tim Hudson mi ha obbligato, spinto e costretto a organizzare l'omicidio di tuo padre..."
Damian sgranò gli occhi, quasi barcollò davanti a quelle parole.
L'uomo a quel punto abbassò il capo con fare sconsolato, lacrime salate e calde affiorarono dai dotti lacrimali dei suoi occhi piccoli, ma espressivi.
Le sue mani rugose, dotate di unghie quadrate e cortissime, presero a torturarsi l'una nell'altra davanti al suo addome, stretto in una camicia grigia.
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Quello che voglio puoi darlo solo tu
ChickLitDamian Rivera è un ragazzo con molte responsabilità sulle spalle, nonostante la sua giovane età. E' sottoposto a continue pressioni, minacce e intimidazioni da parte del patrigno, che non vorrebbe fare altro che sbarazzarsi di lui per impossessarsi...