4. Confessioni

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*Buon sabato*

Vi piacerà questo capitolo oppure no? Ammetto di avere un po' di tensione a riguardo, ma ci provo a pubblicarlo lo stesso, con la speranza che la piega che prenderanno gli eventi vi piaccia sempre di più e vi convinca a seguire con ancora più passione ed entusiasmo questa storia <3 

Quindi, vi prego, ho bisogno di sapere cosa ne pensate <3 non vedo l'ora di leggere i vostri commenti, non sapete quanto mi aiutano <3 

Grazie per essere qui, mie adorate Riveriane ( ho coniato un nuovo termine XD) Damian e la sua Cassy vi attendono <3 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione grandissimo

*****

Cassandra

La Rivera Enterprise era il cuore di un vero e proprio impero finanziario, e non solo. Quel grattacielo conteneva molto di più, non soltanto uffici e sale riunioni immense.

C'era una sala cinema per le conferenze, un ristorante, due bar, una palestra e un enorme asilo, per le mamme dipendenti che avevano bisogno di non allontanarsi troppo dai loro bimbi più piccoli. C'era persino un barbiere ed un parrucchiere, non riuscivo a crederci!

Sembrava contenere un'intera città al suo interno, mancava veramente poco affinché ci riuscisse!

Inoltre, quel grattacielo imponente e maestoso possedeva anche un meraviglioso attico riservato alle feste private ed una terrazza panoramica, che era il doppio della bellezza di cui avevo già sentito parlare, con parapetti eleganti in acciaio e una pista d'atterraggio per elicotteri.

Appena io e mio fratello avevamo messo piede in questa nuova realtà, oltrepassando semplicemente delle porte in vetro scorrevoli, era come se avessimo cambiato totalmente dimensione, la visione delle cose. C'eravamo ritrovati davanti a dei metal detector e a numerosi tornelli, sopra i quali ognuno dei presenti doveva passare il proprio badge.

A noi, fu attribuito da un hostess un badge come ospiti speciali, grazie a nostro zio, che ci aveva concesso di fare una visita privata e beh, essere trattati in modo diverso rispetto a tutti gli altri semplici turisti.

Superati i controlli serrati e vigorosi da parte degli addetti impiegati alla sicurezza, ci avevano poi diviso per gruppi dentro una hall gigantesca, con un angolo riservato alla Reception, una sala d'attesa contenente tutti i confort per i clienti prossimi all'incontrare i dirigenti più in alto di questo colosso, e avevo notato delle piante sempreverdi, ma soprattutto...luce ovunque, in quel momento avevo capito il perché lo chiamavano il Palazzo di Vetro.

Quel grattacielo era totalmente fatto di mura di vetro infrangibile all'esterno e per la gran parte anche gli interni erano fatti in vetro, come porte, ascensori, pareti, scrivanie...

Ricordava molto lo stile di Villa Rivera.

La visita guidata era durata circa tre ore, durante le quali eravamo rimasti almeno mezz'ora ad osservare la bellezza della città dalla terrazza panoramica. Mi era sembrato di sovrastare l'intero mondo da quel punto, fino all'orizzonte. Peccato solo che piovesse, quindi dovetti restare con l'ombrello in mano per tutto il tempo, pur di non bagnarmi.

In quel momento, mi trovavo nell'ufficio di mio zio, in attesa che arrivasse. Nick non faceva che perlustrare ogni singolo oggetto che avesse sulla scrivania, mentre io mi chiedevo che fine avesse fatto Damian e dove fosse il suo ufficio.

Smaniavo dalla voglia di sapere cosa avevo fatto quella notte.

Stavamo quasi per chiamare nostro zio, quando sentimmo delle voci provenire dall'esterno della Presidenza. L'ufficio di mio zio era in pratica il più grande, il più bello, dotato di una tv a schermo piatto e gigante fissata ad una parete, un divano con un tavolino in un angolo, un bagno privato, una saletta per le riunioni più intime e una scrivania con iMac tastiera e mouse wireless.

Quello che voglio puoi darlo solo tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora