*Buon martedì*
Nuooovooo capitolo per questa storia, spero vi piaccia come sempre.
Al prossimo capitolo,
Un bacione grandissimo.
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Cassandra
Stavo tremando da...non lo sapevo da quanto. Avevo perso la cognizione del tempo qui, costretta a stare rinchiusa in questa stanza al trentanovesimo piano della Black Block, dimenticata dagli uomini di tutto il mondo, forse persino dall'architetto che l'aveva progettata!
Avevo freddo, avevo fame e sete, nonostante non mi mancasse nessuna un plaid per coprirmi, una zuppa calda di legumi e una bottiglietta d'acqua frizzante, che nemmeno mi andava a genio. Avevo specialmente paura...e quest'ultima, per quanto ci provassi, non riuscivo a domarla.
Il non sapere cosa sarebbe successo, cosa sarebbe capitato a me e alle persone che amavo, mi stava logorando lentamente, come fosse un brutale strumento di tortura.
M'ero pentita con tutta me stessa per essere caduta in questa folle trappola, e il mio cuore era schiacciato, a pezzi, logorato e tormentato per il tradimento inaspettato di mio fratello Nick.
Cosa gli avevo fatto per meritare un trattamento del genere?
Un pezzo del mio cuore mi balzò in gola, battendo come un tamburo e il respiro era sempre più rapido e affannoso. Stavo inesorabilmente cadendo nel panico.
Ruotai i polsi legati da quelle maledette corde, e mi procurai qualche escoriazione e taglio sulla pelle chiara, che divenne presto arrossata tanto da iniziare a bruciarmi, come avessi fuoco sul mio corpo.
Urlai, con quanto fiato avessi in gola, fino a perdere la voce, quasi mi strozzai, mentre l'oscurità calava sempre di più attorno a me. Le lampade a luce calda appese al soffitto, stavano iniziando ad infastidirmi non poco, una sfavillava, ad un ritmo fastidioso.
Mi mancava così tanto la luce del sole, in quel momento non riuscivo nemmeno a capire se fuori fosse calata la notte o fosse ancora pieno giorno.
"Non potete continuare a tenermi chiusa qui dentro, non è giusto!" urlai ancora, avvertendo le corde vocali stridere contro la gola riarsa.
A quel punto, sentii scattare per due volte la serratura della porta, poco dopo Nick finalmente fece il suo ingresso nella mia momentanea prigione.
Mi scrutò con i suoi occhi scuri, che assomigliavano così tanto a quelli di Tim! Come avevo fatto a non notarlo prima?
Lampeggiavano di voglia di rivalsa, vendetta, avidità e sete di successo! Mi scrutò con sufficienza, poi sfoderò un ghignò malefico sulle sue labbra, accomodandosi sul divano alla mia sinistra, sul quale mi ero categoricamente rifiutata di sedermi.
Odiavo tutto di questo posto! Inclusi gli arredi, quella dannata scrivania spoglia alla mia destra e quel tavolino di legno, traballante, che reggeva il mio cibo.
"Ti consiglio di mangiare qualcosa, sorellina." esordì, duro. "Altrimenti, morirai di fame."
"Sai quanto te ne importa! Tu non capisci, Tim ti sta' usando e manipolando! Lui è un assassino, un essere spregevole e tu gli vai dietro come un cagnolino! Nick, perché rovinarti la vita?"
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Quello che voglio puoi darlo solo tu
Chick-LitDamian Rivera è un ragazzo con molte responsabilità sulle spalle, nonostante la sua giovane età. E' sottoposto a continue pressioni, minacce e intimidazioni da parte del patrigno, che non vorrebbe fare altro che sbarazzarsi di lui per impossessarsi...