Cap. 3 - Conoscenza

86 7 0
                                    

– Arrivati! Ci abbiamo messo un po' ma ce l'abbiamo fatta – disse Luna guardando ammirata l'entrata.

– Ho pensato che saremmo morti un paio di volte, ma si, per fortuna, siamo arrivati sani e salvi – controbatté lui ridendo e guadagnandosi un'occhiataccia.

– Che simpatico, a saperlo ti lasciavo a piedi sotto la pioggia! –

– A proposito, lascia pure la macchina qui ed entra. Non è il caso tu guidi ancora con questo tempo, e per giunta da sola –

– Non ti preoccupare, non sarà un po' di acqua a fermarmi! –

– Insisto. Mangi qualcosa e quando il temporale si sarà placato vai a casa – la guardò irremovibile.

– Immagino io non abbia molta scelta – rispose lei mentre spegneva la macchina rassegnata.

– No infatti. Su scendiamo pilota che il cibo ci aspetta! – detto ciò, Can scese velocemente per aprire il cancello. Si affrettarono ad entrare, ma pioveva talmente forte che arrivarono sulla soglia del portone zuppi.

La villetta era contornata dal giardino ed aveva uno stile rustico ma ben curato. Appena entrata un'atmosfera calda la colpì, sembrava quasi una baita di montagna e rispecchiava in pieno lo stile del ragazzo.

Lui la fece accomodare sul grande sofà e poco dopo le portò una tuta.

– Cambiati, così sarai più comoda e asciutta –

Luna rimase interdetta a fissare i vestiti, ma decise di accettare la proposta, l'ultima cosa che voleva era un bel malanno. Chiese dove fosse il bagno e si allontanò sotto lo sguardo fisso di lui. Le sorrise. Rimase abbagliata e per poco non andò a sbattere contro un vaso. Si cambiò in fretta e furia ma si prese qualche minuto per guardarsi allo specchio. Aveva il volto tirato, la riunione non era andata come pensava e l'aspettavano dei giorni difficili, gli occhi però avevano una luce particolare. Essere lì, a casa di uno sconosciuto...uno sconosciuto con cui avrebbe lavorato e di un magnetismo non da sottovalutare, le metteva un'ansia piacevole che non provava da diverso tempo.

Tornata in salotto vide il ragazzo intento ad accendere il camino a parete. Nel frattempo, si era cambiato anche lui, indossava una tuta blu simile a quella di lei.

– Vieni qui così ti scaldi per bene – fece lui senza girarsi. Lei gli si avvicinò piano e notò solo allora dei grandi cuscini poggiati a terra vicino al camino. Stava per sedersi quando lui si girò e si trovarono a pochi centimetri l'uno dall'altra. Si osservarono in silenzio, poi Can fece un passo indietro e sorridendo le prese la mano.

– Questo abbigliamento ti dona! Sembri una bambina che ha rubato i vestiti dei genitori –

– Potrei valutare di presentarmi così anche in ufficio – rise lei.

– Sicuramente saresti a riparo da occhi indiscreti... – Can le fece l'occhiolino e raggiunse la cucina a vista che si trovava sulla parte opposta rispetto al divano, lasciandola li mentre alzava gli occhi al cielo.

Lo vedeva di spalle trafficare sui fornelli, non riuscì a capire cosa stesse preparando finché lo vide tornare con due tazze in vetro fumanti, l'odore era delizioso, speziato e dolce al tempo stesso. Il ragazzo glie ne porse una e si mise a sedere di fronte a lei. Luna ispirò profondamente e un po' di quel calore iniziò a scaldarla. Parte della tensione scivolò via. Poi alzò la testa verso il ragazzo e si accorse che la guardava con aria divertita.

– Hai fatto la scelta giusta ad accettare il mio invito. Probabilmente saresti stata ancora bloccata nel traffico –

– Potresti avere ragione... – sorrise – l'hai portato dalla tua terra questo tè? –

L'altra faccia della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora