Cap. 6 - Un lungo viaggio

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7 lunghe ore era il tempo che avrebbe dovuto passare nel mutismo assoluto. Gli altri colleghi erano nei loro posti tranquilli, c'era chi sonnecchiava e chi scambiava qualche chiacchiera con il vicino. Can se ne stava seduto a sfogliare una rivista di fotografie senza degnarla di una parola. Lei, troppo tesa per prendere sonno e troppo a disagio per aprire bocca, scartò il vecchio ipod regalatole da Edoardo e si infilò le cuffiette per fare un rapido check dei contenuti che le aveva aggiunto. Era tutto di suo gradimento e optò per ascoltare l'audiolibro di Harry Potter, da vera Potterhead non poteva scegliere nient'altro per inaugurare il volo. 

Era persa con lo sguardo nelle nuvole e nelle orecchie la voce profonda del narratore le infondeva calma, per un attimo si dimenticò il motivo per il quale si trovava li e tutto le parve più bello

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Era persa con lo sguardo nelle nuvole e nelle orecchie la voce profonda del narratore le infondeva calma, per un attimo si dimenticò il motivo per il quale si trovava li e tutto le parve più bello. L'aereo aveva appena concluso la fase di decollo per stabilizzarsi quando un vuoto d'aria fece tremare tutto l'abitacolo.

– Oh cazzo – Luna afferrò velocemente la mano di Can e strinse più forte che poteva. Istintivamente chiuse gli occhi fin quando l'aereo si fu assestato. Appena li riaprì si trovò faccia a faccia con Can che la guardava divertito senza però allontanarsi. Maledetta me e maledetto aereo

– Mi dispiace... – balbettò Luna, rossa dall'imbarazzo.

Lui la squadrò divertito prima di rispondere – mi chiedo se hai davvero paura dell'aereo o tu mi abbia afferrato solo per provarci con me –

– dimmi che stai scherzando per favore –

– Considerando che ancora non mi lasci la mano, non sono così sicuro che la seconda opzione non sia quella vera, Ay

Luna abbassò lo sguardo sulle loro dita incrociate e il suo stomaco ebbe lo stesso vuoto provato poco prima. Si incastravano alla perfezione ed erano così belle da vedere insieme che le uscì un sospiro di bocca. La sua pelle chiara creava un bel contrasto con quella più scura del ragazzo. I loro anelli poi, erano dello stesso colore, argento vintage. Non era la prima volta che si ritrovavano vicini, ma quel gesto le parve più intimo del solito, per un attimo dimenticò il caratteraccio di entrambi e la guerra fredda che portavano avanti da giorni. Anche lui abbassò lo sguardo sulle loro mani e un lampo fugace addolcì la sua espressione. Durò poco. Tornò serio e allentò la presa. Luna, cacciata dai propri sogni, si ritrasse e cercò di sistemarsi come meglio poteva su quel sedile troppo stretto.

– Non volevo infastidirti, cercherò di stare al mio posto se dovesse risuccedere –

Can non le rispose. La stava analizzando. Cosa frullasse nella testa di quel ragazzo era difficile da capire. Passava dall'essere giocoso e allegro al diventare distante e scontroso. Qualcosa lo turbava, era evidente, ma si rifiutava di credere che si comportava così a causa della "piacevole" conversazione avuta in aeroporto con Edoardo; in fin dei conti era così già dalle ultime settimane. Cercò di sostenere il suo sguardo più a lungo possibile, erano tornati in guerra e lei non avrebbe perso, non senza combattere. Lo studiò a sua volta. Era bello, bellissimo...ogni sua espressione le toglieva il fiato. Persino le rughette al centro delle sopracciglia corrucciate avevano una piega gradevole.

L'altra faccia della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora