18. Per amore della famiglia

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Damian

Le avevo mentito.

E non soltanto questa volta, ma per ben due volte, e solo nelle ultime cinque settimane.

Il processo... era solo una scusa per non dirle la verità, avevo imposto ai miei uomini di parlare in codice davanti a lei. Non volevo che in alcun modo si preoccupasse, agitasse.

Era incinta. Aspettava nostra figlia, e non potevo permettere che le accadesse qualcosa.

Era mio compito e dovere gestire le difficoltà, lasciandola al sicuro.

Suo padre era già stato condannato, il processo era già avvenuto. Al mio posto, in mia rappresentanza, aveva presenziato il capo del mio ufficio legale, e non c'era assolutamente bisogno della mia presenza anche al Palazzo di Vetro, avevo mandato avanti il tutto con riunioni e lavoro online.

Era tutto in ordine, se non fosse stato per un dettaglio...o meglio, alcuni dettagli. Che definivo così, solo per non impazzire!

Tim era ancora a piede libero, insieme a suo figlio Nick, mentre Ren e le gemelle erano stati rapiti. Quel bastardo, era riuscito in qualche modo a trovare il loro nascondiglio, e ancora non riuscivo a capacitarmi di questa cosa!

Il loro sembrava un posto sicuro, forse più del mio e di Cassy!

Sì, i miei fratelli erano stati davvero rapiti, dovevo farmene una ragione! Sotto lo sguardo di Teresa, la mamma di Cassy, e la mia mamma, Anastasia. Fortunatamente, entrambe le nostre mamme erano riuscite a fuggire grazie alla scorta che avevo loro assegnato, ma per i miei fratelli, per la gravità dell'attacco, non c'era stato nulla da fare...e adesso mi trovavo di fronte ad un bivio.

Restare con Cassy, mia figlia e attendere che la polizia facesse il suo lavoro, oppure accettare la proposta di Nick.

Mio cognato mi aveva inviato una mail, affermando che se gli avessi consegnato tre milioni di dollari in contanti, avrebbe rilasciato gli ostaggi, a patto che l'avessi raggiunto da solo, senza scorta o polizia, altrimenti avrebbe ammazzato prima le mie sorelle e poi Ren.

Mio malgrado, avevo accettato.

Tim non aveva esitato a mettere le mani addosso a sua figlia, cosa l'avrebbe trattenuto con le mie sorelle e Ren? Era mio compito, proteggere i miei fratelli, prendermi cura di loro. L'avevo promesso a mio padre, e l'avevo promesso a Simon.

"Signore!"

Sobbalzai, come coltro in flagrante su qualche tipo di reato. Alzai di scatto la testa verso la porta della camera da letto che avevo condiviso fino a quel giorno con Cassy, e un uomo della mia scorta, vestito totalmente di nero, mi offrì un telefono: "Sua madre vuole parlarle!"

Annuii e recuperai il telefono che mi stava offrendo.

"Non andare! Capito? Non devi andare! È una trappola, vuole ucciderti!" tuonò subito la mamma, agitata. "So che ti ha contattato Nick, perché ha mandato una mail anche a sua madre! Ti avrà chiesto un riscatto, qualcosa, non andare, non fare nulla!"

"Mamma..." risposi, senza scompormi più di tanto. "Questa volta non scappo, se vogliono vedermi, se vogliono uccidermi, d'accordo...io non paura, ma la mia famiglia, il nostro impero, non si tocca. Lo sai benissimo, che non m'importa di altro. Tu, papà, Simon mi avete insegnato un certo tipo di valori, mi avete insegnato a non arrendermi mai, a prendermi cura e a proteggere la mia famiglia fino all'ultimo respiro, ed è ciò che farò!"

Quello che voglio puoi darlo solo tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora